Sarà stata la svolta simbolica impressa dalla vittoria di Roberto Vecchioni con il suo testo per nulla ammiccante alla canzonetta, anzi di radice decadente, o un mercato discografico sempre più difficile da presidiare e da convincere, fatto sta che alla porta di Gianni Morandi hanno bussato fior fiori di cantautori che fino a qualche anno fa irridevano l’Ariston come tempio dell’Italietta.
Mancano pochi giorni allo scioglimento della riserva sui partecipanti e in lizza per un posto al Festival di Sanremo troviamo un folto manipolo di grandi musicisti e autori che aspettano il semaforo verde per approdare in riviera. Un po’ in ritardo rispetto alla consueta staffetta dei tempi sanremesi il 15 gennaio, nel corso de L’Arena ci sarà la fumata bianca.
Lucio Dalla che scrive per Pierdavide Carone e gli dirige pure l’orchestra, Eugenio Finardi che presenta un testo emblematico dal titolo E tu lo chiami Dio, Edoardo Bennato, Samuele Bersani, i Marlene Kuntz, Nina Zilli. Solo a sentirne i nomi, anticipati da Paolo Giordano su Il Giornale, gli amanti della buona musica sono già disposti a leccarsi i baffi e mettere da parte quel po’ di spocchia che giusto fino alla vittoria di Scanu univa numerose tribune d’opinione (per alcuni aspetti giustamente, per altri meno).
Le stesse che magari non riconosceranno mai l’utilità dei talent show in questa emancipazione qualitativa del pubblico medio, bersagliato così tanto da musica e da candidati cantanti da aver abituato l’orecchio fino a cercare più qualità nei testi o qualche particolarità strumentale, un disagio dell’abbondanza che ha dato i suoi effetti.
Ma si parla anche di Fabio Concato, che su quel palco a dire il vero ha già portato la sua delicatezza autoriale, del ritorno di Nek, Francesco Renga e Ron. Per non dire di Raf. Pare invece che Morgan salti un altro turno: la sua proposta sembra non aver trovato il gradimento finale da parte della direzione artistica.
Ad un mese quasi dall’inizio della kermesse le premesse musicali sono dunque le migliori e fanno quasi svanire le perplessità sul cast che dovrà sorreggere Morandi. Rispetto a quel quartetto micidiale di supporto della passate edizione Papaleo e le due dame danno molte meno garanzie ma se si puntasse sulla qualità del contenuto potremmo solamente essere felici.
Sarà interessante misurare la reazione dell’opinione pubblica a questa inversione di tendenza che sfata la distinzione del passato tra cantanti, cantautori, canzonettari di marketing sanremese con il corollario di connotazioni di prestigio che si generavano a livello di gusto musicale. Comunque vada sarà rivoluzione.
1. MisterGrr ha scritto:
8 gennaio 2012 alle 17:09