24 marzo 2009, la voce black di Alessandra Amoroso vince Amici di Maria De Filippi, battendo in finale il super-favorito Valerio Scanu. Era dai tempi di Giulia Ottonello che Amici non vedeva trionfare una rappresentante del gentil sesso. Colpa della mancanza di talento fra le schiere di aspiranti donne dello spettacolo? Su questo nessuno ha mai avuto dubbi: la risposta è no. Piuttosto la colpa è stata sempre data a lui, quel mostro da abbattere, quella mannaia impietosa i cui colpi sono ormai noti a tutti: il televoto.
Il celeberrimo televoto, con la sua spocchia maschilista, con il suo trionfo del masculo aitante e dello sbarbatello che non è bello ma piace. Il signor “Voto Da Casa” ce lo immaginiamo proprio così, occhi sicuri e sorriso di supponenza, con le spalle coperte da schiere infinite di adolescenti urlanti, che inneggiano al primo ragazzino pronto a rubar loro il cuore e… i soldi (del televoto, naturalmente). E non c’è talento che tenga: alle signorine sedute ai banchi della scuola della musica è noto fin dal principio che per loro la strada sarà più dura e meno facile. Perchè se anche la Sanguinaria è dalla tua, e Jurman ha dato il suo consenso come l’uomo Del Monte faceva con l’ananas, c’è sempre da lottare contro gli sms, contro quella classifica che delinea il quadro perfetto del pubblico di Amici.
Le hanno definite carampane, ma la verità è che sono molto più di questo. Sono una lobby, potente ed organizzata, capace di smontare un meccanismo pubblicitario come quello messo in atto da Povia con la sua “Luca era Gay, io sarò il vincitore“, già mesi prima di salire sul palco dell’Ariston. Si, le cartine hanno vinto perfino Sanremo, sospingendo il signor Voto Da Casa, dalla scuola di Maria al Festival, in un viaggio telefonico che non ha confini. Non c’è call center che tenga, non c’è Striscia capace di spiegare il fenomeno. Le ragazzine, la colpa è delle ragazzine. Chi è che nel vedere trionfare il bello di turno non ha mai sentito qualcuno esclamare rassegnato – “La ragazzine!“?
Ma anche un meccanismo rodato e perfetto può avere delle defaillance. E di questo momento di stanca ne ha beneficiato Alessandra Amoroso, con il suo timbro sabbiato, i suoi inediti da abbraccio collettivo, la sua immaturità di bimba acerba esposta ad una salita troppo lunga per poter pensare di arrivare in cima. Ha vinto la voce di chi è insicura e buffa prima di mettere piede sul palco e poi una volta impugnato il microfono ti appare per quello che è, una nata per cantare. Ha vinto “Immobile“, come si spera vincerà “Stupida“, in un dopo-Amici che fagocita in fretta i suoi stessi protagonisti, un eterno ufficio di collocamento per comparse, in cui la Forza di Marco Carta è un’eccezione.
Ma per il momento la vittoria è sua, come nel più classico dei casi in cui Davide batte Golia, ribaltando ogni pronostico possibile. Ed è anche la nostra rivincita: noi che ragazzine non siamo, noi che non abbiamo comprato il cd di Marco Carta, noi che non ci siamo schierati nella lotta Scanu contro Napolitano, perchè ci sembrava non avesse senso. E’ la vittoria di chi guardava con un sorriso ai patetici alterchi fra la (dis)Grazia e il gongolante Jurman, di chi sapeva che c’era del talento anche in Valerio.
Si, anche in Valerio, ma Alessandra…
1. Marco89 ha scritto:
26 marzo 2009 alle 13:00