Riccardo Iacona continua ad indagare, a raccontare l’Italia sgangherata (e smutandata) di oggi con occhio attento e stile sferzante. Ritorna stasera Presadiretta, il programma giornalistico della terza rete che, con i suoi reportage, terrà compagnia al pubblico per le prossime cinque domeniche, fino al 16 ottobre. Poi la trasmissione cederà il testimone Milena Gabanelli e la rivedremo in onda a febbraio, con altre 11 puntate. A seguito di un sempre rinnovato successo di ascolti, Rai3 ha dunque confermato e rafforzato l’appuntamento curato da Iacona. Gli ingredienti e il format sono sempre gli stessi: poche chiacchere, niente talk e molte notizie raccolte sul campo.
Stasera Presadiretta esordirà con una puntata sulla crisi economica, dal titolo “Senza soldi“. Il programma della terza rete entrerà nel cuore dell’attualità, facendo anche le pulci alla manovra anti-default del Governo. Riuscirà l’Esecutivo coordinato da Silvio Berlusconi a portare fuori l’Italia dalla crisi? Dove verranno presi i soldi per raddrizzare il debito pubblico? Il reportage risponderà a questi interrogativi raccontando anche il malcostume della evasione fiscale. La trasmissione di Iacona porterà le sue telecamere in Sardegna, dove chiudono le industrie, e tra gli industriali del Nord Est, ad Arzignano vicino a Vicenza, dove gli imprenditori del settore della concia delle pelli da anni evadono tasse e contributi. Poi si sposterà a Parma, dentro la crisi della politica locale, e a Cernobbio fra i grandi e i potenti.
L’inchiesta sarà curata da Domenico Iannaccone, Raffaella Pusceddu, Lisa Iotti, Vincenzo Guerrizio, Alassandro Macina, Danilo Procaccianti, Elena Stramentinoli e dallo stesso Iacona. Settimana prossima Presadiretta continuerà il suo viaggio nella crisi durante una puntata intitolata “Popolo“, che farà luce sugli aspetti più drammatici della miseria di migliaia di famiglie che devono fare i conti con il welfare che sta sparendo. Il 2 ottobre prossimo, il programma parlerà di “Gioventù sfruttata“, un racconto delle difficoltà di un’intera generazione che ha perso il diritto a pianificare il futuro.