Studio Aperto



19
marzo

TG CHE VAI, POLITICO CHE TROVI

Loghi TG

Che i telegiornali italiani siano, costantemente, impantanati nelle infide sabbie mobili della politica non è, certo, una novità. L’italica corsa alla notizia rischia però, oggi più che mai, di trasformarsi in una forsennata lotta a chi blandisce più e meglio il politico di turno attraverso stucchevoli e mal digeribili panegirici. Naturalmente, ognuno il suo. Con buona pace, dunque, dei cittadini e del loro sacrosanto diritto a essere informati in maniera completa, precisa e imparziale.

I dati sul pluralismo politico-istituzionale, relativi al gennaio 2009, diffusi dall’ Autorità garante delle comunicazioni, (dati in cui, per la prima volta, figura anche Skytg24), ci offrono un interessante spaccato sul rispetto delle norme relative alla par condicio da parte dei tg. Lo stesso organismo di garanzia, d’altra parte, è più volte intervenuto, in un recente passato, a sollecitare alle emittenti un riequilibrio del “tempo di parola” (quello in cui il soggetto politico o istituzionale parla direttamente) fra le forze politiche e fra le forze politiche e il governo.

Scorrendo i dati, si evince un sorprendente sorpasso del Pd ai danni del Pdl, in termini di presenza nei notiziari, (Tg1 Pd 18,53% / Pdl 16,51%, Tg2 Pd 15,12% / Pdl 14,14%, Tg3 Pd 25,92% / Pdl 13,48, Tg5 Pd 14,54% / Pdl 11,11, Studio Aperto Pd 19,22% / Pdl 18 ,77%, Tg La7 Pd 15% / Pdl 6,01, Skytg24 Pd 23,79% / Pdl 9,83%). Un recupero, quello del Pd, che risulta, però, drasticamente ridimensionato, se non addirittura vanificato, se ai dati del Pdl sommiamo quelli relativi allo spazio dedicato al Premier in persona e al Governo.




16
gennaio

EMILIO FEDE CONDUCE OGGI STUDIO APERTO PER CELEBRARE LA MAGGIORE ETA’ DELL’INFORMAZIONE TARGATA MEDIASET

Emilio Fede @ Davide Maggio .itNella notte tra il 16 e il 17 Gennaio del 1991 nasceva l’informazione Mediaset in diretta. Emilio Fede, oggi Direttore del Tg4, allora al timone dell’unica testata giornalistica del Gruppo, Studio Aperto, diede per primo, collegandosi con gli Stati Uniti, la notizia delle bombe che cadevano su Baghdad. La prima guerra del golfo era scoppiata.

Sono passati 18 anni da quel giorno, i notiziari televisivi privati, rotto il monopolio pubblico della diretta, sono diventati una risorsa per tutti i telespettatori, che oggi possono scegliere all’interno di una offerta ampia, libera e pluralista.

Per ricordare quelle due parole pronunciate dal conduttore: “Hanno attaccato!” e quei minuti che hanno cambiato la storia della televisione italiana, venerdì prossimo, 16 gennaio, durante l’edizione delle 12,25, Emilio Fede tornerà eccezionalmente dietro la scrivania di Studio Aperto. Nello studio della testata da lui fondata, con l’attuale Direttore Giorgio Mulè, Fede ricostruirà gli eventi, racconterà i retroscena, ricorderà le ragioni di una scelta che ha rivoluzionato l’informazione italiana.

Dichiarazione di Mauro Crippa, Direttore Generale Informazione Mediaset:


30
luglio

TUTTO IN 1 NOTTE: IL NUOVO LUCIGNOLO DI STUDIO APERTO?

Tutto in 1 Notte @ Davide Maggio .it

Studio Aperto torna alle origini. È questo ciò che si evince dalla prima puntata di ‘Tutto in 1 notte’, il nuovo programma di approfondimento firmato dalla squadra di Giorgio Mulè, andato in onda ieri in seconda serata su Italia1.

Un ritorno al Lucignolo degli primordi, quello per intenderci non ancora “infettato” da uno spropositato eccesso che ha visto nell’ultima testimonial - Melita la diavolita - la sua espressione massima. Un’inaspettata inversione di tendenza che ha consentito di mettere in piedi un programma di puro approfondimento, che racconta si la notte degli italiani ma che ben potrebbe riuscire ad avvicinare moltissimi giovani ad interessanti inchieste giornalistiche. Senza farsi mancare, ovviamente, qualche tetta qua e là, tanto per gradire.

Nei quattro appuntamenti in programma si indagherà tra le “nuove mode” del mondo giovanile. Le stesse mode che, in molti casi, portano a quei tragici fatti di cronaca che la trasmissione prenderà in esame ogni settimana. Nella prima puntata, i giornalisti di Studio Aperto si sono recati in tre luoghi significativi di questa estate: Lloret del Mar, dove è stata assassinata qualche settimana fa la giovane Federica Squarise; Londra, dove sono diventate usuali ormai le accoltellate tra minorenni; e il Veneto, in cui è morta da poco una ragazza per aver assunto una pasticca di ecstasy.





25
marzo

LUCIGNOLO SI, LUCIGNOLO NO

Giorgio Mulè @ Davide Maggio .itIl Direttore di Studio Aperto non è più lo stesso. Nel senso che è cambiato, come saprete, lo scorso settembre quando Giorgio Mulè (nella foto), già direttore di VideoNews, testata giornalistica trasversale alle tre reti Mediaset, è stato chiamato a prendere il posto di Mario Giordano passato alla direzione de Il Giornale.

Conseguentemente, il ruolo ricoperto da Mulè in VideoNews fu, invece, assunto da Claudio Brachino.

Premessa necessaria, quella appena fatta, per capire il “problema” di cui stiamo parlando.

Un cambio di direzione comporta, infatti, anche l’arrivo di una nuova linea editoriale che rispecchi le scelte del direttore di turno.  

Stando ad indiscrezioni, proprio sulla base di questa nuova linea editoriale, il nuovo direttore di Studio Aperto, che in molti vedrebbero seduto sulla scrivania di direttore del TG5 subito dopo le elezioni del prossimo aprile, non vorrebbe saperne nulla della “creazione” di Mario Giordano : il settimanale di approfondimento del TG di Italia1 “Lucignolo“. 

Claudio Brachino @ Davide Maggio .itDi diverso avviso sarebbero i giornalisti coinvolti che vorrebbero che la trasmissione venisse regolarmente realizzata anche col nuovo direttore.

Il testa a testa fra i “si” e i “no” potrebbe risolversi con un compromesso.

Si dice, infatti, che Lucignolo potrebbe essere realizzato negli studi di Cologno Monzese e non più sotto la responsabilità di Studio Aperto bensì sotto quella di Videonews di cui Claudio Brachino è direttore.

Vedremo nelle prossime settimane!


26
settembre

MA STUDIO APERTO E’ UN TELEGIORNALE?

Telegiornali @ Davide Maggio .it

Alcuni giorni fa, parlando del restyling del TG1, ho pensato di sondare tra i lettori di DM quale telegiornale seguissero con più assiduità.

Ciò che ne è venuto fuori non poteva passare inosservato e un post di analisi era indispensabile.

A far riflettere non è tanto il vincitore del sondaggio ma il telegiornale piazzatosi secondo.

A seguire, infatti, il TG5, risultato il telegiornale preferito, troviamo nientepopodimenoche Studio Aperto.

Un posizionamento che giunge inaspettato poichè il telegiornale di Italia1 è da sempre bersaglio di critiche per la linea editoriale non proprio “canonica”.

Un telegiornale che, in pratica, preferisce il gossip alla cronaca e “sbatte in prima pagina” la bella di turno, la coppia più glamour o il calendario più hot del momento. Per farla breve, tette e culi a volontà rubano “la scena” a notizie di cronaca “leggermente” più macabre ma probabilmente più serie.

A questo punto mi sono chiesto se le critiche che si spendono nei confronti di Studio Aperto abbiano un fondamento oppure siano frutto del moralismo tutto italiano che “colpisce” un telegiornale perchè colpevole di preferire argomenti più frivoli ma senza, per questo, perdere la propria “etichetta” di telegiornale.

Certo, la spettacolarizzazione della notizia è ormai abitudine diffusa nel nostro paese e il telegiornale è diventato un programma che, al pari degli altri, lotta per battere gli avversari. 

Nel caso del telegiornale di Italia1, però, la linea di confine tra un telegiornale e un rotocalco rosa sembra essere molto sottile.

Per quanto mi riguarda, pur non condividendo la linea editoriale di Mario Giordano, sono dell’avviso che ci si trovi in presenza di un telegiornale un po’ sui generis ma che riesce a far breccia su un determinato target di telespettatori (trascurato dagli altri tg) senza pretendere, naturalmente, di sostituirsi ai telegiornali per così dire… principali. Il target è ovviamente quello dei telespettatori più giovani ed è in linea con quello di riferimento della rete.

Il risultato del nostro sondaggio ne è, d’altro canto, la conferma. E’ noto che il popolo della rete sia un popolo giovane e tra l’altro particolarmente curioso… anche e soprattutto delle forme della “diavolita”!

La cosa singolare, però, è che il telegiornale di Mario Giordano nell’edizione delle 12.25 totalizza degli ascolti straordinari.

Pensate che Studio Aperto è riuscito a portare a casa anche il 28% di share. Nell’edizione di ieri, 2.412.000 ascoltatori sono stati sintonizzati sul telegiornale della rete giovane del biscione con uno share del 20,61%.

Saranno tutti studenti che hanno fatto X a scuola oppure è innegabile che, discutibilità a parte, questo concetto singolare di telegiornale piace?

23due88_ ci segnala il record di tutti i tempi di Studio Aperto del 11 luglio 2006 :  4.276.000 telespettatori totali e il 42.65% di share nel target commerciale.





26
agosto

L’ “inCORONAzione” DEL TG1

Fabrizio Corona / Gianni Riotta @ Davide Maggio .it

Strana gente gli italiani!

Tutti bravi a scandalizzarsi per le “ignominiose gesta” di Fabrizio Corona ma tutti bramosi di parlarne.

La classica ipocrisia tutta italiana secondo la quale proprio non si riesce a fare meno di seguire coloro di cui si parla male.

Un po’ come accade con quegli uomini che non distolgono lo sguardo dallo schermo durante la tramissione di Beautiful ma negano di essere  dei fedelissimi della soap oppure con quegli italiani che dedicano la domenica pomeriggio al “surf di Buona Domenica” (o, ancora peggio, al successivo Ring) ma si indignano per ciò che il contenitore domenicale trasmette.

Ebbene! Negli ultimi tempi l’indignazione più forte gli italiani la provano per il fotografo più lelemorizzato del belpaese e conseguentemente, per l’ipocrisia di cui prima, Fabrizio Corona è sulle labbra di tutti. 

E parlarne, gridando allo scandalo, è diventato imprescindibile anche per coloro che fanno (o dovrebbero fare) informazione. 

Ci è cascato anche il direttore del TG1, Gianni Riotta, che nei giorni passati si è sbizzarrito a farcire le edizioni del proprio telegiornale con l’indispensabile notizia dell’arrivo a Garlasco, set di un triste omicidio, del re dei paparazzi.

Un servizio autonomo che, con dovizia di particolari, ha raccontato l’arrivo di Corona sul luogo del delitto con tanto di intervista incorporata.

Un tipico servizio alla Studio Aperto, tanto per intenderci.

Con la differenza che il leit motiv del telegiornale di Italia 1 è noto a tutti e Mario Giordano non ha mai negato l’attitudine “gossippara” del Suo tg.

Con tutta probabilità gli straordinari ascolti del telegiornale di Italia 1 iniziano a far gola ai protagonisti dell’informazione italiana che, conseguentemente, s’adeguano.

Si adeguano alle contradditore regole di un paese anomalo. Un paese che, fondandosi ormai sul gossip, riesce a dare fama, popolarità, successo e gloria a chi non se la merita neanche un po’.

D’altro canto, se c’è chi arriva a speculare sulla morte della propria cugina pur di conquistare la tanto agognata fama (che tra l’altro è arrivata)… c’è poco da stupirsi.

Un paese alla… Corona, insomma!

E a Corona bisogna attribuire il merito d’averlo capito e soprattutto sfruttato.

Alla faccia di tutti!

Per la cronaca :

Fabrizio Corona avrebbe offerto alle Gemelle K 10.000 Euro per posare ed essere fotografate “agghindate” da veline! E sono passati solo dieci giorni dalla morte della cugina Chiara Poggi…


10
febbraio

IRENE PIVETTI, LA CATWOMAN DEL PICCOLO SCHERMO!

Irene Pivetti, CatWoman @ Davide Maggio .it

Valeria mi chiede di parlare di CatWoman che, chiariamo subito, non è un film in uscita nelle sale italiane.

Ha calamitato l’attenzione dell’opinione pubblica un servizio apparso su Gente in cui l’ex Presidente della Camera, Irene Pivetti, faceva sfoggio del Suo nuovo look.

Da CatWoman, per l’appunto!

Come un fulmine a ciel sereno, si è abbattuta sulla conduttrice di Tempi Moderni una valanga di polemiche che ha coinvolto il CDR di VideoNews (struttura che gestisce l’informazione di Mediaset) sino ad arrivare al coordinamento dei CDR Mediaset.

La cosa singolare è che i su citati cdr hanno ritenuto offensivo per la categoria (quella dei giornalisti) il nuovo “Pivetti Style”.

A prescindere dall’eccessiva interferenza dei giornalisti che si sono “avvicinati” alla questione, ho trovato perfetta la replica della camaleontica giornalista.

Irene Pivetti ha, da una parte, sottolineato come il proprio programma sia un programma di infotainment e non esclusivamente di informazione e dall’altra ha invitato i propri detrattori a occuparsi dei contenuti dei prodotti piuttosto che delle “vesti” dei professionisti dell’informazione.

E mi trova pienamente d’accordo.

L’accento è stato puntato su Studio Aperto e Lucignolo. Con tutte le ragioni di questo mondo (non a caso Lucignolo ha anche vinto un TeleRatto! Eh eh).

Videonews risponde che, “naturalmente la lettera del Comitato di Redazione sulla vicenda non voleva entrare nel merito delle scelte stilistiche di Irene Pivetti. Non si trattava affatto di una querelle sul suo bon ton ne’ sui suoi gusti. Ma delle sostanziali differenze tra fare informazione e dare spettacolo [omissis]“.

Studio Aperto, naturalmente, respinge le critiche al mittente affermando che “nel difendersi dalle critiche mosse dalla redazione di Videonews in merito alle sue ‘performances’ artistiche [omissis] la signora Pivetti non ha trovato di meglio che attaccare i servizi di “Lucignolo” e ha ritenuto “inopportuno l’accostamento di una trasmissione di approfondimento giornalistico alle esibizioni della signora Pivetti“.

Non s’è fatta attendere l’ulteriore replica della Pivetti.

A questo punto Mediaset dica con chiarezza cosa vuole da me. Anche a me sarebbe piaciuto fare un programma giornalistico [omissis]. Mi hanno obbligato invece a fare un programma di infotainment e gia’ ai tempi di “Liberi Tutti” mi avevano chiesto di inserire il gossip [omissis]“.

In relazione alle polemiche del cdr di Studio Aperto dice : “Ma che cosa vogliono? E’ sotto gli occhi di tutti che Lucignolo e’, si’ un programma di informazione ma anche di infotainment, basta pensare ai loro servizi sugli scambisti o sulle prostitute. Non capisco proprio la loro reazione”. L’ex presidente della Camera punta l’indice contro il ‘razzismo di casta’ dimostrato dai giornalisti Mediaset, “un giornalismo di stampo ottocentesco“. [omissis]Ce l’hanno con me perche’, diciamo, forse non ho ceduto a compromessi o perche’ ho difeso Lele Mora”. “Non me la sono presa con Cristina Parodi, ottima giornalista e anche gran bella donna, ne’ con Lucignolo. Mi sono solo limitata a dire cose oggettive”.

E se fosse solo invidia quella delle giornaliste di Mediaset, ingelosite per gli exploit artistici della collega Pivetti?!?


6
febbraio

LA STRAGE DI ERBA VA DI MODA. Questa volta il post lo fate voi con i commenti…

I migliori commenti verranno riportati nel post con il link al blog dell’autore (qualora presente).

  • France :

Ognuno ha il suo modo di affrontare il dolore…questo mi pare un pò discutibile però…Sicuramente la moda ha delle uscite un pò trash, ma non sono sicura che gli stilisti gli abbiano proposto di lavorare senza che lui abbia manifestato una qualche volontà. L’amicizia con Corona parla chiaro…forse è stato proprio il fotografo a metterlo in contatto con i vari stilisti. Spero solo che dietro tutto questo ci sia solo la voglia di reagire ad un dolore troppo grande e non sia invece un’occasione per speculare sul dolore e sulla pietà dell’opinione pubblica…

  • kiara :

[...] lo scandalo non e’ che accetti ma che glielo propongano. [...]

E’ proprio vero che non c’è mai limite al peggio. E mi riferisco a Studio Aperto: un servizio inutile, alla ricerca di un sensazionalismo scontato [...]