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Perizia sulla morte di Andrea Purgatori: “Catastrofica sequela di errori ed omissioni”

E' ciò che emerge dalla conclusione della perizia-medico legale sulla morte del giornalista. Medici indagati per omicidio colposo

Fabio Fabbretti

di Fabio Fabbretti

24/09/2024 - 16:59

Perizia sulla morte di Andrea Purgatori: “Catastrofica sequela di errori ed omissioni”

© US La7

Quanto emerge dalle conclusioni della perizia medico-legale, disposta dal gip del Tribunale di Roma in merito all’indagine della Procura sulla morte di Andrea Purgatori, avvenuta il 19 luglio 2023, è piuttosto sconvolgente.

“I neuro radiologi indagati refertarono non correttamente l’esame di risonanza magnetica dell’8 maggio 2023 per imperizia e imprudenza e quelli del 6 giugno e dell’8 luglio per imperizia”, sottolineano i periti, aggiungendo che “il cardiologo Laudani effettuò approfondimenti diagnostici insufficienti” portando ad “una catastrofica sequela di errori ed omissioni.

Il cardiologo finisce così nel registro degli indagati per omicidio colposo. Insieme a lui sono iscritti il radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo.

La perizia conferma che “un corretto trattamento diagnostico-terapeutico avrebbe consentito al paziente Purgatori un periodo di sopravvivenza superiore a quanto ebbe a verificarsi. La letteratura scientifica considera il tasso di sopravvivenza a 1 anno in misura dell’80% qualora l’endocardite venga tempestivamente adeguatamente trattata”.

Nel documento si afferma che l’endocardite, causa del decesso del noto giornalista e conduttore di La7, avrebbe potuto essere individuata più tempestivamente, per lo meno all’inizio del ricovero dal 10 al 23 giugno del 2023, o ancora prima, nella seconda metà di maggio 2023 qualora i neuro radiologi avessero correttamente valutato l’esito degli accertamenti svolti l’8 maggio”.

Quanto all’operato del cardiologo Laudani, i periti affermano che “interpretò non correttamente i risultati dell’esame holter, giungendo alla conclusione che l’embolizzazione multiorgano fosse conseguenza di fibrillazione atriale. Inoltre non valutò adeguatamente il quadro clinico e gli effetti della terapia anticoagulante che aveva impostato. Si tratta di comportamenti che possiamo definire non adeguati sotto l’aspetto della perizia”.

La perizia conclude che Purgatori “viene dimesso apparentemente senza visionare i risultati di un prelievo effettuato il giorno 19, dove si rileva la severa anemia che avrebbe controindicato la dimissione”. Da qui la catastrofica sequela di errori ed omissioni “a partire, per questo aspetto, dalla errata diagnosi di fibrillazione atriale, con conseguente terapia anticoagulante rivelatasi potenzialmente fatale e di fatto controindicata nelle endocarditi, e con totale oscuramento del contesto clinico complessivo”.

L’inchiesta da parte della Procura di Roma scattò subito dopo la denuncia dei familiari di Purgatori, che il giorno dopo il decesso accusarono diagnosi e cure sbagliate.

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