Giorgio Tirabassi
Si è distinto per aver prestato il volto a personaggi che hanno lasciato il segno. Dagli esordi di 14 anni fa con Ultimo all’ultima avventura di Benvenuti a Tavola – Nord vs Sud, Giorgio Tirabassi, grazie ad una indiscussa preparazione ed una fedele e proficua collaborazione con la Taodue di Pietro Valsecchi, si è distinto all’interno della fiction di casa Mediaset. In un panorama non sempre accompagnato da grandi consensi di pubblico, è riuscito a diventare punto di riferimento per il pubblico con scelte mirate che ne hanno fatto apprezzare le qualità artistiche. Abbiamo cercato di saperne di più con il novello cuoco (per fiction) di Canale 5, alle prese con pentole e fornelli da questa sera alle 21.10.
Una nuova avventura nei panni di un cuoco. Sai che non ti ci vedo?
Non c’è questa immedesimazione nel personaggio perchè l’obiettivo è quello di costruire una commedia. E come in tutte le commedie c’è un’alterazione della realtà. In questo caso c’è la costruzione di un padre di famiglia che porta in primo piano questa sfida tutta sua, coadiuvato dalla famiglia.
Quindi la cucina come scusa per parlare di un ‘conflitto’ nord-sud?
Più che tra nord e sud, tra due famiglie. Questo conflitto nord-sud è rimasto un po’ nelle intenzioni; era inevitabile stare molto attenti ai luoghi comuni, alle caricature… anche perchè alla fine non c’è più tutta questa differenza tra nord e sud. Non siamo più negli anni 60, si è omologato tutto. Certo, rimangono i pregiudizi…
Per esempio?
Per esempio su quelli del nord che hanno la puzza sotto al naso, o su quelli del sud che sono caciaroni, poco precisi. Si usa la parola ‘terrone’; si usa la parola ‘polentone’, ma rimane tutto un po’ li. Infatti il titolo iniziale della fiction era Famiglia Italiana.
Le ragioni della modifica del titolo risiedono nel successo cinematografico di Benvenuti al Nord e Benvenuti al Sud?
Un po’ quello, e un po’ per far capire che si trattava di cucina. Qualcosa sulla cucina doveva esserci per attirare un po’ il pubblico, e alla fine sono arrivati a questo titolo.
L’aver interpretato un cuoco ti ha insegnato qualcosa a livello culinario?
Siamo stati in alcune cucine visto che personalmente sono sempre stato dall’altra parte, ovvero in sala. Dovevamo un po’ capire che succedeva dietro. E così siamo andati nelle ore di punta nelle cucine di alcuni ristoranti, abbiamo fatto un brevissimo corso al Gambero Rosso e abbiamo capito quali erano i fondamentali per muoverci bene in cucina.
Qualcuno dice che a tavola si risolvano anche le questioni più delicate…
Il tavolo è di per sè luogo dove le persone parlano e si confrontano. Certo, è pur vero che l’Italia è forse l’unico paese dove a tavola si parla di cibo. A pranzo si decide cosa mangiare la sera.
Come vedi la fiction Mediaset e la fiction Rai?