paola mordiglia



8
luglio

DODICESIMO ROUND CHIUDE STASERA IL CICLO “2089″ METTENDO A CONFRONTO FILOSOFIA E SCIENZA

dodicesimo round immortali si diventa @ Davide Maggio .it

Si chiude stasera, come di consueto alle 00.30 sulla seconda rete Rai, il ciclo “2089″ di Dodicesimo Round, interamente dedicato alle trasformazioni sociali e culturali che hanno investito il nostro mondo dalla caduta del Muro.

Il titolo dell’ultimo appuntamento con il programma di Raidue è “Immortali si diventa”, e proprio di morte e sopravvivenza si discuterà, approfondendo la longevità di ideologie che nel ventesimo secolo parevano immortali, fino al sogno di una vita eterna, passando per il San Raffaele di Don Verzè, istituto di cura e di ricerca di Milano definito “il laboratorio dell’immortalità” italiano. A salire sul ring, per dibattere il tema della vita e della sua (forse) utopica eternità, saranno il genetista di fama mondiale Edoardo Boncinelli e il decano della filosofia continentale Gianni Vattimo, che si confronteranno con le domande dell’autore e conduttore Paolo Martini e della sua squadra di giornalisti, composta da Paola Mordiglia, Andrea Riscassi e Alessandro Scarano. Dunque un tema che fa parte del nostro immaginario collettivo, scenari futuribili di vite che possano essere tali per sempre e di una morte che l’uomo ha sempre cercato di fuggire.

Filosofia e scienza a confronto, per chiedersi ragioni e basi di questo sogno d’eternità, per parlare della traccia elettronica che post-mortem lasciamo su internet, per chiedersi fin dove sia giusto spingere le barriere dell’innovazione. Se Boncinelli spiegherà in che modo la ricerca cambierà la nostra aspettativa di vita – “Per ora, eccezioni a parte, che lo dica Berlusconi o meno, possiamo vivere sui cent’anni. Tra un secolo vivremo sicuramente almeno centodieci, centoventi anni” – Vattimo, in disaccordo, spiegherà le ragioni del suo disinteresse verso la sopravvivenza, con ironia “come faccio se io sopravvivo e il mio gatto no?” – e appellandosi a grandi filosofi come Heidegger, secondo il quale “la morte è lo scrigno dell’Essere”.