Carta canta e Amici può cominciare nella versione ‘bipolare’, ormai tipica della seconda fase del programma. Prima notizia: resurrezione ufficiale, e elezione a docenti preparatori, per gli scaldaplatee Michele Sapientino Villanova e Marco Strusciage Garofalo, solo che stavolta si trovano divisi a combattere il Celentano-danza-pensiero (pensate un po’ se Garofalo stranamente si dovesse allineare all’odiata collega che bel quadretto ne verrebbe fuori). Seconda notizia: Stefano De Martino, dopo l’esperienza americana, grazie alla borsa di studio conquistata nella passata edizione, viene arruolato nel corpo di ballo del serale. Per il resto si può dire cominciata la calma piatta che caratterizza le puntate del sabato nel periodo del serale, giocate poco sul presente e troppo sull’attesa ridondante del futuro. La sfida a distanza tra le squadre riesce, pur nella nuova salsa, a mantenere in campo i valori abbastanza consolidati. Per qualche inedito che non galoppa come dovrebbe c’è invece un Vito decisamente rivitalizzato dalla grazia scesa su di lui una settimana fa.
La squadra Blu rompe il ghiaccio confermandosi nettamente più esuberante e brillante, con i suoi componenti che si fanno notare per talento o per creazioni estemporanee, citofonare ad esempio Francesca Terremoto Nicolì. Nella puntata di ieri la salentina peperina riesce a porre un dubbio amletico al pubblico: è più dannosa quando parla o quando canta? Prima se la prende infatti con la targhetta di Jurman, un confronto in contumacia che poi non riesce a motivare né a gesti, né a parole. (Santo dialetto pensaci tu!). Diana Moby Del Bufalo, la voce over preferita da Maria (scriverà lei il libro di Amici quest’anno?) non può non metterci del suo in questo confronto bizzarro, e nel suo consueto stile da svampita da musical, oppurtanamente solleticata dalla conduttrice, proprio mentre profonde bacetti al suo pelato del cuore, si vede costretta a riproporre una gag pedagogica con la sua maestra Fontana. La Castigatrice, sempre abile a leggere l’Avvenire, chiarisce come le spintarelle dell’insegnante siano solo un escamotage didattico, una fontaniana controffensiva ai pomodori e alle flessioni jurmaniane.
Gran parte della puntata però scorre nel segno de codice civile del serale, recitato proprio dalla Castigatrice. Un intruglio sempre più diabolico questo A-Factor. A grandi linee queste le principali innovazioni: come già annunciato nessuna classifica di gradimento settimanale. L’immunità si guadagna con le esibizioni del sabato, al termine delle quali i commissari esterni scriveranno all’interno di una busta il nome del talento risultato più brillante, uno per squadra a prescindere dalla categoria. Durante la puntata serale il pubblico decreterà la squadra vincente che potrà nominare chi vuole escludere dei perdenti. Ma non finisce qui…