Alfredino Rampi



30
maggio

Vergognoso: la tomba di Alfredino Rampi profanata con undici svastiche

La tomba di Alfredino

La tomba di Alfredino

La morte del piccolo Alfredino Rampi, caduto in un pozzo a Vermicino nel giugno del 1981, ha segnato la storia del nostro Paese e la nascita della tv verità, con un’edizione straordinaria del tg lunga diciotto ore che mostrò al pubblico i vani tentativi fatti per salvarlo. Oggi, quella triste pagina di cronaca torna alla ribalta per un atto vergognoso di cui si cercano i responsabili: la tomba del bambino è stata profanata e imbrattata con ben undici svastiche.

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21
giugno

Alfredino: su Sky la storia che ha segnato l’Italia e la TV

Alfredino - Anna Foglietta e Luca Angeletti

Alfredino - Anna Foglietta e Luca Angeletti

Quarant’anni fa la tv italiana offrì agli spettatori il suo primo, vero, autentico e drammatico reality: un’edizione straordinaria del tg lunga diciotto ore mostrò a tutti i tentativi di recuperare il piccolo Alfredo Rampi dal pozzo artesiano nel quale era caduto e culminò con l’annuncio in diretta della morte del bambino. Intorno a lui e alla sua famiglia si concentrarono forze dell’ordine, volontari, curiosi, speculatori, venditori di panini e bibite e della tragedia di Vermicino si seppe più o meno tutto. Ma di quello che accadde dopo, l’opinione pubblica, che prese a cuore la vicenda come mai prima d’allora, ignora ancora molte cose e la serie Sky Original Alfredino – Una Storia Italiana, in onda il 21 e il 28 giugno su Sky Cinema, è pronta a raccontarle.


13
ottobre

Alfredino – Una Storia Italiana: il dramma del bambino morto nel pozzo nella nuova serie di Sky con Anna Foglietta, Vinicio Marchioni e Massimo Dapporto

Anna Foglietta e Luca Angeletti in Alfredino - Una storia italiana

Anna Foglietta e Luca Angeletti in Alfredino - Una storia italiana

La drammatica vicenda di Alfredino Rampi, il bambino di soli 6 anni che nel giugno del 1981 trovò la morte cadendo in un pozzo artesiano a Vermicino, rivive in una serie tv. E’ stato annunciato in questi giorni il cast di Alfredino – Una storia italiana, miniserie prodotta da Sky e da Marco Belardi per Lotus Production (una società Leone Film Group). I quattro episodi diretti da Marco Pontecorvo e sceneggiati da Barbara Petronio – anche produttore creativo – e Francesco Balletta, riporteranno il pubblico indietro di quarant’anni, raccontando la terribile morte, ma soprattutto le lunghissime 63 ore passate a tentare di portare in salvo il bambino. Una vicenda ripresa in diretta televisiva per oltre 18 ore che, tra informazione e spettacolarizzazione, generosità e cinismo, paralizzò l’Italia intera davanti al piccolo schermo. Protagonista della serie, nel ruolo di Franca Rampi, mamma di Alfredino, Anna Foglietta.





21
giugno

1981-2011: DA ALFREDINO A MELANIA, LA TV DEL DOLORE COMPIE 30 ANNI

Melania Rea

10 giugno 1981, Alfredino Rampi cade in un pozzo artesiano a Vermicino. 20 Aprile 2011, il corpo di Melania Rea, trafitto da 35 coltellate, viene ritrovato a Ripe di Civitella in provincia di Teramo. Due tragici eventi apparentemente lontani tra loro per luoghi, tempi e dinamiche, ma in realtà molto più vicini di quanto si possa pensare. Le morti di Melania e Alfredino, oggi come ieri, scuotono l’opinione pubblica e incollano davanti alla tv milioni di spettatori. A far loro compagnia nel corso di questi trent’anni: Simonetta Cesaroni, Marta Russo, Elisa Claps, Samuele Lorenzi, Tommaso Onofri, Chiara Poggi, Meredith Kercher, Denise Pipitone, Sarah Scazzi, Yara Gambirasio e tanti altri ancora. Eroi per caso, balzati agli onori della cronaca nel peggiore dei modi, in un’evoluzione sempre più sensazionalistica del mezzo televisivo.

Una deriva che sembra aver preso il via proprio il 10 giugno di trent’anni fa con la tragedia del piccolo Alfredino. La sua terribile morte ma soprattutto le lunghissime 63 ore passate nel vano tentativo di portarlo in salvo rappresentano una delle  pagine più tristi della televisione italiana.  Una storia in cui eroi e sciacalli, generosità e cinismo, informazione e fiction, autorità dello Stato e venditori di bibite e panini, si mescolarono tra loro fotografando, in unica istantanea, il meglio e il peggio del nostro Paese. L’Italia intera seguì la vicenda con una partecipazione fuori dall’ordinario. Una diretta televisiva ininterrotta di 18 ore, la più lunga che si fosse mai vista fino allora, con un’audience stimata di oltre 21 milioni di spettatori.

Una telecronaca che ha segnato una svolta irreversibile nella televisione italiana infrangendo per la prima volta il tabù della morte in diretta. Da quel momento, caduto ogni pudore, molte altre saranno le incursioni della tv su drammi e tragedie. La diretta di Vermicino rappresenta la prima combinazione tra generi televisivi differenti. Nasce ufficialmente quello che oggi tutti quanti chiamiamo Infotainment. Una fusione d’information ed entertainment che porta il giornalismo a diventare più popolare e attraente nel sempre più concorrenziale mercato televisivo. Lacrime, strazio, dolore, la continua ricerca dello scoop in diretta e di quel sensazionalismo fondamentale ai fini degli ascolti riempiono indistintamente i palinsesti della tv pubblica e privata. Un dato per tutti: la percentuale di cronaca nera, che nei telegiornali dei paesi europei è del 4%, in Italia si triplica arrivando al 12%.