
25
luglio
Attori americani in sciopero: quando il progresso diventa regresso

Fran Drescher
Dal 13 luglio prosegue lo sciopero del SAG-AFTRA (Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists), il sindacato di attori, conduttori televisivi e radiofonici americani che ha sposato la causa delle proteste del WGA (Writers Guild of America), il sindacato degli sceneggiatori americani in sciopero dal 2 maggio scorso. Gli attori rivendicano principalmente un miglioramento delle condizioni salariali, soprattutto a seguito del taglio dei cosiddetti “residuals” ossia le percentuali che un tempo spettavano agli interpreti per ogni messa in onda, anche in replica, di un film, una serie, uno show calcolate in base agli ascolti e che, con l’avvento delle piattaforme che non pubblicano i dati, sono state sostituite da un pagamento forfettario. Ma un nodo chiave della questione è rappresentato anche dall’assurdo dilagare dell’intelligenza artificiale che sì sta prendendo piede anche nel mondo del cinema generando copioni e clonando immagini e voci col rischio di sostituirsi ad attori e sceneggiatori.
A guidare la protesta è la leader del sindacato attori Fran Drescher, celebre protagonista della serie televisiva degli anni ’90 La Tata, che si è pronunciata in un discorso, diventato celebre, in cui ha definito disgustoso l’atteggiamento di produttori e studios, avidi e poco rispettosi nei confronti di chi consente loro di lavorare. Unanime l’adesione delle star di Hollywood: da Meryl Streep a Jennifer Lawrence, a Jamie Lee Curtis, Glenn Close e George Clooney. Disertata dal cast la prima londinese di Oppenheimer di Nolan e interrotto da Margot Robbie e dal resto del cast il tour promozionale del film Barbie. La spinosa questione dello sciopero non paralizzerà soltanto Hollywood, tra non molto sprovvisto di nuove produzioni: le conseguenze riguarderanno presto a catena l’intero mondo del cinema e dello spettacolo. Congelati i set di Avatar 3, Gladiator 2, Mission Impossible Dead Rackoning – parte 2, slitteranno anche i film d’animazione visto che anche il doppiaggio ha chiuso i battenti. Il prossimo Festival del Cinema di Venezia sarà contraddistinto da grandi assenze sugli schermi e sul red carpet, visto il divieto che gli attori hanno di promuovere i loro lavori. Il film d’apertura previsto, Challengers di Guadagnino, è stato sostituito da Comandante di Edoardo De Angelis. Sul fronte serie tv, bloccati anche i set di Stranger Things, The Last of Us, The Mandalorian e Andor la cui realizzazione era già stata sospesa a seguito dello sciopero degli sceneggiatori. E se le riprese della seconda stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del potere erano già state portate a termine prima dello sciopero, anche House of the Dragon potrebbe subire dei rallentamenti.
Il legame che si instaura tra attori (e tutti coloro che contribuiscono alla realizzazione di film e serie tv) e spettatori si fonda su un principio semplice: esprimere se stessi toccando le corde dell’animo umano proprio e di quanti compartecipano di storie ed emozioni rappresentate sullo schermo. È davvero possibile demandare tutto ciò a qualcosa di artificiale e meccanico? Dice bene Carlo Verdone che, rispondendo a una domanda dei giovani del Giffoni Film Festival, definisce l’intelligenza artificiale “la morte del cinema d’autore”. E sì, l’intelligenza artificiale rischia davvero di compromettere col tempo la vita umana, in tutti i suoi campi.
Non di solo pane vivrà l’uomo, d’accordo, ma soprattutto di pane e anche di cinema e della capacità di riflettere, conoscere, emozionarsi, scoprirsi. Se continueremo a riflettere e a ragione solo di soldi e progresso smodato, resterà ben poco dell’uomo e di tutto il resto. Abbiamo osato sfidare la natura che ci sta restituendo un conto molto salato da pagare: quanto oltre ancora oseremo spingerci? Ben venga l’intelligenza artificiale e il progresso purchè questi non diventino sinonimo di regresso e morte. Del cinema e di tutto il resto.


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1 Commento dei lettori »

Oramai indietro non si può più tornare.
È inevitabile l’utilizzo sempre più massiccio dell’AI, in tutti i campi.
Continueranno a scioperare fino a che qualcuno non li sostituirà completamente con voci artificiali, sceneggiature scritte dall’AI ed attori virtuali.
Tanto, andando per la maggiore i film della Marvel (o di quel genere) nessuno si accorgerà della differenza rispetto ad un attore in carne ossa

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1. R101 ha scritto:
25 luglio 2023 alle 21:09