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DA VINCI’S DEMONS: BOCCIATA L’AMERICANATA SU LEONARDO DI FOX
di Mattia Buonocore
22/04/2013 - 18:49

Rendere accattivante la storia al pubblico televisivo non è cosa facile. E se negli ultimi anni sesso e sangue sono stati gli espedienti utilizzati, Da Vinci’s Demons (da stasera alle 21.50 su Fox) cerca di andare oltre mescolando più di un elemento. La serie, coprodotta da Fox, Starz e BBC Worldwide, avvolge di mistero la vita di un venticinquenne Leonardo Da Vinci, elevandolo altresì a una sorta di (improbabile) supereroe ribelle e tormentato. Al bando da subito i panegirici, vi diciamo però che, a giudicare dal pilot, la serie non convince.
Superato l’imbarazzo per il Leonardo sex symbol e playboy, si fa fatica a capire dove si voglia andare a parare. Da Vinci’s Demons è una combinazione di generi che “troppo vuole e nulla stringe”. La narrazione scorre lenta tra un’imprecisione storica e l’altra, e il “mistero” su cui si fonda la linea orizzontale della serie appare tutto fuorché avvincente e intrigante. Sembra, dunque, sprecata l’ottima intuizione di rendere sotto forma di racconto televisivo il genio del giovane Leonardo.
Tuttavia non è difficile immaginare che la serie possa affascinare la platea internazionale e il pubblico d’Oltreoceano, a digiuno di storia e amante degli eccessi. Quegli stessi spettatori, insomma, che, a detta del creatore David S. Goyer, quando sentono Leonardo pensano subito a Di Caprio (qui il dettaglio della conferenza stampa di presentazione). In effetti il debutto sul canale Starz è stato positivo e la serie, dopo una sola puntata di messa in onda (in totale la prima stagione è composta da 8 episodi), si è guadagnata il rinnovo per un nuovo ciclo di episodi. Ci si chiede poi perchè Fox Italia sia scesa in campo solo per la conferenza stampa e non abbia fatto sentire (in misura maggiore) il suo peso specifico nella realizzazione della serie. Serie che non solo è girata in Galles pur essendo ambientata a Firenze, ma si incentra su personaggi italiani interpretati, però, da attori britannici.
Protagonista di Da Vinci’s Demons è Tom Riley (Monroe, Lost in Austen) che interpreta Leonardo Da Vinci affiancato da Laura Haddock (Upstairs Downstairs, Missing) nel ruolo di Lucrezia Donati, affascinante nobildonna fiorentina amante di Lorenzo Medici che ha il volto di Elliot Cowan (Alexander, La felicità porta fortuna). Blake Ritson (Emma, Mansfield Park) veste i panni del Conte Girolamo Riario, nipote di Papa Sisto IV (interpretato da James Faulkner), fedele sostenitore della Chiesa di Roma e acerrimo oppositore della famiglia Medici. Ad interpretare Madonna Clarice Orsini, devota e risoluta moglie di Lorenzo, troviamo Lara Pulver (Sherlock, True Blood), mentre nel ruolo di Zoroastro, il fedele amico e compagno di avventure di Leonardo, c’è Gregg Chillin.
Eros Vlahos vestirà i panni di Nico, uno dei primi allievi di Leonardo, figura liberamente ispirata ad un giovanissimo Niccolò Machiavelli. Alexander Siddig interpreta il Turco, l’enigmatico personaggio che avvicina Leonardo al culto di Mitra. Nel cast anche Tom Bateman nel ruolo di Giuliano Medici, Hera Hilman nel ruolo di Vanessa, Allan Corduner in quello di Andrea Verrocchio, David Schofield nei panni di Ser Piero da Vinci, padre di Leonardo.
Produttori esecutivi della serie sono Julie Gardner (Doctor Who, Life on Mars) e Jane Tranter (Criminal Justice, Torchwood: Miracle Day) per Adjacent Production; David S. Goyer è ideatore, produttore esecutivo e ha anche diretto i primi due episodi della serie. La colonna sonora è firmata da Bear McCreary, già compositore per le serie televisive Battlestar Galactica e The Walking Dead.
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GuidoR dice:
Viste la prima e la seconda stagione. Giudizio: per me è un polpettone insulso e inutilmente sanguinolento (a che cavolo servono i primissimi piani di sgozzamenti?). E dopo ogni episodio ne ho avuto la conferma. Gli ultimi episodi con i continui passaggi di ambientazione dal banalissimo e già visto Sudamerica a Roma, a Firenze, a Costantinopoli, insostenibili. Tempistiche assurde, soluzioni impossibili. C'è un limite a tutto. Mai più. E non faccio nessun confronto con altre fiction né film perché non serve.
Pippi dice:
@Mattia: capisco il tuo punto di vista meglio adesso. Anche se continuo a non condividerlo per certi aspetti. Se invece di chiamarlo Da Vinci lo avessero chiamato John Smith forse non lo avresti chiamato "americanata". Ma qui si solleva allora un'altra questione di cui non puoi essere responsabile, e cioè l'esistenza ed il conio nel vocabolario italiano di una parola come "americanata" per classificare una cosa inutilmente sfarzosa o pacchiana e di cattivo gusto. Trovo questo termine inutilmente dispregiativo tanto quanto quello che vuole indicare. Insisto con il voler brevettare la parola "italianata" per definire la quasi totalità delle fictions tv e degli show italiani (e molte altre cose di stampo italiano malfatte) :-)
marco dice:
Ho aspettato Da Vinci's Demons con la famosa "ansia e trepidazione", ma sinceramente non sono riuscito ad andare oltre la mezz'ora di visione, tutto mi sembrava, tranne che un fantasy ben fatto o una docu-fiction con licenze poetiche! Insomma, non sono un critico, nè un regista, nè uno sceneggiatore, ma so riconoscere quando un brutto regalo viene incartato in una bella confezione. Alcune scene sembrano venire direttamente da Assassin's Creed (di cui sono un giocatore assiduo) e sebbene il videogame sia uno spettacolo, lo stesso non si può dire di questo telefilm. Oggigiorno ci siamo troppo abituati a giudicare un prodotto dai soldi che son stati spesi per realizzarlo e non dalla sostanza che contiene. Forse, essere tanto appassionato di Da Vinci (quello vero), mi penalizza e rende di parte, ma credo che obiettivamente non possiamo parlare di una buona serie televisiva.
Pippi dice:
Certo che può valutarla. E per quel che mi riguarda non ho nemmeno detto che mi piace o non mi piace Davide. Credo tu non abbia letto le mie osservazioni. Qui si discuteva di giudizio obiettivo e non di gusto personale. Ed il discorso era sul qualificarla "americanata" e lamentarsi della poca attinenza storica, non del resto. Le premesse di Mattia nella sua valutazione fanno a pugni con la presentazione dell'autore, tra l'altro riportata da Mattia stesso in un altro articolo. Se uno ti dice già in anticipo che gli hanno chiesto di fare di Leonardo un supereroe e di inventarsi una storia non reale, poi non possiamo dire "ah, questa serie è piena di errori storici e il povero Leonardo sembra un improbabile eroe quindi è un'americanata da bocciare". Date le premesse della serie che non vuole essere storica ma fantasy ed immaginaria, e dato che non è una serie oggettivamente brutta riguardo a molti parametri, la mia perplessità è in base a cosa la si definisce "americanata" e per cosa la si sta bocciando. Non credo che un critico valuti "americanate" tutte le serie che non gli piacciono, no?? Io sono abituata a valutare un prodotto nel contesto in cui si propone e cercando di restare il più obiettiva possibile senza lasciarmi influenzare dal mio gusto personale. Cosa che mi pare fai sempre anche tu Davide..
Mattia Buonocore dice:
@Pippi anche da una soap posso aspettarmi intrighi amorosi a limite del surreale ma se questi sono eccessivi senza nemmeno rendere le vicende più interessanti io li critico. Be poteva essere fantasy ma fatta meglio (una serie fantasy poi non è realistica ma deve avere una sua credibilità), il termine "Americanata" compare nel titolo per un'esigenza di sintesi e efficacia ma vuole significare proprio il fatto che si è ecceduto inutilmente. Inoltre l'idea di mescolare tutti quei generi e farlo poi in quel modo è e rimane azzardata. La serie non è eccezionale (e non perchè è fantasy) poi cancella pure il titolo.
Pippi dice:
@Buonocore: Lo fa e lo ha fatto con una certa snobberia verso certi canali. Come più di una volta l'ho sentito elogiare o esprimere pareri favorevoli verso prodotti italiani, che fossero show o fiction davvero discutibili. Come tu ben dici il parere soggettivo è una cosa ed il gusto soggettivo è un'altra. In questo caso specifico, non possiamo considerare questa serie oggettivamente "brutta" e tanto meno un'americanata perchè cadremmo in contraddizione con l'obiettivo di questa serie. Cmq, giusto per chiudere il discorso, ecco la recensione di Grasso su Da Vinci's Demons. E questa volta non parla di "pasticci" e concorda sul discorso "americanata" come termine non consono. Il Leonardo dark sembra un fumetto Onestamente non so quanti spettatori conoscano così a fondo la storia di Leonardo da Vinci (mi metto nel numero) da vantare il diritto di scandalizzarsi: e il vero Leonardo non è questo, e la filologia è stata insultata, e siamo di fronte all’ennesima americanata dove la storia del Rinascimento è raccontata attraverso i cliché della violenza e del mistero, tenuti insieme dal sesso. Sì, forse è così, la ricostruzione storica di «Da Vinci’s Demons» è molto disinibita, svincolata da ogni remora culturale, ma una fiction va giudicata per la fedeltà ai suoi criteri di appartenenza (in questo caso il fantasy storico), le logiche di scrittura e non di fedeltà. Il Leonardo di «Da Vinci’s Demons», interpretato da Tom Riley, non ha nulla dell’iconografia che conosciamo; del resto, l’ideatore della serie tv, sceneggiatore e regista, è David S. Goyer, quello che ha scritto la serie di «Batman – Il cavaliere oscuro», la saga di «Blade» e l’imminente «Superman. Man of steel». Il venticinquenne Leonardo da Vinci è un ragazzo che vive nella Firenze rinascimentale. Brillante artista ed inventore è anche un sognatore ed un idealista, abile spadaccino e amatore. Leonardo dovrà vedersela con un misterioso culto conosciuto come i Figli di Mitra. L’inedita coproduzione Starz e BBC si concentra proprio su uno di questi presunti lati «oscuri»: la giovinezza di Leonardo e il periodo trascorso a Firenze, alla corte dei Medici, in un’atmosfera di torbidi inganni e pericolose macchinazioni per la conquista del potere in Italia (Fox, canale 111 di Sky, lunedì, ore 22.50, 8 puntate). Il difetto di «Da Vinci’s Demons» è che i troppi elementi narrativi messi in gioco faticano ad amalgamarsi e a svilupparsi. Leonardo ha tutte le caratteristiche dell’eroe dei fumetti, dove però sono concessi salti logici che la serialità tv non sempre è in grado di assorbire. (fonte: “Corriere della Sera”, 24 aprile 2013 – articolo di Aldo Grasso)
Davide Maggio dice:
Pippi: ma fammi capire, se non piace a te o ad altri, uno non può valutarla come meglio crede?
Mattia Buonocore dice:
@Pippi è difficile che Grasso parli male di una fiction Usa così com'è difficile che parli bene di una fiction italiana. Oltretutto il mio commento non era direttamente riferito a te. Continuo a sostenere se una cosa è brutta è brutta sia a livello soggettivo che oggettivo. Poi a livello soggettivo può piacere lo stesso (come tanti che guardano fiction italiana, pur sapendo che è brutta si appassionano).
Pippi dice:
@Buonocore: Dovrei risponderti che non mi interessa un bel niente di cosa scrivono gli altri critici, considerato che a te non interessava il mio paragone con la fiction italiana. Ma a questo tipo di giornalismo snob verso certi tipi di prodotti americani mi riferivo nei miei commenti, ed a questo tipo di mancanza di separazione tra giudizio obiettivo e gusto personale, non che latente (ma quasi sempre di più evidente ormai) mancanza di onestà intellettuale. Peggior esempio non potevi prendere. "Quando la critica ha perso ogni suo nobile principio da un pezzo", potremmo dire... (Specie considerata tutta la premessa ancora più fantasiosa e ridicola riguardo alle possibiità della fiction italiana che porterebbe alla conclusione del pezzo. Un ossimoro grandioso.)
Pippi dice:
@Buonocore: certo che no. Ma appunto, a seguito del mio ragionamento oggettivo sull'italiana fiction e dell'onesta intellettuale di cui tu sei dotato, da ora in poi mi aspetto che ogni volta che presenterai e criticherei la nostra fiction di basso livello nella maggioranza dei suoi casi, lo farai chiamandola Italianata, parlerai dell'improbabilità della sua attinenza storica nel caso si rifacesse a qualche personaggio esistito, e ben evidenzierai la brutta recitazione ed i copioni mal scritti. Tutto qui.
Mattia Buonocore dice:
"Pasticci che vengono dall'estero" Aldo Grasso su Da Vinci's Demons