Sky e DAZN finiscono nel mirino dell’Antitrust, che – su segnalazione di singoli consumatori e di alcune associazioni di consumatori – ha avviato due procedimenti istruttori per presunte pratiche commerciali scorrette e possibili violazioni dei diritti dei consumatori stessi. Il riferimento, in particolare, è alla commercializzazione dei pacchetti delle partite di calcio per la stagione 2018/2019 appena iniziata.
L’accusa a Sky
Secondo l’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), Sky Italia – si legge – “avrebbe adottato modalità di pubblicizzazione dell’offerta del pacchetto calcio per la stagione 2018/2019 che, in assenza di adeguate informazioni sui limiti dell’offerta relativi alle fasce orarie, potrebbero avere indotto i nuovi clienti ad assumere una decisione commerciale non consapevole“.
Per quel che riguarda, invece, i clienti già abbonati al pacchetto calcio, per l’Antitrust la condotta di Sky potrebbe presentare “profili di aggressività in quanto – a fronte di un significativo ridimensionamento del pacchetto in relazione al numero delle partite trasmesse e in assenza dell’informativa sulla possibilità di recedere dal contratto senza penali, costi di disattivazione e senza la restituzione degli sconti fruiti – il professionista avrebbe indotto tali soggetti a rinnovare l’abbonamento nell’erroneo convincimento che l’offerta non fosse mutata“.
Infine, la presunta violazione della pay tv dell’articolo 65 del Codice del Consumo, “non avendo acquisito il consenso del consumatore rispetto alla nuova opzione del pacchetto calcio 2018/2019″.
L’accusa a DAZN
Per quanto concerne DAZN, la piattaforma digitale del gruppo Perform, è oggetto di attenzione in primis lo slogan “quando vuoi, dove vuoi” che – accusa l’Antitrust – “farebbe intendere al consumatore di poter utilizzare il servizio ovunque si trovi, omettendo le limitazioni tecniche che potrebbero impedirne o renderne difficoltosa la fruizione”.
Anche i messaggi che indicano la possibilità di poter usufruire di un “mese gratuito” senza alcun vincolo (quindi senza contratto) sarebbero scorretti perché “il consumatore stipula un contratto per il quale è previsto il rinnovo automatico, con conseguente esigenza di esercitare l’eventuale recesso per non rinnovarlo. Inoltre, l’iscrizione per la fruizione gratuita del primo mese comporta l’automatico addebito dell’importo per i mesi successivi, in quanto il consumatore, creando l’account, darebbe inconsapevolmente il proprio consenso all’abbonamento al servizio, dovendosi attivare per esercitare il recesso e quindi evitare gli addebiti automatici”.
Tutti comportamenti che violano gli articoli 21, 24 e 25 del Codice del Consumo, presentando – spiega l’AGCM – “sia profili di ingannevolezza rispetto alle informazioni comunicate dal professionista in merito alle caratteristiche tecniche di fruibilità del pacchetto e alle modalità di adesione all’offerta, che profili di aggressività, in quanto il professionista potrebbe aver esercitato un indebito condizionamento nei confronti dei consumatori che, accettando l’offerta per fruire gratuitamente il primo mese del servizio, potrebbero subire un addebito automatico quale conseguenza della sottoscrizione inconsapevole di un contratto”.
DAZN, attraverso una nota, si è subito detta pronta a chiarire e a collaborare:
“Prendiamo atto della comunicazione ricevuta dall’AGCM e siamo disponibili a collaborare per fornire chiarimenti al riguardo”.