Molti l’hanno definito come uno dei migliori prodotti sfornati dalla tv negli ultimi anni, e non poteva non trovare spazio nei nuovi palinsesti di Mtv, presentati ieri (per maggiori info clicca qui), la quarta edizione de Il Testimone, programma che vede la iena Pif girare l’Italia e non solo, munito semplicemente di una telecamera per “immortalare” storie e realtà spesso sconosciute ai più o raccontate solo per sentito dire. Il tutto attraverso insolite interviste che hanno sancito il successo del programma.
“Vivo ogni puntata come l’ultima cosa che faccio, come andare in analisi. Dentro c’è quello che sono e, se fosse andato male, mi sarei depresso. Voleva dire che ero io a non andare bene” ha dichiarato Pierfrancesco Diliberto (questo il suo vero nome) in un’intervista a La Gazzetta dello Sport. 39 anni ma con la spensieratezza di un ragazzino di 15, mille facce strampalate e mille gesti assolutamente spontanei, un pò strano ma se stesso: “Mi rilasso e non recito. E’ tutto poco faticoso e semplicemente normale”. E il successo del programma è dipeso proprio da questo, dal suo essere “uno scassaminchia“, come si è voluto definire, ma con senso ed equilibrio.
E’ bastato il suo modo di essere “avanti” per rendere Il Testimone un prodotto innovativo, senza puntare su uno studio tecnologico, su riprese cinematografiche ed immagini dall’alta definizione. Un colpo di genio niente male, di cui però preferisce non parlare perchè “qualcuno può rubare il trucco. Presento immagini e volti come in una ripresa amatoriale, da matrimonio. La gente apprezza perchè torna alla realtà. E anche il montaggio è grezzo”.
L’occhio della telecamera l’ha spesso fatto arrivare in realtà decisamente dure, come quelle che vedono dei ragazzini alle prese con i clan mafiosi. E sono proprio queste le storie che lo rendono, da palermitano quale è, fiero di essere Il Testimone: “Ci sono i giovani che lottano contro il pizzo. Sono la mia benzina. Così sto per girare il mio primo film, ambientato nella Palermo anni ‘70 quando tutti voltavano la testa”. Un film dove a trionfare saranno proprio gli “scassaminchia, quelli che si mettono in prima fila. Ostinati. Sono noiosi perchè parlano solo delle loro battaglie, ma meritano di essere sopportati”. Proprio come Il Testimone.
1. borghese annoiato ha scritto:
15 luglio 2011 alle 21:06