Sono passati vent’anni, eppure il terremoto di Tangentopoli continua a far discutere, a dividere. Ad accendere antiche ed attualissime dispute. Stavolta ad attizzare la dialettica attorno all’anno zero della Seconda Repubblica è stata 1992, la serie tv prodotto da Wilside in onda su Sky Atlantic e Sky Cinema 1 dedicata alla turbolenta fase storica che cambiò la politica e la società italiana. Lanciata in contemporanea in cinque paesi, la fiction – di cui stasera vedremo il terzo e quarto e episodio – ha diviso soprattutto la critica, con un’evidente disparità di opinioni tra i giudizi espressi in Italia e all’estero.
1992 – La serie. I commenti della stampa estera
Fuori dal Belpaese, infatti, la produzione è stata celebrata con elogi. All’indomani del debutto al Festival di Berlino, ad esempio, il Frankfurter Allgemeine Zeitung ha applaudito 1992: “raramente un paese ha il coraggio di guardarsi allo specchio come in questo caso” ha scritto il quotidiano tedesco. Buoni anche i giudizi espressi dal francese M Le Magazine Du Monde e dalla rivista Variety, che ha parlato di “gran bel colpo per l’industria televisiva italiana“. All’estero, insomma, la serie tv è piaciuta ma in Italia – dove i fatti evocati si sono svolti – l’accoglienza non è stata altrettanto unanime.
1992 – La serie. Le critiche in Italia
Nessuno è profeta in patria, del resto. E, infatti, dalle nostre parti la messa in onda di 1992 ha diviso e innescato critiche, in alcuni casi anche piuttosto taglienti. Lo stesso Antonio Di Pietro, che fu protagonista di Tangentopoli in qualità di magistrato, ha trovato la ricostruzione filmica poco corrispondente alla realtà. “Qui mi sembra che Mani Pulite sia solo uno sfondo, una scusa per raccontare altro” ha affermato l’ex giudice, come riporta Il Secolo XIX, aggiungendo: “fate rigirare Borrelli nella tomba” (gaffe dipietresca, visto che l’ex pm Borrelli è ancora vivo).