Tra i classici tappabuchi estivi che contraddistinguono la stagione estiva, già di per sè scarna di succose novità, si è soliti assistere a centinaia di galà che spesso e volentieri consegnano premi prestigiosi ma, altrettanto spesso volentieri, vere e proprie patacche non meglio identificate.
Ma a fare capolino nei soleggiati palinsesti estivi ci sono pure numerosi concorsi di bellezza, solitamente minori ma comunque storici e degni di un minimo di riconoscibilità: tra questi si fa spazio sicuramente il prestigioso “The Look of the Year“. Trasmesso ieri sera sulla rete giovane del Biscione, abbiamo potuto “apprezzare” nella selezione italiana dell’edizione 2009 una Cristina Chiabotto in versione mora e un Tommy Vee in versione sempre più bassa, grazie anche ad un taglio di capelli inedito realizzato con la partecipazione della mucca Carolina. L’occasione sarebbe anche degna di un parterre decisamente prestigioso di giurati, ma questi purtroppo non erano disponibili. E’ per questo che a decretare la vincitrice abbiamo trovato la sempreverde Alba Parietti, accompagnata da Sofia Bruscoli, vincitrice del concorso nel 2004, la rediviva Thais Wiggers, l’ex gieffina Raffaella Fico e l’unico uomo, o meglio l’unico “non donna” che risponde al nome di Jonathan Kashanian, vincitore del GF quinta edizione.
Aspettarsi novità consistenti dai concorsi di bellezza è quanto mai audace e infatti l’iter classico che contraddistingue questo tipo di competizioni viene rigorosamente rispettato: l’ingresso delle 28 candidate accompagnate dalla musica di Dj Ilaria di Colorado e da una ballerina che inspiegabilmente danza dentro un’enorme flute colma d’acqua precede la prima scrematura delle miss. Una novità, non certo epica ma comunque degna di nota, riguarda proprio i cinque giudici che, dotati di un microfono, commentano a caldo le miss impegnate a sfilare. Manco a dirlo, la maggior parte dei commenti è affidata a Jonathan, che aveva promesso, in quanto unico maschietto della giuria, di riservarsi la parte del “buono” in mezzo a tante arpie invidiose, e infatti, come volevasi dimostrare, ci regala vere perle da gentiluomo: commenti talmente al vetriolo da far impallidire le colleghe presunte arpie.