Ore 00.20: volge al termine la quarta lunghissima puntata del talent show di Raidue. Nonostante non ci siano state scenate da parte dei giudici e nonostante il numero più contenuto di ospiti e altri fattori esterni, i titoli di coda giungono ad ora tarda, senza lasciare nemmeno molto spazio all’esclusa della serata che risponde al nome di Ornella Felicetti (della categoria capitanata da Morgan).
Davvero poche le cose da segnalare sulla serata, perchè tutto è andato “come liturgia prevedeva”: buoni contenuti musicali, lunghe diatribe tra i giudici, nessun guizzo o intemperanza. L’incipit della trasmissione è stato dedicato alla chiusura del “caso Mori“ (qui l’accaduto): poche parole da parte di Facchinetti, un video rievocativo delle emozioni e dei successi sfornati dal talent show e una chiusura prevedibile e poco originale: “Perchè X Factor avrà al suo centro, sempre e solo una cosa: la musica!“. Archiviato l’incidente diplomatico, riprende la gara e il collaudato meccanismo del format.
Il giudizio finale sulla puntata non ritieniamo possa andare oltre ad una “sufficienza risicata”, senza infamia e senza lode: quando “i giudici fanno solo i giudici” chiunque si aspetti un programma “rock” e scattante, è destinato a rimaner deluso e si ritrova difronte ad un programma lento e un pò stanco. Con il passare degli appuntamenti infatti, il fantasma della Ventura si materializza sempre più durante i momenti non-musicali: la Mori – ieri sera in versione Moira Orfei – non offre a Facchinetti gli stessi assist che lanciava la “Mona nazionale”, la Maionchi per sua stessa ammissione ”si sente un pò scarica” e Morgan (già destinato alla vittoria, avendo la squadra probabilmente più forte) spesso esagera nelle sue caricature intellettuali, consapevole di non avere un degno avversario in termini di personalità ed egocentrismo. A differenza di altri casi eccellenti, risulta indovinata questa volta la scelta del quarto giudice perchè Claudio Cecchetto “ne capisce”, interagisce e dà il suo personale contributo alla causa. Da segnalare inoltre, la “non-presenza” degli acclamati Pooh: probabilmente a causa dei tempi stretti, gli annunciati collegamenti con l’ultimo concerto della band sono stati pochi e piuttosto sterili. Facchinetti ha provato ad infondere un pò di commozione in studio, ma è stato schiacciato dalla scaletta e dalla necessità di portare a termine la maratona.
Scopri dopo il salto la cronaca della puntata e le irriverenti “7 note”.