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SANREMO HORROR STORY: “CHE BRUTTO AFFARE” PER JO CHIARELLO

di Domenico Marocchi

07/02/2012 - 12:41

SANREMO HORROR STORY: “CHE BRUTTO AFFARE” PER JO CHIARELLO

Jo Chiariello

Il Festival di Sanremo si avvicina e sarebbe un peccato tralasciare 61 anni di storia della canzone italiana. Note e  versi, acuti e stecche, scenografie ridondanti e look improbabili. Niente paura però, non staremo qui a menarvela con le solite storie trite e ritrite di “fiori e sogni che non ritornano più, papaveri e papere, mamme che ballano e italiani veri,  fiumi di parole e laghi in cui fare il chupa-dance”. Cercheremo invece di deliziarvi con performance che hanno lasciato un segno indelebile. Sì, nelle carriere dei  protagonisti che ancora oggi sono in causa con youtube per far rimuovere i filmati della vergogna.

E’ una sera di febbraio del 1981 e sul palco dell’Ariston una quasi maggiorenne Jo Chiarello presenta, sicura e spavalda, “Che brutto affare”, smaliziata canzoncina pop scritta dal maestro Franco Califano. Un poeta della musica italiana, per carità. Peccato che se è nella serata giusta fra storielle, doppi sensi e parolacce il Califfo rischia di sortire l’effetto di ascella pezzata davanti alla faccia di Carla Bruni. Non è un caso allora che sul palco dell’Ariston “l’affare” di Jo si ingrossi, fino a diventare cult. La ragazzina bionda ossigenata, pioniera del boccolo Clerici-style, ammicca e punta l’indice contro un maschio che, a suo dire, è “uno scoppiato da dimenticare”. Lui pensava di trovarsi davanti un’oca da spennare ma è lei a comandare il gioco sentenziando: il pollo l’ho pelato io.

Inguainata in un vestito prugna, sexy quanto il costume da bagno del mago Otelma, Jo vessa ulteriormente il suo uomo, colpevole di non averle “ insegnato neanche a far l’amore”. Eppure lei lo credeva un “superman” e  lui si becca dello scemo non essendo nemmeno la metà di un man. Insomma una delusione profonda, l’eclissi totale della passione, the opposite of sex, anzi del Cali-sex, quello narrato e spiegato punto per punto (erogeno) nel best seller Calisutra.

Ecco l’imperdibile video di Che Brutto Affare:

Jo Chiariello non ebbe accesso alle fasi finali del festival del 1981, vinto da Alice con “Per Elisa”. Continuò a proporre canzoni sullo stesso filone di “Che brutto affare”, fra cui “In Bianco” scritta ancora dal Califfo. Dopo aver sperimentato diversi stili musicali tornò a Sanremo nel 1989 con un brano melodico “Io e il cielo” con cui si classificò seconda fra le Nuove Proposte.

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22 commenti su "SANREMO HORROR STORY: “CHE BRUTTO AFFARE” PER JO CHIARELLO"

  1. Salvatore Cau, meriterebbe una seconda occasione a casa tua...te la metti sul comodino e ti fai svegliare a suon di "Sceeeeee....Moooo"!

  2. Spero che postiate il figlio di celentano con annesso commento della gialappa. È un must iperdibile

  3. Quanti ricordi... E pensare che questa canzone la trovo orecchiabilissima e davvero simpatica; ai tempi consumai il vinile della compilation del festival per ascoltarla! Mitici gli anni ottanta! Che brutto affare, ti amavo di un amore nucleare....

  4. Io ricordo un gruppo che cantava "Tu fai schifo sempre".

  5. Salvatore Cau dice:

    La Chiarello aveva un suo perché, meriterebbe una nuova occasione!

  6. ma quindi nn c'è ancora la foto della scenografia come gli anni passati?

  7. Io ho un vago ricordo, di questa canzone, ero bambina e con le amiche la cantavamo ci faceva ridere.

  8. Davide Lo so, lo so! ;) Io dico, le foto ufficiali, come tutti gli anni, non ci sono ancora?

  9. Ma le foto della scenografia nuova? Come mai ancora non sono uscite?

    1. paolo: noi abbiamo pubblicato il bozzetto

  10. Onestamente non capisco come non abbia fatto a vincere una canzone del genere. Per me è colpa dell'osceno vestito. Grazie Domenico per permettere a noi ggiovani di conoscere questi che sono veri e proprio cult! Io purtroppo ho in mente solo le stupende esibizioni di Paola e Chiara in "Amici come prima" e soprattutto il mitico "Batte Forte" delle Lollipop. Mi mancano tanto!