Cairo Communication



3
ottobre

LA7: SOVRASTIMATI (PER ORA) TUTTI GLI OBIETTIVI DI ASCOLTO DEI TALK

Urbano Cairo

Urbano Cairo

Urbano Cairo rassicura tutti, ed è certo che il nuovo palinsesto di La7 funzionerà nel lungo periodo. Ma intanto deve fare i conti con risultati ben al di sotto delle aspettative iniziali, anche perché le stime parlano chiaro: stando agli obiettivi dichiarati agli inserzionisti, infatti, pare proprio che Cairo Communication – come tra l’altro riportato da Italia Oggi – abbia un po’ troppo esagerato con i numeri, sovrastimando gli ascolti delle nuove produzioni. Tanto che, nonostante la fiducia riposta nei volti di rete e le dichiarazioni ottimistiche, è inevitabile che qualcuno verrà a battere casa, prima o poi.

Partiamo da 19e40, nuova striscia quotidiana condotta da Giovanni Floris in preserale. Stimata a 1 milione di spettatori per il mese di ottobre, ogni spot da 30 secondi viene venduto a 78 mila euro circa. Per ora la produzione è sospesa, in attesa del ritorno di Lilli Gruber a Otto e mezzo, e se mai dovesse tornare – visto che fino ad oggi ha collezionato ascolti inferiori del 70% – pare un po’ difficile che possa arrivare alla soglia inizialmente prevista.

Non che diMartedì se la cavi tanto meglio. Partito in sordina e schiacciato dalla prima di Ballarò, il talk show del martedì di La7 condotto da Giovanni Floris si è ripreso nella seconda puntata, mantenendosi stabile alla terza attorno al 4%. Stimato a 1.5 milioni di spettatori (122 mila euro uno spot da 30 secondi), per ora ha ottenuto una media individui inferiore del 40%.




26
giugno

URBANO CAIRO DI LA7 VINCE UN MULTIPLEX ALL’ASTA (SI FA PER DIRE). ARRIVERANNO NUOVI CANALI O AFFITTERA’ LO SPAZIO?

Urbano Cairo

Urbano Cairo

I soldi per investire sul palinsesto di La7 non ci stanno, però per acquistare all’asta una frequenza sì. Cairo Network Srl di Urbano Cairo ha infatti vinto il lotto di frequenze televisive L3, per un totale di 31.626.000 euro, ovvero la base d’asta più mille euro (!), come comunicato direttamente dal Ministero dello Sviluppo Economico. Al di là delle battute, pare proprio un prezzone quello pagato dall’editore torinese, che ora si ritrova – oltre alle due reti rilevate da Telecom Italia Media, La7 e La7d – anche lo spazio su cui trasmetterle, di cui resterà proprietario per ben 20 anni.

Facendo felice proprio Telecom, che così può liberare spazio per far posto alla new entry del digitale terrestre, ovvero Sky, che pare abbia affittato spazio per 5 canali, nella speranza di vincere l’asta per i diritti della Serie A, sul cui futuro però è ovviamente tutto top secret. Intanto Cairo, unico presentatosi all’asta, può stappare la bottiglia di spumante e iniziare a pensare cosa farsene.

Di certo, non appena verrà assegnato il multiplex, diverrà operativo l’accordo con EI Towers, sottoscritto qualche settimana fa, per la realizzazione e la successiva gestione tecnica pluriennale della rete del mux (14 milioni di euro l’anno fino al 2018, poi 18 milioni). In un primo momento, comunque, parrebbe scontato che l’editore punti ad affittare lo spazio a disposizione, anche in virtù delle dichiarazioni rilasciate subito dopo l’annuncio del Ministero, lasciando la sede della Lega Calcio: “Voglio creare nuovi canali a partire da fine 2015 e non saranno per forza canali con brand La7″.

Condivi questo articolo:
  • Facebook
  • Twitter
  • Digg
  • Wikio IT
  • del.icio.us
  • Google Bookmarks
  • Netvibes

, , ,


2
novembre

VENDITA LA7: CLESSIDRA E 3 ITALIA IN VANTAGGIO METTONO SUL PIATTO PIU’ DI 300 MILIONI DI EURO PER I MUX E I CANALI

La7

La7

E torniamo a parlare ancora di La7. Il terzo polo generalista, nelle intenzioni ma non negli ascolti, è di nuovo al centro dell’attenzione dopo i (mega) costi dei programmi in onda. Come già sottolineato, gli interessati all’acquisto della divisione media di Telecom Italia dovranno fare i conti non solo con un palinsesto che ad oggi fa un po’ acqua, ma anche con i debiti che affliggono la società.

Gli interessati hanno avuto finalmente accesso ad (alcuni) dati della società, cosicché possano farsi un’idea più precisa sullo stato di salute di Telecom Italia Media e dei canali del gruppo, per decidere se procedere o meno con una proposta di acquisto vincolante. Stando a quanto rivelato da Milano Finanza, dopo un primo giro di consultazioni, pare potrebbe profilarsi una gara a due tra, ironia della sorte, società che con il mondo televisivo hanno poco a che fare.

In pole position c’è il fondo Clessidra (affiancato da Bain&Co, Kpmg e Chiomenti) che ha offerto la bellezza di 330 milioni di euro per i multiplex e tutte le reti del gruppo, una proposta definita più che convincente – anche se minore rispetto alle valutazioni di Telecom (che ha assegnato all’intero pacchetto un valore pari a 400 milioni di euro). Altrettanto convincente quella di H3G Hutchison Whampoa meglio nota come 3 Italia, che ha messo sul piatto 300 milioni di euro e ha chiesto inoltre una proroga per la presentazione delle offerte vincolanti, ad oggi fissata al 19 novembre (mentre il 5 iniziano gli incontri con TiMedia).