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BEPPE GRILLO LANCIA LA SUA RIFORMA DELLA TELEVISIONE E DEMOLISCE I TALK SHOW
di Cristian Tracà
23/05/2012 - 17:05

Non possono che traboccare di ottimismo i primi discorsi di Beppe Grillo, dopo i trionfi quasi miracolosi dei candidati del Movimento Cinque Stelle alle ultime elezioni amministrative, negli stessi giorni in cui il consenso del nuovo partito è stimato già a due cifre a livello nazionale. Nel post Parma il comico però ingaggia un agone virtuale non solo con Napolitano e Bersani ma anche con il mondo dell’informazione e del talk show. Non risparmia proprio nessuno, come si evince dalla vignetta a corredo del suo scritto: da Formigli a Ferrara, dalla Annunziata a Lerner non c’è margine di tregua.
L’invettiva contro lo stile dell’approfondimento politico sul piccolo schermo non si piega a equilibrismi diplomatici e diventa occasione per ribadire le proposte che Grillo and company vorrebbero avanzare al Parlamento, qualora riuscissero veramente a sedersi tra i banchi di Montecitorio e Palazzo Madama alla prossima tornata elettorale, per riordinare il sistema radiotelevisivo. Può bastare l’incipit dell’ultimo post grillino per comprendere la cifra della sferzata cinque stelle ai giornalisti conduttori di dibattiti:
È sempre più estraniante guardare cicciobombi e labbra turgide, megafoni dei partiti nelle televisioni nazionali, nei telegiornali, nei talk show. Provocano un senso di piccole cose di pessimo gusto, richiamano il profumo di fiori marci, l’odore pungente dei cespugli di bosso lungo i vialetti dei cimiteri. Le sagome che si agitano dietro lo schermo con l’estrema vitalità che talvolta precede le ultime ore di vita rammentano il dodo, l’uccello estinto, o gli ultimi giapponesi che combattevano a guerra finita in qualche atollo del Pacifico dopo il 1945.
Ecco però nei dettagli una bozza della proposta di riforma che il nuovo gruppo politico vorrebbe portare avanti nel prossimo futuro. Sostanziali cambiamenti e non semplici aggiustamenti quelli che emergono: un principio perentorio potrebbe essere quello che preveda che nessun canale televisivo con copertura nazionale possa essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato. In sostanza l’azionariato deve essere diffuso con proprietà massima del 10%.
Secondariamente si prevederebbe un’assegnazione delle frequenze televisive con un’asta pubblica ogni cinque anni e una ridefinizione del concetto di servizio pubblico. Un’unica rete senza pubblicità, indipendente dai partiti e con un taglio essenzialmente culturale e informativo. Per altri due canali del servizio pubblico l’ipotesi è nuovamente quella dell’azionariato diffuso con il tetto massimo alla proprietà fissato al 10%.
Per la sua cura ricostituente del sistema dell’informazione e della rappresentanza non fa distinzione tra destra e sinistra: tra i punti programmatici infatti c’è l’azzeramento della legge Gasparri, così come l’abolizione della legge del governo D’Alema che richiede un contributo dell’uno per cento sui ricavi agli assegnatari di frequenze televisive.
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liberopensiero dice:
non sono certo che i manipolati abbiano liberato il loro pensiero...ma lo spero..
MisterGrr dice:
Sono assolutamente d'accordo col commento 3 di Giuseppe.
andrewhd dice:
A parte l'azionariato al 10% massimo a mediaset converrebbe che andassero i grillini al governo. Però, leggendo il programma se non sbaglio c'era anche qualche limite sulla pubbicità "Tetto nazionale massimo del 5% per le società di raccolta pubblicitaria facenti capo a un singolo soggetto economico privato" Non ho capito bene cosa intenda con questo punto.
Nina dice:
Non è ora di finirla con questa storia delle menti manipolate dalla TV? E basta, forse prima dell'avvento della TV commerciale tutti votavano PCI? Basta vedere cosa è successo adesso, sono tanto manipolati gli elettori del Pdl che lo hanno mollato.
liberopensiero dice:
chi vuole vederlo ancora solo come un comico vive fuori dalla realtà.D'accordissimo sull'azionarito è ABERRANTE che chi governa possegga le televisioni,ieri sul digitale davano il telefilm cult visitors e nel vedere come gli alieni manipolavano le menti umane attraverso l'informazione sembrava di assistere alla storia italiana degli ultimi 18 anni!
amazing1972 dice:
io sono più dell'idea di giorgio gori. cioè suddividere nettamente le reti che fanno servizio pubblico (da una a tre),senza pubblicità e a base di programmi di cultura e indormazione e le altre,tematiche,con pubblicità al pari delle commerciali,che sperimentano programmi e fanno crescere nuove figure professionali
lele dice:
sembra davvero poco una sola rete di servizio; la radiofonia dove la mette? pessima l'idea dell'azionariato diffuso obbligatorio: scelgo io imprenditore come e con chi fare società.
Giuseppe dice:
Alcune delle proposte di Grillo sono condivisibili. E, in alcuni casi, il suo giudizio sull'informazione politica televisiva è veritiero. Tutte cose che non rappresentantano delle grandi novità in quanto sostenute da tempo anche da altri. Però il suo atteggiamento, per ora, è quello di chi si vuol sottrarre al contraddittorio, al dibattito faccia a faccia con gli esponenti delle forze politica concorrenti. Questo perchè Grillo sa di essere forte quando si esprime da solo, nel suo blog come nei monologhi nei teatri e nelle piazze. Ma non basta.
realityfan dice:
Condivido l'idea di Grillo, anch'io vorrei una unica rete pubblica senza pubblicità con la missione di fare buonissima tv (prescindendo dagli ascolti) e poi tutto il resto in mano al mercato!
Nina dice:
Alcune sue idee sono aberranti e difficilmente attuabili, però come comico è sempre divertente. Mi è piaciuto tanto quando in risposta al ministro Cancellieri che affermava che "la Tav e la madre delle preoccupazioni" rispose che la Cancellieri era "la nonna delle preoccupazioni".