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LE ANOMALIE DELLA TV ITALIANA

Redazione

di Redazione

27/10/2011 - 14:24

LE ANOMALIE DELLA TV ITALIANA

tv rotta

di Andrea Bianco (White)

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Che la televisione italiana sia piena di problemi non è un mistero, ma che in molti casi questi problemi creino dei punti di non ritorno è palese, soprattutto dopo un piccolissimo tentativo di analisi.

Nel tentativo di elencare alcune cause, sicuramente ci si rende conto che l’Italia rappresenta una anomalia nel sistema televisivo quantomeno europeo. L’anomalia è l’enorme importanza che la politica ha, e ha avuto, negli equilibri televisivi. Ovviamente il riferimento non è solo al cosiddetto conflitto di interessi, che per lunghi periodi ha comportato (e comporta tutt’ora), almeno apparentemente, che la gestione delle due aziende televisive principali si trovi nelle mani di uno stesso individuo. L’esasperazione dello spoil system all’americana ha comportato delle vere e proprie crisi di sistema. Santoro è diventato un personaggio grazie alla politica che lo ha accusato e additato come nemico; nuovi conduttori sono stati imposti in base al vento politico del momento (con danni economici soprattutto per la Tv di Stato), e alcuni professionisti si sono trovati nella situazione di dover rinunciare al mezzo televisivo. Dirigenti televisivi che tutto potrebbero fare nella vita, tranne dirigere una TV!

Ma sarebbe troppo riduttivo accusare solo la politica. In Italia non c’è concorrenza. Manca lo strumento fondamentale per accrescere la qualità, in qualunque campo. Un duopolio che duopolio non è. La Rai cerca di non infastidire Mediaset,mentre magari Mediaset produce anche programmi per la Rai (tramite Endemol); una strategia dei palinsesti sempre più sulla difensiva e quasi mai offensiva. E solo ultimamente ci si rende conto che un’altra TV è possibile, grazie al terzo incomodo La7 che rosicchia e, a volte addirittura scippa telespettatori alle altre reti.

Inoltre bisogna sfatare la favoletta che ci avevano raccontato sul digitale terrestre. “Più canali, più scelta.”. Purtroppo le cose sono andate diversamente. Se è vero che i canali sono aumentati, è anche vero che la qualità è assolutamente rimasta invariata nel panorama televisivo, almeno nella maggioranza dei casi. Nuove reti digitali che sono vere e proprie filiali di altre reti maggiori. La5, Mediaset Extra e Italia2 che sono un contenitore di tante repliche, troppe, qualche prima visione e tanta pubblicità, offerta anche in pillole a mo’ di programma televisivo. Rai4 e La7d non sono da meno. Piccole eccezioni, come Real Time, ci fanno capire come un canale può funzionare bene se non è coinvolto nelle vicende duopolistiche di Rai e Mediaset.

E gli autori? Razza estinta, come i dinosauri. Ogni tanto qualche guizzo, spesso poco sfruttato. Si tende a prendere spunto da altri programmi senza sperimentare. E se un tempo i reality show avevano compensato la mancanza di idee autorali, attraverso dinamiche naturali e involontarie, oggi con i reality in crisi, gli autori vengono pagati per creare dinamiche all’interno dei reality stessi. Un paradosso!!! Un contenitore che predica la realtà, ma invece è reale quanto una fiction. E allora perché non produrre direttamente fiction?

Di certo mai potremmo arrivare a fare un serio paragone tra una qualsiasi serie Americana ed una italiana. In Italia si dovrebbe quindi puntare soprattutto sulla sceneggiatura, sui dialoghi, anziché sugli effetti speciali. Ma negli ultimi anni, un po’ per la scelta di attori davvero scadenti, un po’ per sceneggiature davvero scarse, l’Italia è riuscita a produrre davvero poche fiction degne di nota. In USA la serie televisiva viene girata in corso d’opera durante la messa in onda con apposite pause e soprattutto “correttivi” sulle sceneggiatura in caso di poco gradimento del pubblico. In Italia vengono girate tutte le puntate di una serie TV che  poi viene mandata in onda interamente. Niente correttivi e, in caso di scarso gradimento del pubblico, nessuna possibilità di interrompere le riprese ammortizzando i costi. Ne giova il palinsesto estivo, fuori garanzia o quello delle ‘gemelle’ digitali.

In Italia non c’è rispetto per l’idea. L’idea non viene apprezzata, ma viene replicata, distribuita in tutte le salse, plagiata e usata fino a quando incontra il gradimento del pubblico. Poi viene cestinata.

E poi c’è la pubblicità. Come si apprende da TvTalk nella puntata  del 22 ottobre, gli investitori puntano principalmente sulle fasce televisive (prima serata, seconda serata) e non sul programma che va in onda. Si fa la media della rete nelle fasce della stagione passata e si investe proporzionalmente.

Questi sono i problemi. E per ogni problema, c’è una soluzione capace di migliorare il servizio televisivo italiano. Quantomeno sarebbe opportuno provarci.

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21 commenti su "LE ANOMALIE DELLA TV ITALIANA"

  1. Elisa la tua risposta evoca i discorsi di chi va in televisione per far finta che tutto vada bene. Peccato che poi questo ottimismo galoppante si sta accartocciando su se stesso, smentito da se stesso ogni due mesi Ritengo anche io spesso pretestuose alcune critiche apocalittiche sulla qualità della nostra tv ma non per questo riesco a negare che la televisione come tutto il paese deve ripartire quasi da zero

  2. In realtà, e questo post ne è la conferma, in Italia abbiamo solo un grande difetto...si parla solo e male di noi stessi! Ma finitela!

  3. Samuele Magnante dice:

    Il problema è che in Italia viene utilizzata tutt'altra logica! Prima di tutto nel nostro paese non si hanno i mezzi e le capacità per produrre serie tv come accade in America. Secondo punto è che si decide di "costruire" a tavolino un Grande Fratello, della durata di 6 mesi e quindi più di 20 puntate totali, che non dovrebbe più essere inserito nella categoria reality ma nella categoria fiction dove i concorrenti. con le loro storie e con il loro modo di fare, sono molto più bravi e credibili rispetto a tanti attori italiani.

  4. Complimenti per l'articolo WHITE, sia per la forma che per il contenuto, veramente molto interessante e ricco, anzi, ricchissimo di spunti. Ad esempio, parlando di politicizzazione possiamo trovarla anche nella carta stampata, ma stranamente non nel panorama radiofonico, o almeno non in maniera così marcata (escludendo le radio nate con fini politici, Radicale e Padania in primis). Come mai? Poi ci sarebbe anche la questione delle testate giornalistiche. La Rai ha il TG1, il TG2, il TG3, la TGR, Rai Parlamento, Rai Sport, Rai News, il Giornale Radio, e di sicuro ne dimentico qualcuna! Ogni canale è infarcito di TG a tutte le ore. E lo stesso dicasi per gli altri canali. La BBC ha BBC News che si occupa delle news per tutto il gruppo. News che vengono trasmesse quasi solo su BBC1 e BBC News, mentre il secondo canale - e gli altri - sono quasi privi di notiziari (BBC2 ad esempio ha un notiziario lungo la sera tardi). Perché questo? Poi parlando della raccolta pubblicitaria beh, sempre parlando di BBC, loro non trasmettono spot, si finanziano solo con il canone (più caro di quello italiano - c'è una splendida pagina sul loro sito che paragona il costo del loro canone con quelli europei, e indica come vengono impiegati i soldi, ma non so se posso linkarla), perché la RAI non può fare altrettanto? Perché bisogna essere così attaccati alle logiche della pubblicità? Scusate la prolissità, ma quest'articolo è davvero ricco di argomenti interessanti.

  5. gente, ma che cosa state dicendo? l'america ha 300 milioni d'abitante, producono fiction su fiction....film su film.Ci sono centinaia di film americani che non vengono manco importati in Italia,ma vengono importati solo i più "belli" o "famosi". Ma sapete quante cagate si producono negli states? A noi ci viene solo il meglio, tutto il peggio invece rimane negli states. A me tante fiction e sitcome italiane piacciono, dalle famose Casa Vianello,fino a incantesimo, il bello delle donne, caro maestro....anche fiction recenti come quella su sofia loren sono state belle. Si vede che guardate poca tv americana.....altrimenti vedreste un sacco di spazzatura,da quiz assurdi fino a fiction altrettanto assurde.

  6. Tato86 Mica solo le fiction... Basta prendere l'X Factor nostro e quello Americano o Inglese per capire la differenza...

  7. Articolo molto interessante e ben scritto. Analisi attenta, vera equilibrata. Complimenti. Sono d'accordo su tutto.

  8. Bravo White! Condivido soprattutto il tuo discorso sul confronto impietoso fra le fiction nostrane e le produzioni televisive negli altri paesi.

  9. Secondo me l'offerta televisiva sarà sempre limitata alla domanda....è inutile sperare in decine e decine di programmi di qualità. Anche Di Stefano con Europa7 diceva tanto che avevano tantissimi progetti ma che non potevano realizzarli finché non trasmettevano a livello nazionale. E ora? Mi sembra che Europa7 sia rimasta lo stesso canale scadente di prima. Il problema in Italia non è la quantità di canali, ma il fatto che alla fine ci siano solo due editori, Rai e Mediaset. Bisognerebbe avere più editori e,secondo me, non nuocerebbe l'entrata di un editore estero.

  10. WHITE-difensore-di-vieniviaconme dice:

    Grazie alla redazione per la pubblicazione :)