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RAI: IL DISCORSO DI INSEDIAMENTO DI ANNA MARIA TARANTOLA

Redazione

di Redazione

17/07/2012 - 16:00

RAI: IL DISCORSO DI INSEDIAMENTO DI ANNA MARIA TARANTOLA

Anna Maria Tarantola, Presidente Rai
Anna Maria Tarantola, Presidente Rai

In apertura dei lavori desidero ringraziare il Presidente Monti, in qualità di azionista, questo Consiglio e la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi per la fiducia che mi hanno accordato affidandomi questo delicato incarico.

Questo CDA nasce dopo un iter complesso, ha un compito impegnativo e sfidante; la sua composizione, eterogenea per storie personali, professionalità, esperienze, può essere vista come un handicap ma è invece un punto di forza, può essere di aiuto alla realizzazione di un programma di riequilibrio economico e di rilancio della RAI quale servizio pubblico. A me è stata affidata la Presidenza; sono consapevole che si tratta di un incarico di grande responsabilità. La RAI è un’azienda strategica per il Paese, per le importanti funzioni di pubblico interesse che è chiamata a svolgere. Intendo esercitare il mio mandato con equilibrio e indipendenza di giudizio.

L’azienda RAI è ricca di uomini e donne di valore, di grande professionalità, competenza e passione sulla cui collaborazione sono certa di poter contare. Senza di loro non potrei, non potremmo, raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo. Da parte mia porterò il bagaglio di oltre 40 anni di lavoro in una Istituzione che mi ha insegnato molto: il rispetto della cosa pubblica, il rigore nel perseguimento dei fini istituzionali, l’attitudine a valutare il merito e la qualità del lavoro, un metodo orientato al risultato e all’efficienza, a  lavorare in squadra.

Nell’affrontare questo compito ho ben presente la speciale natura dell’azienda RAI che le viene dall’essere anche Servizio pubblico (art. 4 dello Statuto – art. 4 Testo Unico della Radiotelevisione 31/7/2005 n. 177). E’ questa una condizione che richiede una particolare cura alla qualità complessiva (art. 3 L. 3/5/2004 n. 112) del prodotto, cui improntare tutta la gestione, la programmazione, l’identità stessa dell’azienda. Come tutte le aziende anche la RAI deve avere una progetto e una missione. Auspico che la RAI diventi un’azienda competitiva orientata all’eccellenza nell’informazione, [autorevole e indipendente,] nell’intrattenimento, [capace di coniugare divertimento, rispetto e correttezza,] nella capacità di elevare il livello culturale del Paese. Vorrei che questa “visione” fosse da voi condivisa. Può sembrare una utopia ma non è così, è un progetto perseguibile con l’impegno di tutti perché l’obiettivo finale è quello di essere un’azienda al servizio dei cittadini che offre un prodotto di eccellenza senza sprechi, nel rispetto del vincolo di bilancio, contenendo costi e rischi, con un forte orientamento all’innovazione. Il futuro della RAI passa anche per il rilancio tecnologico dell’azienda.

La radiotelevisione è uno dei canali, insieme alla famiglia e alla scuola, attraverso cui si determina il livello del capitale umano (il patrimonio di abilità, conoscenze e capacità degli individui) e del capitale sociale (l’insieme di regole e prassi che governano la società civile nei suoi processi decisionali, partecipativi e cooperativi) di un Paese, contribuendo così alla stessa crescita economica di cui noi, in Italia, abbiamo tanto bisogno.

Essere il più grande produttore di cultura di un Paese è una grande responsabilità; è anche un’opportunità che non va sprecata e che richiede di avere chiara l’idea di cultura che la RAI deve trasmettere. Non una cultura elitaria, o accademica e specialistica e neppure una cultura casuale e superficiale ma una cultura inclusiva, attenta ai valori civili, agli ideali. Una cultura laicamente aperta e rispettosa delle tradizioni, dei costumi, dei diritti religiosi e spirituali, delle proprietà intellettuali, capace di percepire, sentire e vivere la realtà nei suoi aspetti più creativi.

Questo progetto si basa su alcuni pilastri di natura economico-gestionale e culturale, tutti ugualmente rilevanti:

  • Una buona governance che si fondi su una chiara distinzione di ruoli e di responsabilità, senza sovrapposizioni, aree grigie, interferenze;
  • Una situazione economico-finanziaria-patrimoniale in equilibrio e sostenibile nel tempo, che consenta di conseguire anche un nuovo e profittevole posizionamento sul mercato;
  • Una gestione aziendale basata sull’autonomia e sul merito, che sappia valorizzare, stimolare e premiare le professionalità e i talenti, attenta ai giovani e alle donne.
  • Una linea editoriale rispettosa del pluralismo, dell’eticità, della responsabilità, sempre attenta alla finalità pubblica; una linea editoriale che ridia forza e ulteriore significato alla dignità e alla presenza della donna;
  • Una forte condivisione di obiettivi da parte di tutti noi: del Consiglio, della direzione, dei dirigenti, dei giornalisti, dei colleghi tutti. Fare squadra, una squadra coesa e determinata.

Abbiamo davanti a noi uno scenario impegnativo e un progetto complesso. Se saremo uniti potremo raggiungere significativi risultati.

Nell’immediato il nostro compito è quello di individuare con chiarezza e tempestività le azioni da intraprendere, di risolvere in modo strutturale e duraturo i problemi economico/finanziari dell’azienda mettendo ordine nei conti, dal lato dei costi e dei ricavi perché senza risorse la RAI non ha futuro.

Il Paese ha bisogno di crescere, di guardare avanti, di avere prospettive. La RAI può contribuire in modo significativo a realizzare l’obiettivo di una crescita sociale e culturale di ampio respiro e di lunga durata. Ha in sé capacità e risorse per farlo.

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28 commenti su "RAI: IL DISCORSO DI INSEDIAMENTO DI ANNA MARIA TARANTOLA"

  1. simonevarese dice:

    @Vincenzo: ma io infatti mica ce l'ho con lei! E' ovvio che se le offrono una poltrona (e l'opportunità di portarsi a casa tanti soldoni che si sa, non sono mai abbastanza) mica è scema da rifiutare! Ce l'ho con chi l'ha messa lì, e con i motivi per cui l'hanno messa lì...

  2. @simonevarese: scusa se ti rispondo io, ma se ce l'hanno messa che doveva fare, dire di no?

  3. simonevarese dice:

    @ Pippo76: ho forse detto che avrebbero dovuto mettere un neolaureato? Un buon manager dai 40 ai 50 anni non sarebbe stato male... La signora invece si avvia ai 70, ha alle spalle decenni di esperienza manageriale, il suo l'ha già fatto...

  4. Interessante la lettera... Speriamo che faccia un buon lavoro... e che non pensi si tratti della Banca D'Italia :D

  5. Di che stiamo parlando? Ricambio generazione di chi ha avuto potere per tanti anni e non ha fatto nulla e quindi è auspicabile che ad un certo punto si faccia da parte? Non è fondamentalmente una questione di età... ma di chi ha fatto ( o non ha fatto) cosa. Non sto dicendo che la Tarantola è la scelta migliore, che è una gran donna, che capisce di tv. Avevo solo risposto al fatto che Presidente della Rai non sarà mai un ragazzino di 27 anni appena laureato.. Solo quello

    1. Pippo76: sul neolaureato penso che siamo tutti d'accordo, sul fatto che ha potere da 40 anni converrai...

  6. E allora non entriamo nel merito Rimane una tua frase appesa..

  7. Il punto fondamentale non è certo l'età della signora ma è quello che si vuol fare per la Rai e di come farlo. Sulle scelte e sulle nomine abbiamo già ampiamente discusso. Inutile tornarci sopra. Vediamo che "poteri" avrà..

    1. Pippo76: mica ho capito perchè quando i poteri li chiede qualcuno va bene, quando li chiede qualcun altro va male. Tempo fa, se non erro... eri a favore di un bel ricambio generazionale. Ora come mai non lo sei piu'?

  8. Ho solo risposto alla sua osservazione. Non mi pare di aver detto nulla di strano. Parleranno solo i fatti ps se entri nel merito della contraddizione forse riuscirei anche a capire cosa volevi dirmi..

    1. Pippo76: non ho voglia di entrare nel merito.

  9. Mica deve fare la valletta.. o deve essere un viso fresco e giovane. Stiamo parlando di una persona che ha un ruolo di responsabilità e che deve gestire milioni di euro in una fase delicata per questa azienda. Cosa pensavi che mettessero un neolaureato alla prima esperienza?

    1. Pippo76: quanto sei contraddittorio. Giri la frittata a seconda di quello che ti va di appoggiare.

  10. simonevarese dice:

    Giovincella la signora! Come al solito in Italia largo ai giovani!