Stipendi RAI



11
giugno

PUBBLICA L’AZIENDA, PUBBLICI GLI STIPENDI CHE APPRODANO NEI TITOLI DI CODA.

Dopo la recente approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di un emendamento che porta la firma di Bossi e Calderoli, che prevede, per i dirigenti della tv di Stato, tagli agli stipendi che vanno dal 5 al 10%, l’altra notizia degna di nota riguarda la pubblicità dei compensi per format e conduttori della televisione pubblica.

Se sino ad ora siamo stati abituati a “fare i conti” con macchinisti, registi ed assistenti di studio, nel futuro prossimo potremo farli sul serio con le principali star dell’intrattenimento i cui compensi saranno resi pubblici nei titoli di coda. Tutto questo in nome di una “trasparenza” fortemente voluta nel servizio pubblico già lo scorso dicembre dal ministro Brunetta.

Tutti pronti, dunque, a fare i conti in tasca alla Clerici, a Carlo Conti e a Simona Ventura, per fare alcuni nomi, anche se, in realtà, i più curiosi potranno soddisfare la loro voglia di conoscere compensi e guadagni dei volti di punta della tv pubblica già oggi visto che il settimanale l’Espresso in edicola ha pubblicato molti degli stipendi in anteprima. Una delle dive più pagate è, manco a dirlo, Antonella Clerici che, se in scadenza di contratto guadagnava 1,5 milioni di euro (compenso che comprendeva anche la conduzione di Sanremo) per rinnovare la sua permanenza in Rai sembra che abbia ottenuto qualcosina in più. Il “paperone” per eccellenza sembra essere Fabio Fazio che sfiora i 2milioni di euro l’anno con il suo “Che tempo che fa” mentre il golden boy della prima rete, Carlo Conti, per l’immensa mole di lavoro a cui si sottopone ogni anno tra Eredità, Migliori Anni, Aria Fresca si rivela un vero e proprio affare: “solo” 1,3 milioni di euro a stagione.




3
giugno

RAI, CALDEROLI VUOLE UNA DIETA ANTI-CRISI:”STOP AGLI STIPENDI D’ORO O SI RIDISCUTA IL CANONE”

Dopo il lanciafiamme, quello per bruciare 375mila leggi inutili, vai con la cesoia. Roberto Calderoli ha già impugnato il forbicione ed è pronto a dirigersi in Viale Mazzini. Stavolta il ministro per la Semplificazione vuole tagliare sprechi e contratti milionari nella tv pubblica, ritenuta dispensatrice di stipendi d’oro e prebende anche a chi non si ammazza di lavoro. In un periodo in cui la crisi economica ha costretto i governi europei a varare politiche che prevedono sacrifici e vigorose tirate di cinghia, l’esponente della Lega ha espresso l’intenzione di voler adeguare anche la Rai ad un regime di austerity.

A pochi giorni dall’approvazione della manovra anti-crisi del Governo, Calderoli ha invocato una presa di responsabilità da parte di tutti i settori pubblici, tv compresa. “A fronte di questi sacrifici, dobbiamo chiederne anche al concessionario del servizio radiotelevisivo pubblico, ossia alla Rai. Non esistono al mondo liquidazioni come quella di Santoro o stipendi da favola pagati per stare in panchina e non lavorare” ha affermato. Nel caso questo non avvenga, ha intimato il ministro, “si ridiscuta il pagamento del canone”. Considerazioni ragionevoli e condivisibili, soprattutto nella critica agli sprechi. Dai banchi dell’opposizione qualcuno le ha subito definite di “facile demagogia”. In effetti un taglio drastico, per quanto auspicabile, pare sin da subito un’illusione in quanto anche la Rai deve adeguarsi a logiche concorrenziali e di mercato che ormai hanno viziato l’intero sistema televisivo e dalle quali è rischioso sganciarsi.

Da parte sua, il Presidente della Rai Paolo Garimberti dà un colpo al cerchio e uno alla botte. Da un lato tiene a precisare che il canone italiano è il più basso d’Europa, denunciando però un’evasione del 30% dal suo pagamento, dall’altro assicura che la Rai è già pronta ad approvare un piano industriale che prevede una riduzione delle spese. Anche Sergio Zavoli, presidente della commissione di Vigilanza, è intevenuto sulla questione riconoscendo a Calderoli di aver messo il dito su un nervo scoperto e rivelando poi che “un ridimensionamento di taluni stipendi anche in Rai è un problema che la Vigilanza ha all’ordine del giorno”.

Condivi questo articolo:
  • Facebook
  • Twitter
  • Digg
  • Wikio IT
  • del.icio.us
  • Google Bookmarks
  • Netvibes

,