Caro Pier Silvio,
questa settimana hai deciso di intervenire direttamente su uno degli show di punta delle tue reti, quasi a dissociarti per i contenuti dati in pasto al pubblico, chiedendo ai concorrenti una sterzata netta per rispetto nei confronti degli spettatori. Lodevole, senz’altro. Ma ridondante. E il problema, a parere di chi scrive, sta tutto in questa ridondanza che inizia ad avere il sapore delle lacrime del coccodrillo.
Scusarsi per un episodio isolato di un programma in diretta è certamente apprezzabile, ma quando le scuse iniziano ad essere insistenti l’attenzione dovrebbe spostarsi altrove. Nello specifico, sull’intera produzione. Se un editore arriva più volte a doversi scusare per quanto trasmesso sulle proprie reti all’interno di un programma, dovrebbe chiedersi se quello stesso programma meriti di trovare spazio nei propri palinsesti. Una riflessione a monte che, qualora trovasse risposta affermativa, dovrebbe comportare l’accettazione integrale di tutto ciò che quel tipo di show porta con sè, anche quando quei contenuti non dovessero poi soddisfare i desiderata dell’editore. E’ una questione, per l’appunto, di scelte.
Scelte come quelle di popolare il reality con determinati concorrenti che, inutile ribadirlo, non si autoscelgono nè, tanto meno, si autopalesano nella casa di Cinecittà. Vengono provinati, accuratamente selezionati e autoralmente guidati. Ma se le scelte ricadono frequentemente su malsani concentrati di ripugnante umanità, non è che alla fine tu, poi, possa lamentarti con loro di ciò che combinano all’interno del programma. E’ la loro (discutibile) vita, per giunta esasperata dall’insopportabile voglia di conquistare lo showbiz al quale, per assurdo, riescono ad avvicinarsi proprio grazie a programmi come quello di cui scriviamo!
Non è un caso che, anticipando il cambio di location del GFVip, abbia provocatoriamente suggerito un trasloco milanese utile a fare tabula rasa, dando un cambio netto a qualcosa di evidentemente poco gradito. Certo, sarebbe una situazione palesemente sintomatica di scarsa soddisfazione dello status quo, ma certamente preferibile alle frequenti scuse pubbliche che, tra l’altro, costringeranno in situazioni imbarazzanti tutto lo staff, dal conduttore agli autori. Anche questi, ovviamente, scelti consapevolmente.
1. Massimo ha scritto:
7 marzo 2023 alle 16:55