La Fattoria prova a voltare pagina, e al giro di boa del primo mese, orfana di Fabrizio Corona, punta sul resto dei contadini (finalmente) per cercare di risollevare le sorti della fazenda, e i non esaltanti dati di ascolto. Pardon, stando a quello che dice la conduttrice, “i risultati ci sono”, e sono la conseguenza dei contenuti. Sicuramente la signora Perego ha più fantasia di quella dimostrata dai suoi autori. La quarta puntata è, infatti, ispirata in gran parte a “quelli che ce l’hanno fatta“, gli invidiatissimi reality di successo. In che modo?
Ad aprire le danze è il momento “C’è Posta per Te“, che vede Carla Velli in lacrime per una lettera della sorella, e Marianne alle prese con il suo ex-fidanzato, tale Cesàr, che promette di non mollare la sedia in studio fin quando la Lucy’s Angel non le dirà che è finita. Lei tace, continua a baciare Petrone, e noi ci becchiamo l’ennesimo personaggio da soap sudamericana. Che fortuna. A proseguire nella missione “ascolti venite a noi“, c’è la prova in perfetto stile “Isola dei Famosi“: montaggio serrato, musiche apocalittiche e il rallenty che ha reso famose le imprese dei naufraghi di Raidue.
Ma come avrebbe detto il compianto Corrado, non finisce qui! Arriva anche l’eliminazione “secca” alla quale ci ha abituati da qualche tempo il Grande Fratello, con l’eliminando Baldini che minaccia di piangere e si becca del “patetico” da parte della sempre più in forma Marina Ripa di Meana. E di fronte al buon Marco che si fa prendere dalla disperazione in una stalla, vien quasi da essere dalla parte della nobile contessa. A chiudere l’excursus nei reality di casa nostra è la sfida lanciata dalla new – entry Guillaume a Rocco Pietrantonio; “La Talpa” si fa viva in Brasile, con il suo fuoco, la lotta all’ultimo sforzo e l’atmosfera pseudo-tesa che tanto piace alla Perego; il modello di origine francese, tempestivamente soprannominato dalla strega Batista “King Kong“, entra in gara. E noi di DM non avevamo dubbi, tanto da avervelo anticipato già ore prima che Mara Venier imparasse a pronunciarne il nome.