Alcuni mesi fa ero in viaggio (in treno) da Bari Centrale a Taranto…
Dopo aver preso posto, in attesa della partenza del treno, una ragazza seduta difronte a me s’allontana per andare in bagno lasciando i suoi bagagli in carrozza.
Passati 10 minuti, inizio a notare l’agitazione di un dipendente di Trenitalia (in quel momento non in servizio) che mi sedeva accanto.
Dopo altri 5 minuti, infatti, costui inzia a chiedersi con visibile nervosismo dove fosse andata la ragazza, come mai ritardasse cosi’ tanto nel rientrare in carrozza e chiedeva conferma circa l’appartenenza alla ragazza del bagaglio lasciato in carrozza.
Un sorriso mi venne spontaneo e risposi… “Ma su, non si agiti! E’ andata via da poco più di 10 minuti…Le dia almeno il tempo necessario!”.
Mi sento rispondere : “Guardi che c’e’ poco da scherzare… qui, qualche settimana fa c’è stato un attentato!”
Inizio a questo punto a mettere in dubbio la salute mentale del compagno di compartimento.
Senonchè costui prosegue il Suo racconto pregandomi di non farne parola e avvertendomi che, comunque, avrebbe omesso dei dettagli e sarebbe stato abbastanza vago dal momento che era stato deciso di non parlare dell’accaduto tenendolo nascosto, quanto meno, ai media.
Inizia a raccontarmi di una bomba esplosa all’interno di un treno a Bari Centrale alcune settimane prima. Una bomba custodita in un bagaglio lasciato all’interno di una carrozza.
Mi parla di feriti… feriti che, stando a quanto raccontato, sarebbero stati comunque molto pochi (il treno, infatti, non era in movimento ma “parcheggiato” su un binario della stazione centrale di Bari) e si sarebbe trattato, per la precisione, solo di personale Trenitalia con l’esclusione, dunque, di passeggeri.
Vani sono stati i tentativi di “estorcere” maggiori dettagli sulla faccenda.
Ancora più vani i tentativi di reperire qualche informazione in rete, su stampa e qualunque altro mezzo di informazione!
La cosa che mi ha colpito è stata l’ “intromissione” di un controllore di Trenitalia che, venuto in carrozza per controllare i biglietti, ha elegantemente invitato a tacere il collega (che già era muto come un pesce) confermando, comunque, l’accaduto.
E adesso?!? Ci sarà qualcuno che leggendo questo post potrà aiutarci a ricomporre il puzzle?
Per il momento è tutto…
[Segnalato su Libero.it, Davide ringrazia]