Si avvia alla conclusione in questi minuti il primo appuntamento con Che Dio ci Aiuti 2. In quel di Modena il convento degli Angeli custodi ha riaperto ufficialmente i battenti, mantenendosi ancor di più che nella prima stagione fedele al proprio nome. Suor Angela, il personaggio interpretato da Elena Sofia Ricci, ha, infatti, abbandonato la sua vocazione da detective per diventare un “angelo custode”, una presenza sicura in grado di riparare le ferite, dare consigli e portare speranza alle ragazze e ai ragazzi che abitano nel convitto-convento. Anche nel prossimo appuntamento, in onda giovedì 28 febbraio alle 21,10 su Rai1 Suor Angela avrà il suo bel da fare.
Nel terzo episodio dal titolo Il ricatto Margherita, in seguito a un incidente, è accusata di aver guidato in stato di ebbrezza. Ma suor Angela capisce subito che la ragazza sta mentendo e inizia a sospettare della dottoressa Clini, direttrice dell’ospedale, a bordo dell’auto con Margherita al momento dello scontro. La ragazza rischia di essere sospesa per sempre dall’albo dei medici, ma, grazie all’aiuto di Guido e del professor Limbiati, si scoprirà che la dottoressa Clini nasconde un doloroso segreto. Azzurra intanto, alla ricerca di un fidanzato milionario, inizia a uscire con un vecchio amico e rivale di Guido.
Il quarto episodio intitolato Io sono nessuno, vedrà Suor Angela e le ragazze del convitto alle prese con un uomo senza documenti colpito da amnesia a seguito di un colpo in testa. L’uomo, ribattezzato dalla suora Ulisse, viene ingaggiato come giardiniere del convento e aiutato a recuperare la memoria. Ulisse, per tutti un gigante gentile, scoprirà però di essere ben diverso e di avere un oscuro passato. Dovrà scegliere, così, se tornare alla sua vecchia vita o cambiare radicalmente. Intanto, Azzurra continua nella ricerca di uomini ricchi. Quando esce col proprietario di un’auto di lusso decappottabile, facendo prendere al piccolo Davide la congiuntivite per il vento in faccia, suscita le ire di Guido, furioso per i metodi educativi della strampalata tata.