E così, anche per Michele Santoro arrivò il giorno del predellino. Da Berlusconi in giù, ci passano tutti. Compresi i suoi più strenui oppositori. Dopo mesi di sostanziosi pensamenti e di polemiche mirate, ieri il giornalista più scomodo degli ultimi 150 anni ha finalmente sciolto gli indugi e annunciato all’Italia la sua prossima avventura professionale. Dal palco della festa del Fatto Quotidiano, a Marina di Pietrasanta, il teletribuno ha comunicato che a partire da fine ottobre condurrà un nuovo programma in onda su una piattaforma di emittenti private e sul web. Si chiamerà “Comizi d’amore“, in omaggio al celebre film-documentario di Pier Paolo Pasolini, e si articolerà in 25 puntate previste.
Onore al coraggio: dopo anni di chiagni e fotti all’ombra di mamma Rai, adesso l’ex conduttore di Annozero sembra fare sul serio, lanciando un esperimento di tv fai-da-te tanto innovativo quanto indipendente. Staremo a vedere. L’avventura santoriana si ispirerà direttamente ai successi Raiperunanotte e Tuttinpiedi, le serate-evento che il giornalista organizzò con successo a Bologna. Anche stavolta Michele sarà affiancato da Marco Travaglio, da Sandro Ruotolo e dal vignettista Vauro, suoi compagni fedeli.
Davanti ad una folla in visibilio che neanche Maradona ai tempi d’oro, ieri Santoro ha teorizzato la volontà di ”trasformare la televisione italiana“, liberandola dalle censure e dall’influenza dei partiti politici. Per questo i suoi Comizi d’amore saranno sostenuti da un’associazione no-profit che si chiamerà Servizio pubblico e che “si impegnerà a dire no ad ogni censura“. Però tutta questa autonomia costa cara e così, dopo aver ispirato il miraggio della libertà, il giornalista si è messo a battere cassa. Alla fine i soldi so’ soldi, e ci sono miracoli che Sant’oro non può fare.