16
novembre

Antonello Falqui, i 10 programmi che hanno fatto la storia del varietà

Antonello Falqui con le gemelle Kessler

Antonello Falqui con le gemelle Kessler

Addio ad Antonello Falqui. A pochi giorni dal suo 94° compleanno è morto il papà del varietà televisivo. Lo storico autore e regista, artefice di successi come Canzonissima, Studio Uno e Milleluci, ci ha lasciati con la stessa ironia con la quale ha sempre vissuto, ovvero comunicando la sua scomparsa attraverso un particolare post sul suo profilo Facebook.

“Sono partito per un Lungo Lungo Lungo Viaggio… potete venire a salutarmi lunedì 18 novembre alle ore 11 alla Chiesa S. Eugenio a V.le Belle Arti Roma. Mi raccomando, niente fiori… Al loro posto, se volete, potete aiutare l’associazione QuintoMondo Animalisti Volontari Onlus”.

Falqui, entrato in Rai nel 1952, ha segnato una pagina importantissima della tv di Stato. Una lunga e fortunata carriera, che abbiamo provato, non senza difficoltà, a riassumere in 10 titoli che hanno fatto la storia della Rai e del varietà televisivo italiano.

Arrivi e Partenze

Arrivi e Partenze è stato in assoluto il primo programma televisivo della televisione italiana. La prima puntata ufficiale andò in onda alle 14.30 di domenica 3 gennaio 1954, subito dopo la cerimonia inaugurale delle trasmissioni ufficiali. Il programma, che non rientra nel genere più classico di varietà, vide il debutto di un giovane Mike Bongiorno, e di Antonello Falqui, che ne era il regista. In ogni puntata Bongiorno, alternato al giornalista Armando Pizzo, intervistava personaggi italiani e internazionali in partenza o in arrivo negli aeroporti e nei porti italiani.

Il Musichiere

Il Musichiere è stato un varietà musicale in onda sul primo canale Rai al sabato sera per 90 puntate, dal 7 dicembre 1957 al 7 maggio 1960. Condotto da Mario Riva e diretto da Falqui, fu il primo gioco musicale a quiz della tv italiana. Il programma, ispirato al format americano Name That Tune, vedeva due concorrenti, seduti su di una sedia a dondolo, impegnati ad ascoltare l’attacco di un brano musicale e, una volta riconosciutolo, precipitarsi a suonare una campanella a dieci metri di distanza per avere diritto a dare la propria risposta, accumulando gettoni d’oro per il montepremi finale. Il montepremi si conquistava indovinando il “motivo mascherato”, eseguito all’apertura di una cassaforte che conteneva la vincita. I motivi musicali erano eseguiti dall’orchestra del celebre Maestro Gorni Kramer e da due cantanti: Nuccia Bongiovanni e il giovane esordiente Johnny Dorelli. Quest’ultimo fu poi sostituito da Paolo Bacilieri.

Canzonissima

Il nome di Antonello Falqui si lega anche al celebre programma del sabato sera abbinato alla Lotteria di Capodanno. Fu infatti lui a dirigere e firmare 4 fortunatissime edizioni di Canzonissima. Nel 1958 tenne a battesimo il programma con un’edizione condotta da Renato Tagliani Enza Soldi, Ugo Tognazzi, Walter Chiari, e Gianni Agus. Autori del programma Garinei e Giovannini. L’edizione, vinta da Nilla Pizzi con la canzone L’Edera, fu un grandissimo successo, e portò l’intero gruppo autorale a fare il bis nella stagione successiva. Canzonissima 1959, affidata al trio Delia Scala, Paolo Panelli e Nino Manfredi, confermò e superò il successo dell’anno precedente. Dopo alcune edizioni sottotono, nelle quali la trasmissione abbinata alla Lotteria proseguì con nuovi titoli e format, nel 1968 Falqui venne chiamato per rilanciare il programma. L’edizione del 1968 vide al timone Mina, Walter Chiari e Paolo Panelli, quella del 1969 Johnny Dorelli, Raimondo Vianello, le gemelle Kessler, Sandra Mondaini e Paolo Villaggio. Grazie a Falqui il programma tornò ad essere il grande varietà del sabato sera, ottenendo ottimi indici di gradimento da parte di pubblico e critica.

Giardino d’inverno

Con il varietà Giardino d’inverno, in onda al sabato sul Programma Nazionale nei primi mesi del 1961, Antonello Falqui fece conoscere al pubblico italiano le suggestioni della musica internazionale. Ogni puntata era caratterizzata da un tema: dalla Chicago del jazz alla Bahia dei ritmi sudamericani. La trasmissione segnò il debutto delle gemelle Kessler e di Ornella Vanoni. In studio era presente un’orchestra di ben quaranta elementi diretta da Gorni Kramer. Conduceva il Quartetto Cetra.

Studio Uno

Il varietà per antonomasia della televisione italiana risponde al titolo di Studio Uno, programma in onda con la regia di Antonello Falqui sul Programma Nazionale per 4 stagioni dal 1961 al 1966. Scritto da Falqui e Guido Sacerdote, ed in seguito da Pipolo e Dino Verde, il varietà prendeva il nome dallo Studio 1 di via Teulada in Roma, da dove lo show veniva registrato (successivamente venne trasferito al Teatro delle Vittorie, mantenendo lo stesso titolo). Studio Uno si impose per lo stile innovativo, privo di scenografie sfarzose, ma al contrario caratterizzato da ampi spazi e arredi essenziali. A condurre la prima edizione del 1961 e quelle del 1965 e 1966 fu Mina, affiancata da vari partner maschili che si avvicendavano volta per volta, fra cui Marcello Mastroianni, Vittorio De Sica e Alberto Sordi. La “tigre di Cremona” riscosse un grandissimo successo personale, così come raggiunsero ambi consensi di pubblico Don Lurio e le gemelle Kessler, che ebbero in Studio Uno un vero e proprio trampolino di lancio. Nelle edizioni del 1961 e 1965 riscossero molto successo le sigle Da-da-un-pa e La notte è piccola, cantate per l’appunto dalle Kessler.

Biblioteca di Studio Uno

Biblioteca di Studio Uno è stato un programma antologico trasmesso sul Programma Nazionale della Rai in otto puntate nel 1964. La trasmissione, a metà strada fra il varietà, l’operetta e la fiction televisiva, era una sorta di spin off di Studio Uno, e vedeva protagonista il Quartetto Cetra, affiancato volta per volta da celebri attori di teatro e di cinema, alle prese con le parodie di note opere letterarie come I Tre Moschettieri e Il Conte di Montecristo. Per l’epoca il programma fu un vero e proprio kolossal per impiego di attori e strutture scenografiche all’interno dello Studio 1 del Centro di produzione Rai di via Teulada a Roma. Le cronache parlano di 160  attori e cantanti, 1500 comparse e 400 canzoni appositamente riadattate nel testo in funzione degli sketch che costituivano la vera ossatura della trasmissione.

Teatro 10

Altro storico titolo in materia di varietà è Teatro 10, programma trasmesso per 3 edizioni sul Programma Nazionale tra il 1964 e il 1972. In onda dal Teatro delle Vittorie in Roma la trasmissione regalò successo e notorietà a Lelio Luttazzi, conduttore della prima edizione. Ancor più fortunate le edizioni del 1971 e 1972, arrivate a parecchi anni di distanza dalla prima. Padrone di casa di entrambe le stagioni l’attore Alberto Lupo, affiancato nel 1972 da Mina. I due artisti erano anche i protagonisti della sigla di coda del programma, la canzone Parole parole, destinata a diventare un grande successo discografico.

Sabato Sera

Sabato sera fu un varietà del 1967, trasmesso per 10 puntate sul Programma Nazionale. Gli autori erano Antonio Amurri e Maurizio Jurgens, e naturalmente Antonello Falqui, che curava anche la regia. Impostato per certi versi come Studio Uno, il varietà era condotto da Mina, affiancata da un conduttore che cambiava di puntata in puntata. Nel cast anche Lola Falana, Don Lurio, Rocky Roberts e Franca Valeri. Tra i momenti più celebri del programma, lo sketch musicale che nell’ultima puntata vide protagonisti insieme Pippo Baudo, Mike Bongiorno, Corrado ed Enzo Tortora.

Milleluci

Nel 1974 è la volta di un altro titolo storico, il varietà Milleluci, scritto e diretto da Falqui, con padrone di casa Mina e Raffaella Carrà. Trasmesso per 8 settimane sul Programma Nazionale, il programma celebrava in ogni puntata un diverso genere di spettacolo (cinema, tv, radio, cabaret etc), con la partecipazione di diversi ospiti legati al tipo di spettacolo oggetto della puntata. Per Mina fu anche l’ultimo spettacolo televisivo. Dopo Milleluci la cantante, infatti, si limitò a qualche ospitata, prima del definitivo ritiro dalle scene nel 1978. Il progetto iniziale del varietà prevedeva la co-conduzione di Mina e di Alberto Rabagliati, che morì improvvisamente per trombosi dopo la registrazione della prima puntata. La sigla di chiusura, interpretata da Mina, era la canzone Non gioco più.

Al Paradise

Al Paradise, in onda al sabato sera su Rai1 per 3 stagioni dal 1983 al 1985, può essere considerato l’ultimo grande varietà a firma di Antonello Falqui. Al suo fianco in questa avventura un giovane Michele Guardì. In onda dal Teatro delle Vittorie ed in seguito dagli studi della Dear, il programma, dalle atmosfere circensi, era condotto da Oreste Lionello. In ogni puntata erano presenti numerosi ospiti italiani ed internazionali, alternati a momenti di grande spettacolo. Nella prima edizione l’attore era affiancato da Milva, Heather Parisi (che cantava la sigla Radiostelle) e Lara Orfei. Nella seconda edizione al fianco di Lionello fece il suo esordio Franca D’Amato. Il programma venne diviso in tre cicli di 6 puntate ciascuno, che vedevano cambiare il cast di primadonna e showgirl: da Milva alle gemelle Kessler, sino a Mariangela Melato ed Elisa Scarron. Seguì una terza edizione, caratterizzata dalla presenza nel cast del Quartetto Cetra.

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