Si è conclusa la terza edizione della Talpa, reality-game targato Italia Uno, che, soprattutto nel corso delle ultime settimane, ha sbaragliato la concorrenza, ottenendo, in termini di ascolto e gradimento del pubblico, risultati più che lusinghieri, ben oltre le più rosee aspettative della vigilia.
Procediamo, perciò, con ordine, e ripercorriamo le tappe fondamentali dell’ultima puntata. Alle 21.10, con insolita puntualità, si parte. Dopo 1176 ore di duro lavoro, fatto di sabotaggi, finzioni e bugie, per la talpa arriva il momento della resa dei conti. Come da noi anticipato, nel pomeriggio, i 5 finalisti raggiungono lo studio a bordo di un’automobile, intonando, con entusiasmo, manco fossero in gita con il centro anziani, improponibili stornelli napoletani. Paola Barale elegante acconciatura alla Grace Kelly, ma inguardabile abito stile Alì Babà, si affretta a fare marcia indietro su alcune dichiarazioni, rilasciate qualche anno fa, tutt’altro che benevole nei confronti del genere reality. Ahi, ahi, cara Paola, mai sputare nel piatto dove, presumibilmente, potresti, un giorno, finire a mangiare! Mentre Vincenzo, ribattezzato (In)Cantatore, sposta gli immancabili disgustosi rettili da una teca all’altra con la stessa rapidità e la stessa disinvoltura con cui, abitualmente, Melita cambia fidanzato, ecco la futura moglie di Clemente Russo così sobriamente agghindata che la povera Perego, in più di un’occasione, rischia di scambiarla per una aspirante parrucchiera che ha interrotto il suo corso di studi dopo la lezione sulla cotonatura anni ‘80 o, peggio, per una collega di Trentalance.
Alle 21.46 arriva il momento tanto atteso da milioni di italiani: Karina, colpita da raucedine fulminante, improvvisamente afona? Macchè! Più semplicemente, Pasquale è fuori. Incalzato da un raffinatissimo Tonon che palesa la sua disponibilità a depilarsi i peli pubici, il buon Pasquale si difende come può e, sorprendentemente, senza far ricorso a nemmeno mezzo proverbio. Frattanto arrivano in studio alcuni rappresentanti della famiglia zulu intonando il motivetto tormentone che, già da qualche tempo, ha sostituito nel cuore degli italiani quello del gattino Virgola e della bella topolona. I più informati mormorano che i simpatici zulu non siano qui né per una visita di cortesia, né per uno scambio culturale, ma, esclusivamente, per chiedere, allo Stato italiano, un cospicuo risarcimento per gli incommensurabili danni psicologici provocati loro dalla convivenza forzata con Karina e Pasquale, nonché dall’indimenticabile visione, appena sveglia, di Joker, alias Fiordaliso. Temo che loro, giustamente, non si accontenteranno di una misera social card!