Rai 2 ha riesumato la sitcom Camera Cafè con protagonisti Luca e Paolo. L’azienda, o la ditta se preferite, ha ufficialmente riaperto i battenti, così come l’ormai nota area relax dove i dipendenti tornano a sfilare per una pausa dal lavoro, sotto l’occhio indiscreto (ma neanche tanto) della macchinetta del caffè, che è di fatto il punto di vista del telespettatore.
Tra uscite di scena e new entry, il nuovo mondo di Camera Cafè è ripartito fedele all’originale (nessuno osi toccare i Pooh a Paolo Bitta) ma poco al passo con i tempi, salvo toccare tematiche attuali (nei primi episodi della nuova edizione sono arrivati in azienda i cinesi, i dipendenti hanno a che fare con la raccolta differenziata ed è spuntata la questione immigrati). Luca e Paolo riescono ancora ad essere leggeri ed ironici, molto più di quanto siano riusciti a fare altrove di recente. Ma forse non basta.
Non è questione di chi c’è ora o di chi non c’è più (anche se l’assenza di Debora Villa nei panni di Patti sembra già farsi sentire), ma più semplicemente Camera Cafè suona quasi come una nota stonata nella tv di oggi. Per carità, visti i tempi può anche essere un merito, ma vero è che pure la ‘musica’ dell’ultima stagione (2011/2012), in onda su Italia 1, era cambiata e non certo in meglio. Con questa, però, si ha la netta sensazione che il formato nato in Francia nel 2001 non abbia motivo di (r)esistere nel 2017, se non in una versione più irriverente e ’sfacciata’ di quella eccessivamente seriosa e fredda proposta nell’access di Rai 2, magari in seconda serata. Ecco, già partire dall’idea di un’azienda che lavora di notte avrebbe sicuramente dato adito ad una molteplicità di scenari ‘mai visti’ nelle passate edizioni, donando al format una sorta di verginità.
Così com’è, invece, il nuovo mondo di Camera Cafè è fermo a quello di dieci anni fa, quindi ancora più vecchio. Stando ai primi episodi, anche i dialoghi risentono di una mancanza di freschezza (qui, però, pure i contenuti c’entrano e non poco), oltre che di una scarsa spontaneità, con sketch e gag alla costante ricerca della risata facile e immediata, che spesso non arriva. Sei lì ad attendere la ‘battuta delle battute’ e ti ritrovi con i titoli di coda, insieme alle papere sul set, talvolta più divertenti degli episodi stessi.
1. vicky ha scritto:
6 settembre 2017 alle 21:21