Clinica Santa Rita



13
dicembre

L’INFILTRATO: RAI3 RACCONTA LA CLINICA DEGLI ORRORI. I LEGALI DI BREGA MASSONE: E’ LINCIAGGIO

L'infiltrato - operazione clinica degli orrori

Rai3 ripercorre e documenta uno dei più importanti casi giudiziari dell’ultimo decennio, quello della clinica Santa Rita di Milano. Nella prime time di oggi, 13 dicembre, la rete diretta da Andrea Vianello trasmetterà la docu-fiction “L’infiltrato – operazione clinica degli orrori“, racconto di un terribile fatto di cronaca che nei mesi scorsi ha avuto sviluppi con l’emissione di clamorose condanne. I giudici di primo grado hanno attestato che la clinica privata, per gonfiare i rimborsi richiesti alla Regione, sottoponeva i pazienti ad operazioni inutili e, in alcuni casi, ne causava anche la morte.

L’Infiltrato: la docufiction di Rai3 sulla clinica Santa Rita

Il documento ricostruirà i fatti con un inedito sguardo di insieme, avvalendosi di file, intercettazioni, filmati e documenti di vario tipo. Il materiale verrà riorganizzato in una narrazione ottenuta attraverso lo stile della docu-fiction. Il racconto partirà dagli inizi della vicenda giudiziaria, risalenti a circa sette anni fa, quando il reato che sembrava delinearsi era quello di “truffa ai danni del Sistema Sanitario Nazionale”. Poi, però, lo sviluppo delle indagini ha svelato reati ben più gravi, fino all’accusa di “omicidio volontario aggravato da crudeltà e lesioni personali gravissime”. Il caso verrà ricostruito attraverso la voce di un narratore – l’Infiltrato – che parlerà allo spettatore direttamente dall’interno della scena.

Brega Massone, l’ex chirurgo contro la docufiction di Rai3

Alla vigilia della messa in onda, il film ha suscitato polemiche dovute al fatto che in esso si raccontino fatti sui quali i magistrati non hanno ancora emesso una sentenza definitiva. In particolare, a manifestare indignazione per questa circostanza sono stati i legali di Pierpaolo Brega Massone, l’ex chirurgo toracico della clinica Santa Rita di Milano, condannato in primo grado all’ergastolo per omicidio volontario e in secondo grado a 15 anni e mezzo per truffa e lesioni volontarie. L’uomo – va precisato – era stato interpellato dai curatori della docu-fiction per un’intervista ma la direzione delle carceri aveva bloccato tutto.