X Factor 4 non batte, e non è solo questione di musica. Per guardarlo divertiti, ci vorrebbe uno scalda pubblico, uno di quelli che impallano l’inquadratura sbracciandosi, a casa di ogni famiglia sintonizzata sul Due. La platea in studio non infiamma l’arena e Facchinetti, dopo l’ennesimo applauso loffio, arriva perfino alla “minaccia”: “o si fa casino, o si sta a casa”. Del resto, come non capire gli astanti, che si sono ritrovati ad assistere ad uno show che non sta trasmettendo verità, emozione, attesa; i giudici non comunicano tra di loro, se non attraverso il conduttore, non colgono le provocazioni che gli autori si ostinano a confezionargli ad hoc, e la musica non esalta.
Anche l’idea di far eseguire solo brani primi in classifica negli ultimi 50 anni non è una gran trovata. Ad ogni esibizione, già rito soggetto a pericolosa ripetitività, Facchinetti deve pure propinarci l’elenco dei brani in classifica nel ’77 e questo ci fa attendere ancor di più l’arrivo delle 23.30, orario in cui conosceremo l’eliminato, secondo le promesse di puntualità del conduttore stesso. X Factor è un gioco! Possibile che quest’anno se lo siano dimenticati? I giudici insistono nel dimostrarsi seriosamente nella parte, e il risultato è che il personaggio che inaspettatamente emerge di più è il saggio Ruggeri, più ironico di Elio, e più sentimentale di Lady Tata. Possibile che l’unico colpo di scena debba regalarcelo il non-cantante Nevruz quando spezza il ritmo e i crismi del format prima della sua esibizione, salendo sul palco e mettendosi a cercare il microfono smarrito, coadiuvato da Facchinetti?
Per fortuna, o per sfortuna, a pensare allo show c’è Luca Tommassini, che in soccorso alla scarsezza carismatica del cast cantanti, ha provveduto a richiamare i ballerini, a ripristinare le sculture e a sfoderare i costumi rocamboleschi di un tempo. Lo ringraziamo per quei casi in cui, senza coreografia, sul palco non resta molto (vedi Kymera) ma ci chiediamo quanto questo faccia bene allo spettacolo se la maggior parte dei cantanti fatica a cantare correndo, oscillando, ondeggiando, girando. Perfino Stefano soccombe alla coreografia, con insicurezze mai viste.
Ce lo dicevano qualche puntata fa che “niente è più come prima”! E ce ne stiamo rendendo conto noi, popolo di Raidue, che c’eravamo appassionati alle precedenti edizioni di X Factor. Che il format avesse bisogno di decantare? Che avesse bisogno di fermarsi a prender fiato, per avere il tempo di cercare veri talenti da trasformare in pop star e soprattutto per creare una formula più viva che animi quel palco, quel pubblico e quei concorrenti?
Stasera, perfino i cantanti erano annoiati e sottotono: dal piccolo Ruggero, troppo piccolo perfino per un candido brano di Jovanotti, all’algida Nathalie, alle prese con “Pazza idea” e una spinta erotica inesistente, alla raffinata Manuela, senza la giusta verve degli Evanescence in un brano come “Bring me to life”, a Davide, svogliato, nell’esecuzione del tormentone di Giusy Ferreri, “Novembre”.
Per stasera, il verdetto è “che barba, che noia”. Ma forse possiamo ancora lanciare un messaggio allo staff di X Factor 4: i due concorrenti allo scontro finale, Manuela ed Effetto Doppler, cantavano “La cura” e “Ti vorrei sollevare”. Riflettete su questi due titoli e pensate a come curare il programma per risollevare noi, popolo di RaiDue.
[Per un riassunto della puntata, rileggi qui il nostro liveblogging cliccando qui]
[Per fare delle domande al capitano di Xfactor, Francesco Facchinetti, sintonizzati alle 15.00 su davidemaggio.it per Strafactor, i nostri 60 minuti live col conduttore dello show]
1. MarcoLovesBrittney ha scritto:
29 settembre 2010 alle 02:50