Se non fosse per il cambio di abito della Marcuzzi, che si accorcia proporzionalmente all’aumento del numero delle puntate, potremmo pensare di aver visto una replica del solito polpettone del Grande Fratello: aggettivoni da psicodramma alternati a risate da furto della marmellata in un convento di Madama Bifidus, la marchettona ripetuta al film adolescenziale (con Bova che provava a scrivere il nome del film anche alitando sulle telecamere), la solita carrellata di doppi sensi, culminati nel momento del rosa bang quando le donne sedute a cerchio agitavano infoiate la mano, con la stessa foga con cui i bambini sulla giostra coi seggiolini cercano di acciuffare il nastro per vincere il giro successivo.
Per fortuna che c’è Mauro: che mondo sarebbe senza Marin! La spontaneità con cui denigra il Bringibe, accampato nelle depandance della casa da settimane, vale già il prezzo del biglietto. Imperdibile l’imitazione della punteggiatura gridata di George e delle panzane gestuali. Se ne impipa alla grande della diretta e chiama la gente con i nomi a cui ha pensato la sua furbizia mattacchiona. Fulvio, Pasquale e Signorino sono solo gli pseudonimi che ha forgiato lui, e non dei concorrenti che nella folla ci siamo scordati ancora prima che si perdessero negli spalti dello studio. C’è mancato poco che durante la diretta, dopo il perdono elargito da Veronica, ribaltasse il sedile delle sorprese per limonarsela.
Come largamente previdibile, dopo lo schieramento del fan club di Mauro, la persona che abbandona la casa è Carmela, la donna che aveva giurato di poter mettere la mano nel camino, sicura di non fare sesso sotto le telecamere. Peccato però che i Gialappi l’abbiano beccata con la sua manina in un posto che non sembrava proprio un camino, sebbene fosse anch’esso infuocato principescamente. Madame Muzio Scevola lascia un vuoto incolmabile tra gli amici.