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Nasce Netflix Italia: dal 2022 la piattaforma pagherà le tasse sugli utili da abbonamenti

di Marco Leardi

09/09/2021 - 15:57

Nasce Netflix Italia: dal 2022 la piattaforma pagherà le tasse sugli utili da abbonamenti

Si chiamerà Netflix Italia. Per restare in tema, una sorta di ‘spin off’ tricolore della casa madre. Dal 2022, la piattaforma streaming guidata da Reed Hastings avrà una sua appendice italiana che si distinguerà dalla società olandese a cui finora andavano i ricavi degli abbonamenti al servizio pagati in Italia. Ne dà notizia Il Sole 24, spiegando che di conseguenza, dal prossimo anno, le entrate da abbonamento generate da Netflix in Italia verranno contabilizzate direttamente nel nostro Paese.
Il canone mensile corrisposto dagli iscritti al servizio streaming non verrà più pagato, quindi, alla società olandese Netflix International BV ma a un’entità già oggi operante su suolo nazionale: la Los Gatos Services Italia (19 milioni di ricavi, 836 mila euro di utile e 402.398 euro di imposte), che dal 2022 cambierà per l’appunto nome diventando Netflix Italia.

La svolta fiscale in arrivo in Italia segue quelle analoghe effettuate dal colosso in Francia, Spagna e Regno Unito. Dopo essere stata oggetto di polemiche sul tema, la multinazionale dello streaming ha così deciso di aderire ai principi di fiscalità internazionale rinegoziati in sede G20 e Ocse per favorire la tassazione delle multinazionali anche nei Paesi di distribuzione di beni e servizi digitali.

“L’Italia è un Paese molto importante per Netflix e, nel corso degli ultimi anni, abbiamo aumentato il nostro investimento in produzioni italiane, lavorando a fianco di partner produttivi e talenti italiani. Mentre il business continua a crescere in Italia, stiamo adattando la nostra struttura fiscale nel Paese per meglio riflettere questa evoluzione“

ha confermato un portavoce di Netflix al Sole 24 Ore. Con la nascita della nuova società, sarà dunque possibile conoscere i ricavi generati da Netflix in Italia e per il gruppo cambierà la relativa tassazione, che vedrà peraltro aggiungersi all’Iva (già versata in Italia fin dal 2015) anche le imposte sui redditi dei lavoratori trasferiti o assunti nel Paese.