Conigliette di Playboy



10
marzo

GF9 – ATTO IX, GLI ITALIANI NON SI LASCIANO COMMUOVERE DAL SUO VITTIMISMO: FUORI CLAUDIA

GF9 - Vanessa Ravizza

Con una Marcuzzi agghindata con la vecchia tappezzeria di un divanetto di un club privè, alle 21.20, parte la nona puntata del Gf. Si comincia, naturalmente, con la vexata quaestio dei pruriti sessuali della vispa Vanessa che, promossa caposala di Villa Grande Fratello, ogni sera, diligentemente, fa il giro dei letti in corsia. La barista lombarda, novella gatta morta, dopo aver dormito tutta la settimana avvinghiata al bell’ Alberto, sembra cadere dalle nuvole quasi voglia farci credere di aver scambiato il prestante ormeggiatore genovese per un comodo scaldasonno o per un tenero orsetto di peluche.

A sorpresa, Marco riesce a mettere uno dietro l’altro qualche concetto di senso compiuto rimproverando la fascinosa ex coinquilina di essere diventata un trofeo ambito e conteso dai maschietti della casa e avvertendola, altresì, di quanto i suoi caldi abbracci notturni possano far sorgere dubbi su quella incorruttibile moralità di cui ella tanto si vanta. Si prosegue con un trionfo di banalità trite e ritrite: “Da fuori non si può capire”, “Certe emozioni non si possono reprimere”, “Qui dentro ogni sentimento viene amplificato”. Il povero Signorini, che tira in ballo lo spettro di Corona, viene aggredito da Marco e Vanessa che non cadono nella trappola delle sue provocazioni, per altro piuttosto debolucce e, per tutta risposta, continuano romanticamente a tenersi per mano. Basta, di grazia, con questa telenovela avvincente e piacevole a vedersi tanto quanto una puntata di Medicina 33 incentrata sulla colite spastica! Eloquentissima la mimica facciale di Alberto che, dopo essere stato per giorni lo zerbino di Vanessa, incassa, con malcelata tranquillità, un’umiliante batosta.

L’angolo “C’è Grande posta per te Fratello” ci regala, questa sera, il drammone di Marcello. Il fornaio bergamasco che sospettiamo, a questo punto, usi i suoi scatenati e grotteschi balletti come valvola di sfogo di antiche ferite, riceve la telefonata del padre che, anni fa, abbandonò sua madre prima ancora della sua nascita. Peccato, però, che il genitore fuggitivo, con fare piuttosto formale, sembrasse interloquire con il suo commercialista e non già con un figlio ritrovato.