29
febbraio

IL COMMISSARIO MONTALBANO: LUNEDI 7 MARZO ‘LA PIRAMIDE DI FANGO’ CON TERESA MANNINO

Teresa Mannino - Il Commissario Montalbano

Neppure il tempo di gioire per il suo ritorno, che già ci si appresta a salutarlo. Toccata e fuga per Il Commissario Montalbano, che questa sera è tornato su Rai1 con un nuovo episodio dal titolo Una Faccenda Delicata, ma già lunedì prossimo, 7 marzo, saluterà il pubblico con il secondo ed ultimo film dal titolo La Piramide di Fango. Nell’episodio che congederà il Commissario dal pubblico, in attesa dei due nuovi due appuntamenti previsti per il 2017 e delle immancabili repliche che partiranno il 14 marzo, Montalbano avrà per le mani un caso di stretta attualità, nel quale una morte misteriosa si intreccerà con la ragnatela degli intrighi e della burocrazia italiana.

La vicenda si muoverà nell’ombra, con pochi personaggi, caratteri, e volti. Ombre che si paleseranno nelle parole di una giornalista, il cui volto è quello di Teresa Mannino. L’attrice comica, nota al pubblico soprattutto per la sua partecipazione a Zelig, si misurerà con un ruolo drammatico, quello di Lucia Gambardella, una cronista coraggiosa e combattiva. Per la Mannino non si tratta della prima “incursione” nel mondo di Camilleri. Nel 2014, infatti, l’attrice siciliana intervistò lo scrittore e sceneggiatore in un docu film dal titolo Andrea Camilleri – Il Maestro senza regole, trasmesso in prima serata su Rai1.

Il Commissario Montalbano – La Piramide di Fango: trama

È notte fonda e piove a dirotto. Un uomo, in mutande e canottiera, gravemente ferito, sanguinante, corre disperatamente su una bicicletta, fino a entrare in un cantiere che ormai è tutto un pantano. Con le ultime forze che gli restano, va a infilarsi in una grossa tubatura della condotta idrica in costruzione. È là che viene trovato cadavere, la mattina seguente. È stato ucciso con un colpo di arma da fuoco. Montalbano capisce che quell’uomo deve essere stato sorpreso nella notte, mentre dormiva; l’assassino gli ha sparato, lui ha cercato di fuggire con la bicicletta, si è nascosto in quella tubatura, ma la ferita era troppo grave ed è morto. Quindi doveva vivere nelle vicinanze del cantiere.

Il commissario riesce dunque a trovare la sua abitazione e a identificarlo: si tratta del trentacinquenne Gerlando Nicotra, contabile della stessa impresa edile di quel cantiere dove è morto; viveva con la bellissima moglie tedesca, Inge. È un caso assai complesso, e strano, il commissario se ne rende subito conto: tanto per cominciare di Inge non c’è più nessuna traccia, sparita. Inoltre Gerlando e Inge non vivevano soli, come tutti credevano: nell’abitazione ci sono tracce di una terza persona, che stava là con loro, un uomo che nessuno conosce, probabilmente anziano. E nella casa vi erano anche delle pistole, sia nella camera dei Nicotra, sia in quella del misterioso ospite.

Cosa assai sorprendente è che di questo “terzo uomo” non vi è alcuna impronta, indossava giorno e notte un paio di guanti di filo, e quindi è chiaro che si tratta di una persona schedata che non voleva farsi identificare. Si potrebbe pensare a un latitante, ma Montalbano non è affatto convinto di quest’ipotesi. Anche perché il caso Nicotra s’intreccia ben presto col tentato omicidio subìto da Saverio Piscopo, un muratore che aveva cominciato a parlare con la giornalista Lucia Gambardella delle irregolarità commesse dall’impresa presso cui lavorava. La Gambardella è una cronista coraggiosa e combattiva e da tempo lavora a un’inchiesta sugli appalti truccati a Vigata. L’edilizia è spesso il terreno fertile per accordi segreti fra politica e criminalità, ma il commissario capisce al volo che la donna ha messo le mani in qualcosa di molto, molto pericoloso e cerca in ogni modo di suggerirle cautela e di proteggerla. Si rende anche conto che, chi ha tentato di fare fuori Piscopo, ci proverà ancora e miracolosamente riesce a salvare il muratore da un nuovo attentato.

Ormai è più che sicuro: la morte di Nicotra e i tentativi di uccidere Piscopo hanno a che fare con un enorme giro di corruzione e malaffare riguardante varie imprese edili della provincia. E certo, c’entra anche la mafia. Difatti varie forze cominciano a muoversi per costruire un colossale depistaggio, con il quale si vuole fare credere in ogni modo che la morte di Gerlando non sia stata altro che una storia di corna: Nicotra avrebbe trovato la moglie con un amante, avrebbe quindi tentato di ucciderlo, ma l’amante, durante la colluttazione avrebbe sparato a Gerlando. Montalbano, però, riuscirà a non cadere nei vari tranelli che gli vengono messi davanti, a smascherare falsi testimoni, false prove, false confessioni, e, con acume e coraggio, troverà il modo di penetrare all’interno di quella “piramide di fango” che pareva inespugnabile ‐ un fango fatto di sangue, corruzione e malaffare ‐ e ad arrivare finalmente al vertice, facendo così crollare una volta per tutte questa vasta e ingegnosa organizzazione criminale.



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