Giovanni Stella



7
aprile

CARLO FRECCERO VERSO LA7 AL POSTO DI PAOLO RUFFINI?

Carlo Freccero

Carlo Freccero

Lui ha parlato di mobbing da parte dell’azienda pubblica, che da anni lo relega in un sottoscala di Viale Mazzini a gestire le attività minori che, puntualmente, diventano un successo. Rai4 è un piccolo gioiello che, nonostante gli investimenti, è riuscito a primeggiare tra le reti digitali raggiungendo l’1% di share in quasi tutte le fasce orarie.

Ma l’azienda pare fare orecchie da mercante: se per Rai4 viene speso un milione di euro e la Sipra ne incassa ben 13, per Rai5 – che invece sin dalla nascita ha avuto appoggio incondizionato dai piani alti nonostante gli ascolti tutt’altro che eccezionali – si va in pareggio con una spesa di 8 milioni di euro e un incasso di 8 (fonte: il Fatto Quotidiano). Carlo Freccero, che nel mentre ha chiesto la possibilità di produrre fiction e intrattenimento (proposta rimandata al mittente però), non ci sta e si sfoga a mezzo stampa contro il settimo piano, annunciando anche ricorso per i 10 giorni di sospensione inflittigli a causa della famosa telefonata con il giornalista di Libero.

Ma il Direttore della quarta rete pubblica non sta certo con le mani in mano: stando a quanto rivelato dal sito Lettera43 pare che Freccero abbia avuto dei colloqui con Giovanni Stella, l’AD di Telecom Italia Media, per subentrare a Paolo Ruffini e riportare in auge una rete che nell’ultimo periodo, nonostante l’innesto di diversi artisti “ripudiati” da Viale Mazzini, non riesce a decollare. I contatti sembra ci siano stati prima del fattaccio relativo a Fisica o Chimica, e Stella lo voleva inizialmente come supervisore dei programmi.




5
aprile

LA7, PAOLO RUFFINI MINACCIA LE DIMISSIONI?

Paolo Ruffini

Aria tesa in quel di La7, dicono che il tempo stia cambiando. Pare che il direttore di rete Paolo Ruffini abbia minacciato di dare le dimissioni in aperta polemica con l’Amministratore Delegato dell’emittente, Giovanni Stella. Lo riporta il sito Dagospia, che parla anche di una accesa lite tra i due. A quanto risulta, i contrasti tra i vertici di La7 avrebbero preso consistenza nelle ultime settimane a seguito di alcune decisioni non condivise.

Da parte sua, Ruffini si sarebbe innanzitutto trovato a giustificare una serie di ascolti deludenti registrati da alcune trasmissioni da lui stesso volute. I programmi di Serena Dandini, Sabina Guzzanti e Camila Raznovich (solo per citarne alcuni) non sono infatti decollati, come invece sarebbe dovuto accadere. A seguito di questa circostanza, il direttore di rete potrebbe aver fiutato il rischio che il suo potere d’intervento fosse in qualche modo ridimensionato.

A ciò si sarebbe aggiunto il boccone indigesto di alcuni nuovi arrivi non previsti dallo stesso Ruffini. Ad esempio, la notizia dello sbarco a La7 di Cristina Parodi, che sarà collocata nella fascia pomeridiana dell’emittente. Secondo Dagospia dovrebbero approdare alla tv terzopolista anche Max Giusti e Alba Parietti in prima serata. In questo caso, si resta però nella sfera delle indiscrezioni.

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28
agosto

MARCO TRAVAGLIO BACCHETTA L’AD STELLA: NON PRESE SANTORO A LA7 PER PAURA DI CRITICHE AI POLITICI ‘AMICI’

Marco Travaglio, Michele Santoro

Da “giustizialista” a giustiziere il passo è breve. E’ bastato che qualcuno mettesse in dubbio l’integrità di Michele Santoro per trasformare Marco Travaglio nel temibile Vendicatore brizzolato. La metamorfosi è avvenuta stamane sulla prima pagina del Fatto Quotidiano, innescata da alcune dichiarazioni che l’AD di La7 Giovanni Stella aveva rilasciato ieri al Giornale. “Con Santoro non abbiamo chiuso il contratto solo perchè lui pretendeva libertà assoluta… facile chiedere la libertà con i soldi degli altri” aveva proferito il vertice della tv di Telecom. Così il giornalista, compare televisivo del noto conduttore, ha impugnato la clava ed ha replicato al “Canaro” per fare giustizia.

Nel suo editoriale, Travaglio ha provato a smontare la versione di Stella, secondo la quale Santoro avrebbe preteso un’eccessiva autonomia dall’editore di La7. Il brillante vicedirettore del Fatto, in particolare, ha citato l’articolo 21 della Costituzione in riferimento alla tutela della libertà di espressione. E ha bacchettato il dirigente della tv terzopolista:

Non sappiamo quali editori conosca, a parte se stesso, il dottor Stella, ma in tutto il mondo libero funziona così: l’editore sceglie i giornalisti a proprio gusto secondo criteri professionali; dopodiché questi lavorano come meglio credono, in base alle regole fissate dal contratto nazionale (…) Se poi l’editore non è soddisfatto di loro, li licenzia per giusta causa. E alla fine è il giudice a stabilire se la causa era giusta o no

Se Michele Santoro è stato scaricato da La7 la colpa mica è sua. Piuttosto, ci saranno state altre motivazioni. Travaglio si è così messo a scandagliare le cause che avrebbero fatto saltare la trattativa tra il teletribuno e l’emittente. Per poi trarre una personale conclusione.





27
agosto

GIOVANNI STELLA SU SANTORO: “E’ FACILE CHIEDERE LIBERTA’ COI SOLDI DEGLI ALTRI. MICHELE HA BISOGNO DI UN NEMICO E SE NON LO TROVA LO CERCA NEL PROPRIO EDITORE”.

Giovanni Stella

Scalzato dal cavallo di viale Mazzini, Michele Santoro sembrava destinato a finire tra le braccia di Giovanni Stella, amministratore delegato del gruppo Telecom Italia Media che controlla -tra le altre reti- anche la “zona franca” dell’informazione chiamata La7. E invece Santoro le stelle le ha viste ma solo metaforicamente quando le trattative per il suo nuovo contratto sono cadute in un nulla di fatto. Colpa del Premier, dice qualcuno: Mister B. contrario ad un nuovo avvento dell’anchorman di Annozero, avrebbe fatto pressioni su La7 affinchè Santoro non trovasse spazio sull’emittente di TI Media.

Il dottor Stella, da quattro anni alla guida del gruppo, respinge le accuse e in un’intervista pubblicata oggi dal Giornale, nega di aver ceduto alle pressioni di Berlusconi e attacca Santoro che ancora oggi, a pochi giorni dal via della nuova stagione, resta un precario senza contratto:

Se mi avessero chiesto una cosa del genere avrei dato le dimissioni. Con Santoro non abbiamo chiuso il contratto solo perchè lui pretendeva libertà assoluta, nessun controllo su scaletta, ospiti e filmati. E’ stato lui a venire da me. Io ho una regola: nulla chiedere, nulla rifiutare, tutto verificare. Eravamo d’accordo su tutto: corrispettivo economico, collaboratori, tipo di prodotto, costo puntate. Ma nessun editore può dare carta bianca perchè ha la responsabilità finale di quello che va in onda“.

E continua:

(In Rai, ndr) gli facevano solo dei buffetti. Con me avrebbe avuto un osso ben più duro. Le regole si applicano a tutti: da Lerner a Piroso. Solo Mentana non deve riferire a me perchè, in quanto direttore, si assume tutte le responsabilità“.

Come a dire che in Rai si è fatto tanto rumore per nulla. Nonostante gli attacchi più o meno velati di Mauro Masi, e gli allarmismi sui contratti che puntualmente non venivano rinnovati, Annozero è sempre tornato in onda, almeno fino a quando l’azienda e Santoro non si sono accordati su un lauto compenso di buona uscita. Insomma per Giovanni Stella La7 non è la Rai, e se Santoro vuole totale libertà, dovrà arraggiarsi da solo:


24
giugno

LA7: TUTTO FUMO E NIENTE ARROSTO

Enrico Mentana e Geppi Cucciari

Enrico Mentana e Geppi Cucciari

Sembrava dovesse cadere il mondo, e invece a cadere sono state solo le speranze degli italici spettatori, convinti che per La7 fosse ormai giunta l’ora del grande salto dopo un’ultima stagione di grandi successi. E invece sarà probabilmente tutto rimandato a tempi migliori, in attesa – chissà – di novità a livello politico e di maggiore libertà a livello editoriale.

Alla fine l’unica banana, di quelle citate dall’AD di Ti Media Giovanni Stella, caduta dal servizio pubblico è stata quella di Michele Santoro che, dopo la provocazione dell’ultima puntata di Annozero – a conferma del legame che intercorre con l’azienda pubblica nonostante le continue liti con i piani alti – e il bis con tuttiinpiedi!, pare sempre più lontano dalla nuova destinazione. Se amore sarà, l’amato giornalista andrà ad inserirsi in un palinsesto fin troppo pieno di programmi di approfondimento e informazione, con il serio rischio di fagocitare (o di essere fagocitato dal)la restante programmazione del network targato Ti Media

La tematizzazione di La7 si fa infatti ancora più marcata rispetto al passato, ed è pronta a rimpolpare il proprio palinsesto con nuovi programmi dalla forte impronta politica, con la mission di acquistare il maggior numero spettatori, di destra e sinistra, delusi dall’informazione generalista di Rai e Mediaset. Una strategia vincente nel breve termine, ma che potrebbe portare qualche problema nel momento in cui il clima si rasserenerà. Anche perché il berlusconismo, e il conseguente antiberlusconismo che tanto successo riscuote nei pressi della terza rete pubblica da cui attinge non a caso pubblico, si avvia a conclusione. E quando il reality della politica sarà finalmente concluso, cosa ne sarà di una rete che si basa in gran parte proprio su questo tormentato racconto?





16
giugno

MICHELE SANTORO: LA7 TEME RITORSIONI DEL GOVERNO SULLA SUA CAMPAGNA ACQUISTI

Michele Santoro, Un giorno da pecora

Nella ‘Repubblica delle banane’ ci sono scimmie, macachi e gorilla. Fuor di metafora: la giungla mediatica del Belpaese è piena di insidie. Ne sanno qualcosa Michele Santoro e l’Ad di La7 Giovanni Stella, in questi giorni impegnati a siglare la trattativa che dovrebbe portare il conduttore Rai sulla Cenerentola delle generaliste. Ma qualcosa ostacola il patto del secolo: Telecom non può fare liberamente “campagna acquisti” perché altrimenti il Governo “potrebbe usare tutti i mezzi per sparare su Telecom” ha infatti denunciato Santoro. Oggi il conduttore ha parlato a ruota libera ai microfoni del programma di Radio2 ‘Un Giorno da Pecora‘.

In onda il paladino della libera informazione ha commentato le parole di Stella, che al Fatto aveva detto di aspettare “sotto il banano Rai i macachi-conduttori che pensano di scendere“. Cosa intendeva? “I quattro macachi sarebbero i programmi sgraditi alla Rai, che se ne vorrebbe liberare” spiega Santoro. Con quel giro di parole, prosegue il giornalista, l’Ad di La7 voleva dire: “io non faccio niente per andare sugli alberi ad offrire cesti di banane a questi macachi perché abbandonino la loro azienda, ma se mi cadono addosso, cosa posso fare se non farli lavorare per forza?“. Secondo questa versione, dunque, la rete del terzo polo non avrebbe fatto un grande sforzo per attirare verso di sè l’interesse di professionisti quali Fabio Fazio, Serena Dandini o Milena Gabanelli.

Questa è la più straordinaria descrizione del conflitto di interessi che io abbia mai sentito (…) perché in sostanza lui dice: io sono in una tv che fa parte di un grande gruppo telefonico, sarebbe un guaio se Telecom usasse le sue risorse per andare a fare una campagna acquisti nel campo dei concorrenti di Berlusconi” dichiara. Poi denuncia come l’emittente non possa andare a prendersi i conduttori che vuole “perché altrimenti il Governo potrebbe usare tutti i mezzi a sua disposizione per sparare su Telecom”. Con queste affermazioni rilasciate oggi a Radio2 Santoro sembra così avvalorare le voci secondo le quali il gorilla Silvio starebbe tentando di frenare in extremis la trattativa tra l’arcangelo Michele e La7 (maggiori dettagli qui).


9
giugno

LA7, MENTANA SUONA L’ALLARME: CON DE BENEDETTI SAREMMO MENO LIBERI

Enrico Mentana, La7

Sul futuro di La7 e del nascente terzo polo ci sono grandi aspettative. Si guarda ad essi come al nuovo che avanza, alla tv dei liberi professionisti che tutti aspettavano da tempo. Ma Enrico Mentana, che ha l’olfatto più fine di un segugio, ha fiutato che sul grande sogno mediatico soffia un venticello sospetto, di quelli che impediscono anche al nocchiero più esperto di prendere il largo. Da qualche tempo, infatti, l’emittente di Telecom Italia Media è in vendita (lo ha confermato nei giorni scorsi anche il suo AD Giovanni Stella) ed è in attesa di arruolare un socio che ne acquisisca il 40% della proprietà. L’avvento di un nuovo “padrone” ha subito fatto drizzare le antenne al direttore del Tg La7, già in allarme per gli eventuali condizionamenti che una diversa governance da quella attuale potrebbe imporgli.

La7 cambierebbe sia con Rcs sia con De Benedetti, soprattutto con De Benedetti” dice il  Mitraglietta in un’intervista a Il Giornale. I nomi da lui citati non sono affatto casuali, anzi, sono proprio quelli che - secondo le indiscrezioni – avrebbero messo gli occhi sull’emittente del terzo polo tv. In particolare, il patron di Repubblica è in attesa di una sentenza sul Lodo Mondadori che potrebbe regalare al suo gruppo un consistente gruzzolo (ai danni Mediaset, ndDM) pronto da investire in una quota societaria nel piccolo schermo. Un’eventualità che turba Mentana. “Stiamo bene con un editore forte, politicamente incolore” come Telecom, dice, ribadendo: “questo ci garantisce una libertà invidiabile“. “Se venissero Murdoch, De Benedetti o un prestanome di Berlusconi non sarebbe più così“.

Il giornalista rivendica di non aver mai ricevuto condizionamenti dall’attuale dirigenza  (“non mi hanno mai detto cosa fare. Il vantaggio è che, in televisione, la libertà si vede subito“) e sogna una La7 sempre più competitiva e terzopolista, precisando che “terzietà non significa schierarsi con il terzo polo di Fini e Casini, significa avere la forza di realizzare un prodotto libero per i telespettatori“. Al momento, però, nella squadra dell’emittente ci sono diversi giornalisti schierati e l’arrivo di Santoro sarebbe la ciliegina sulla torta della faziosità. Che dice, a riguardo, l’indipendente Mentana?


4
giugno

GIOVANNI STELLA, AD TI MEDIA: “UNO O DUE TRA FAZIO, SANTORO, FLORIS E GABANELLI VERRANNO A LA 7″.

Fabio Fazio e Giovanni Floris

Fabio Fazio e Giovanni Floris

Guai in vista per le generaliste di Rai e Mediaset. Pare infatti che La7 non si voglia affatto accontentare degli incredibili risultati del Tg di Enrico Mentana, di Otto e mezzo e de L’infedele ma voglia dare ancora linfa al prime time strappando quei professionisti scomodi (e attualmente senza contratto) di mamma Rai. Stando a quanto rivelato da Giovanni Stella, AD di Telecom Italia Media, a il Fatto Quotidiano almeno uno tra Fabio Fazio, Giovanni Floris, Michele Santoro e Milena Gabanelli finirà nelle braccia del terzo polo targato Telecom.  

“Le porte sono aperte e noi  abbiamo un accordo di massima con almeno due conduttori del servizio pubblico. Posso dire che uno o due verranno a La7, ma preferisco usare il condizionale: potrebbero. Vedremo nei titoli di coda chi avrà ragione”. 

Così si è espresso Stella, sperando, dunque, che i piani alti di Viale Mazzini non rinnovino i contratti o quanto meno non accontentino tutte le richieste delle “star” del centrosinistra. In pole al momento ci sono Fabio Fazio, che nelle battute finali di Che tempo che fa ha dato più di qualche indizio in merito (per maggiori info clicca qui) e che dovrebbe vedersi negata l’introduzione di una terza serata del suo meteo, e Michele Santoro, la cui sentenza (in Cassazione) sul reintegro è attesa a giorni. 

Vista la natura equilibrata del suo talk show, Giovanni Floris dovrebbe rimanere “fuori dai giochi” ma potrebbe comunque intervenire il “custode”, Beppe Caschetto, e trasferirlo nel suo feudo, La7 appunto, dove non a caso spopolano i suoi assistiti. Niente budget milionari, non potendoseli neanche permettere, ma piena libertà editoriale e contratti a rendimento (ossia premi per i risultati Auditel), sul modello di Enrico Mentana: questa è la promessa di Stella nel caso in cui la campagna acquisti vada a buon fine.