Suona la chitarra per noia, scrive canzoni per solitudine, partecipa ad Amici con la consapevolezza di scendere ad un “compromesso” (salvo, poi, ricredersi). Pensare che Gerardo Pulli sia uno dei tanti è un concetto che non rende giustizia, nè a lui e neppure ai tanti. Canta “senza voce” e parla poco e questo basta per capire che il giovane cantautore di Torino ha un mondo da raccontare, da mettere nero su bianco.
E un primo capitolo è già stato scritto. E’ uscito oggi, infatti, il suo omonimo ep prodotto dall’etichetta discografica Non ho l’età di Mara Maionchi e distribuito dalla Emi; sette tracce curate dallo stesso Gerardo insieme a Fabrizio Ferraguzzo, arrangiatore e musicista romano. Il singolo di lancio è “Sei“, mentre gli altri pezzi sono “Svegliami ad aprile”, “L’altra parte del cielo”, “E’ sabato”, “Ho mal di pancia”, “Io sono ai Tropici” e “Scacco matto”. Come tanti non ha la garanzia del successo assicurato, ma come pochi ha forse la consapevolezza di distinguersi dalla massa.
L’essere per principio allergico al banale gli ha fatto vivere con (in)differenza anche quello che ormai sembra essere diventato un passaggio obbligatorio per fare carriera nella musica:
“In passato ero molto critico e presuntuoso nei confronti della televisione – dichiara Gerardo a TgCom24 – So di non avere un carattere facile. Dopo l’esperienza di Amici ho capito molte cose e non è vero che la tv è solo negatività. Amici trasmette valori sociali importanti: se vuoi una cosa e la desideri veramente, la ottieni. C’è sempre un lato A e un lato B delle cose. Ad esempio ‘La prova del cuoco‘ sembra un programma per casalinghe disperate e invece una ricetta cucinata da una madre può essere momento di aggregazione familiare. Scriverò un libro su questa mia riflessione che si intitolerà ‘Vi farò ricredere’”.
Difficile, invece, che possa ricredersi sul suo conto Grazia Di Michele, che ha più volte criticato il modo di fare e di essere del cantautore:
“C’erano delle cose che diceva a livello musicale che non concepivo. Per far musica non è necessario avere la voce, un esempio su tutti Vasco Rossi o anche De André. Anzi sono convinto che Fabrizio De André, che è poesia pura, se nascesse oggi non avrebbe il successo che ha avuto“.
Si dice ossessionato dalla società e da quella che considera una mancanza di libertà, una sorta di finta democrazia (senza addentrarsi troppo nella politica), perchè “in realtà la nostra vita è controllata (…) In ‘Scacco matto’ parlo della lotta contro se stessi, uso le figure del fante e della regina per spiegare quanto sia ormai ordinaria la vita della gente. Alzarsi, fare colazione, andare al lavoro, pranzare, tornare a casa, cenare, tv e a letto”.
Cantare la normalità, dunque. Anche questo significa distinguersi, per Gerardo soprattutto.
1. luke ha scritto:
22 maggio 2012 alle 17:43