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ottobre

Viola come il mare, rosa come un crime

Viola come il Mare - Can Yaman e Francesca Chillemi

Viola come il Mare - Can Yaman e Francesca Chillemi

Leggerezza non sempre è sinonimo di superficialità, spesso può servire ad avvicinarsi a temi seri ed importanti senza stancare, appesantire o annoiare. E Viola come il Mare, nuova fiction di cui  venerdì è andata in onda  la prima puntata su Canale 5, punta proprio su questo, sulla capacità di far sorridere ed intrigare nonostante una protagonista con una malattia neurodegenerativa, morti ammazzati e tratta di esseri umani sullo sfondo.

Francesca Chillemi e Can Yaman sono il biglietto da visita perfetto per questo tipo di operazione, così belli singolarmente e ancor di più come coppia da occupare la scena in modo prepotente e stuzzicante. Poco importa se a volte la recitazione, soprattutto quella dell’attore turco, risulta un po’ plastica e poco cambia se le indagini narrate sono in certi snodi troppo veloci e forzate: nell’insieme, sono dettagli che non intaccano nel complesso il risultato finale.

Intrattenere è l’obiettivo e la nuova proposta Lux Vide ci riesce, potendo contare anche su altri punti forti, oltre alla chimica tra gli interpreti principali. Innanzitutto il resto del cast, con gli ottimi Simona Cavallari e David Coco a tenere le redini di un gruppo di attori più acerbi ma convincenti; poi la scenografia mozzafiato di Palermo, città che per una volta smette di essere terra di malavita e abusi per diventare un caotico paradiso, complice degli eventi; infine, una buona colonna sonora, che della sicilianità restituisce tutto il sapore.

Discorso a parte per la resa in scena della sinestesia, il disturbo dal quale è affetta Viola: l’immediata capacità della giornalista di stringere gli occhi e visualizzare in un attimo una nuvola di colore ed emozione che fuoriesce dalle persone che incontra, stile fumetto parlante, la fa somigliare alla Jeannie di Strega per Amore, più che a una donna che rischia la vita a causa dei suoi problemi di salute.

Ma anche questo fa parte della strategia, un tentativo di esorcizzare i drammi quotidiani, anche quelli peggiori, puntando tutto sull’ottimismo, sull’idea che ogni cosa si possa risolvere. E il clima da favola vince sui difetti, giustifica i contrasti e confeziona un prodotto promettente.



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1 Commento dei lettori »

1. controcorrente ha scritto:

3 ottobre 2022 alle 15:24

ma i 2 recitando sono IMBARAZZANTI ! ma come puo’ fare il 21% una porcheria del genere ?



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