Fare televisione ha un costo e la pubblicità, almeno per quanto riguarda tutte le tv private, è di fatto l’unica fonte di sostentamento. Auditel ricopre quindi un ruolo cruciale per tutti quegli editori che decidono di investire nel Belpaese che, grazie proprio al digitale terrestre, sta uscendo lentamente da una situazione di duopolio Rai-Mediaset fortemente criticata negli anni passati. Ma se è vero che la nuova tecnologia ha portato in questi anni degli indubbi vantaggi agli spettatori – con la nascita di nuove offerte televisive – è altrettanto vero che sta creando più di qualche problemino ai nuovi entrati.
Il problema riguarda perlopiù il campione Auditel, quelle 5281 famiglie rappresentative della popolazione italiana che “decidono” giornalmente gli ascolti di ogni network, e affligge tutti i decoder DTT in commercio che – a differenza degli SkyBox adottati da Sky Italia – non sono autosintonizzanti. O per meglio dire, nel momento in cui una rete si sposta di frequenza o di numerazione – e questa è una procedura che allo stato attuale avviene pressoché giornalmente – è l’utente stesso che deve procedere ad una risintonizzazione per ricevere nuovamente il canale.
Questo vale ovviamente per tutti i telespettatori, incluso anche il famoso campione Auditel che, se non aggiorna ripetutamente i decoder in possesso, può provocare non pochi danni agli editori. Ed è per questo che Guido Veneziani Editore, che con il canale Vero sta fortemente investendo nella piattaforma, si è appellato tramite i suoi settimanali a tutte le famiglie dotate del famoso “meter” affinché aggiornino i decoder, avviando la “Campagna per le Pari Opportunità di tutti gli Operatori Televisivi”
Non solo, vista l’indifferenza di Auditel in merito – “denunciata” da Utelit Consum – Guido Veneziani ha anche messo a disposizione un numero verde per aiutare le famiglie Auditel nella procedura di risintonizzazione. Un problema, questo, che affligge non solo Vero TV – che recentemente si è spostato sulle frequenze di Rete Capri – ma anche tutte le tv locali che dal prossimo novembre dovranno sloggiare dalla banda 61-69 UHF, e avvantaggia – seppur indirettamente – i network storici (i primi 9 sul telecomando).
1. Marco MDNA ha scritto:
31 ottobre 2012 alle 17:30