Prima di iniziare a “far parlare il mio cuore“ perché sarebbe errato dire “prima di iniziare a scrivere” questo articolo, vorrei fare una piccolissima premessa: avrei voluto intitolare questo articolo “Caro Lucio ti scrivo”, forse scontato ma diretto ed esaustivo. Poi mi sono ricordato che nel testo di “Balla balla ballerino” lui, Lucio, chiosava cantando “Che commozione che tenerezza” esattamente la conditio nella quale ci troviamo un po’ tutti, addetti ai lavori e non. Ma con il titolo di questa canzone (“Balla balla ballerino”) il Maestro ha inconsapevolmente ricordato la triste dipartita di un amico di tutti noi, un ballerino conosciuto da tutti come Er Califfo, Fabio Benedetti, un grande professionista, morto ieri anche lui stroncato da un infarto. E lui, Lucio il poeta, è stato grande anche in questo, attraverso la sua musica e la sua poesia, ha inconsapevolmente permesso di ricordare una persona amata da tutti, forse conosciuta da pochi ma che credo meritasse di avere l’onore di essere citato in un articolo.
Non ero amico di Lucio Dalla, sarei un venditore di fumo, ma l’ho conosciuto per lavoro 5 o 6 volte al Festivalbar, con Maurizio Costanzo, con Fiorello e a Buona Domenica. Ecco, quelle volte che ci siamo incontrati per lavoro mi sono bastati per capirne la grandezza.
Quando lo incontravi la prima volta veniva spontaneo parlarci normalmente perché lui era così, senza barriere, una persona gentile, sorridente che non faceva distinzioni dei ruoli: autori, conduttori, macchinisti per lui erano tutti uguali. Era l’anno 1997 venne a Buona Domenica a cantare “Canzone “ scritta da Samuele Bersani e quando entrò in studio e vide Costanzo, si salutarono calorosamente poi girandosi disse a tutti i presenti:
“Lui, quando non mi voleva nessuno perchè ero brutto, piccolo, calvo e peloso fu l’unico che mi invitò al Costanzo Show e mi dette l’opportunità di andarci più volte a parlare della mia musica e dei miei interessi”.
Costanzo, arricciandosi i baffi, si ritrasse e gli rivolse un sorriso pieno di affetto.
Un’altra volta nel 2005 tornò a promuovere il suo disco nuovo, cantò due pezzi e fece una lunga chiacchierata con Costanzo ricordando, come un tatuaggio, il ricordo indelebile dei suoi inviti al Costanzo Show ma la cosa che più mi fece effetto fu quando, dopo programma, mentre ero in macchina per rincasare, squillò il telefono: era un 348 che non conoscevo, risposi ed era Lucio che mi voleva ringraziare; mi tenne compagnia con il suo entusiasmo quasi fin sotto casa. Ecco, questo dimostra la grandezza dell’uomo, la sua semplicità, educazione, rispetto. Valori ormai sconosciuti ai più.
Lo vorrei ricordare così, altri parleranno delle sue meravigliose canzoni, le sue poesie. Un paio di cose mi sovvengono: una sua partecipazione a Sanremo in coppia con il mitico gruppo degli yarbirds con il brano “Paff Bumm” , e poi, ma questa è cronaca recente, il suo ritorno a Sanremo con Carone dopo anni di latitanza da quel palco dove gorgheggiava felice dirigendo una grande orchestra. Ma l’ultimo dato che mi sovviene è 4 marzo 1943. Lucio da grande artista quale sei, non potevi aspettare due giorni che ti avremmo festeggiato come si conviene? Ma da uomo piccolo e discreto hai preferito andartene prima. Che commozione che tenerezza, ciao Lucio e Ciao Califfo.
Massimo Dorati
1. MisterGrr ha scritto:
1 marzo 2012 alle 20:27