Prima il pallonetto del Minzo, poi il ‘cucchiaio’ (e te pareva) di big Giuliano. Una doppietta così non la si vedeva dai tempi di Rummenigge. Ieri sera, tra le 20 e le 20.30, su Rai1 sono andati in onda due interventi giornalistici destinati a far discutere per il tema trattato e le argomentazioni proposte. A stretto giro, la prima rete ha infatti trasmesso un editoriale del direttore del Tg1 Augusto Minzolini e un’arringa di Giuliano Ferrara, tornato in pista con l’approfondimento di Qui Radio Londra. Entrambi i contributi hanno riguardato l’attuale momento politico, con uno specifico riferimento alle vicende di Silvio Berlusconi. Intercettazioni, accuse, processi: il premier rischia davvero di lasciarci la ghirba. Tuttavia, secondo i commentatori della prima rete, non tutto è perduto.
“Perché il premier dovrebbe farsi da parte ora che non vi è stata alcuna scissione nella maggioranza, una maggioranza che ha il merito di aver varato manovra di dimensioni gigantesche per salvare il paese?”
Si è domandato Augusto Minzolini nell’editoriale di ieri sera. Secondo il responsabile del Tg1, le uniche ragioni per disfarsi di questo governo, cioè “il diktat della magistratura che non lo vuole e il giudizio della grande stampa a cui non è mai piaciuto“, non sarebbero né convincenti né democratiche. Il giornalista ha poi fatto notare che in questi mesi la maggioranza ha sempre tenuto e quindi – ha proseguito – “non si vede perché dovrebbe cadere oggi, sulla scia di intercettazioni che ledono pesantemente la privacy di Berlusconi“. A conferma della sua tesi, il direttorissimo ha avanzato la “considerazione razionale“ che non esisterebbe alcuna alternativa di governo.
Pochi minuti dopo l’editoriale del Minzo, è stato il turno di Giuliano Ferrara. Inaugurando una nuova edizione di Qui Radio Londra, il giornalista ha parlato di Berlusconi sia nelle vesti di commentore sia in quelle di consigliere personale. In particolare, lo ha invitato a scusarsi per la “sciatteria” di alcuni suoi comportamenti e poi a contrattaccare.
“Berlusconi non è un indagato, un imputato, e nemmeno un politico come gli altri. Berlusconi è un eroe popolare“ ha affermato il conduttore in apertura di programma.
Ferrara ha poi affermato che Berlusconi sarebbe stato “incastrato con metodi di dubbia legalità nel circuito giudiziario e mediatico“. Nonostante la sua posizione sia quella di “prigioniero dell’accanimento giudiziario“, ora il premier – ha continuato il giornalista – dovrebbe scusarsi per alcuni suoi atteggiamenti sbagliati, ad esempio “maneggiare troppi contanti, parlare con un telefonino peruviano…“. Così, dopo la pubblica ammenda, sarebbe pronto a contrattaccare denunciando lo “scandalo” delle intercettazioni e l’uso strumentale della sua vita privata.
“Deve andare a Napoli dai giudici, da questi ragazzotti in cerca di protagonismo. Che c’entra con il ricatto, il fatto che amici insistenti ti spillano quattrini. Deve dire: Io sono generoso, aiuto gli amici, trovate un reato in questo?” ha concluso Ferrara, chiosando – come Minzolini – “non c’è nessuna alternativa, non c’è nessun governo diverso dal suo pronto“.
Ora, non è il caso di impelagarsi nella diatriba politica, ma se queste sono le premesse ci domandiamo: è giusto che l’informazione televisiva e la politica trascorrano un altro anno ad accapigliarsi sulle vicende di Silvio Berlusconi? Nella scorsa stagione, da Michele Santoro a Giovanni Floris fino a Bruno Vespa e Giuliano Ferrara, ce ne fosse stato uno capace di sganciarsi dal filone berluscocentrico. Sempre lì, tutti sul Cavaliere, divisi tra pro e contro.
E pensare che l’Italia di oggi è piena di altri “eroi popolari“ da portare in tv. Alla quarta settimana del mese sapessero quanti superman…
1. pig ha scritto:
20 settembre 2011 alle 12:12