Per nulla al mondo avrei perso l’ultima puntata del Maurizio Costanzo Show. E così, preparate armi e bagagli, lo scorso martedi ho raggiunto la Capitale per godermi dal vivo l’ultimo atto di un’opera lunga 27 anni e 25 edizioni. E l’ho fatto come piace a me, dietro le quinte.
Lo ritenevo un atto dovuto, prima ancora che un piacere, per render merito, nel mio piccolo, a colui che, per primo, ha fatto parlare l’Italia in televisione ridendo, scherzando, raccontando, litigando, protestando, persino rischiando la vita.
E’ toccato ad Afef, Katia Ricciarelli, Andrea Camilleri, Raffaele Morelli e Gino Strada salutare, insieme al padrone di casa, il pubblico del Teatro Parioli dopo 4.400 puntate e circa 33 mila ospiti. E se, nel backstage, si poteva facilmente percepire l’amarezza per la fine un’esperienza irripetibile grazie a qualche lacrima, qualche sorriso amaro e un affiatamento raramente riscontrabile (e riscontrato) in altri show, sul palco, Maurizio Costanzo, sembrava impassibile. Ma se ho imparato a conoscerlo, la situazione al di là delle apparenza doveva essere decisamente differente.
Al termine della puntata, mi sono permesso di dire a Costanzo: ”Rimarrà sempre il numero 1“. E il mio, lungi dall’essere un complimento, era semplicemente il ricordargli un incontrovertibile dato di fatto.
Questa sera Maurizio Costanzo saluterà così il pubblico del suo show:
“E’ stata una esperienza straordinaria ed è il caso di dire irripetibile. Ringrazio perciò quanti mi hanno consentito di vivere questa avventura professionale. Innanzi tutto Silvio Berlusconi e Pier Silvio Berlusconi che mi hanno lasciato sempre, e sottolineo sempre, l’assoluta libertà nella scelta degli ospiti e nella costruzione del programma. I moltissimi redattori che si sono alternati ma principalmente chi come Luisella Testa e Marina Nocella mi sono accanto dall’inizio. Ringrazio anche i registi via via alla guida del programma e prima di tutti Paolo Pietrangeli che lo ha diretto per più di dieci anni e Valentino Tocco che ne è da qualche tempo regista dopo essere stato per un decennio primo cameraman. E’ vero, dovrei ringraziare gli scenografi, chi ha lavorato nella produzione e altri ancora. Ma non posso non mandare un saluto ad Alberto Silvestri mio coautore per anni e anni e a Franco Bracardi che mi è stato accanto con grande professionalità e amicizia. A loro, ovunque siano, il mio pensiero grato e un saluto affettuoso”. Infine, il saluto al pubblico: “Senza la vostra presenza costante per tanti anni qualunque programma, anche il più interessante, sarebbe naufragato. Grazie, perciò, perché non avrei mai potuto avere quei 33.000 ospiti e vivere 25 anni della storia del nostro Paese con loro e con voi. Voglio anche dire che ovunque io continuerò a fare televisione, le mie idee, i miei principi, le mie battaglie che mi hanno consentito di rimanere così a lungo davanti alle telecamere, saranno sempre le stesse. Con quelle idee e quelle battaglie ci siamo conosciuti e ci siamo reciprocamente apprezzati. Spero che così continui ad essere. Perciò: grazie e non perdiamoci di vista”.
1. roberto ha scritto:
9 dicembre 2009 alle 12:16