“La televisione in questo momento non è gestita in base ai criteri della meritocrazia. E’ suddivisa in lobby, sia d’agenti che politiche. Io non faccio parte nè dell’una e dell’altra cosa”.
A tuonare contro la tv italiana, senza fare distinzioni tra Rai e Mediaset, è Alba Parietti, ormai da anni fuori, o quasi, dalla tv che conta. Conduttrice “a singhiozzo” (nell’ultima stagione si è ributtata nella mischia con Alballoscuro, in onda su La7d), la Pariettona Nazionale si è “reinventata” opinionista di lusso, ruolo che negli ultimi anni l’ha vista presenziare sul piccolo schermo con una certa frequenza, forte di un appeal sul pubblico mai smarrito.
Poi, però, anche l’Alba opinionista si è vista chiudere nell’ultima stagione molte porte in faccia (niente Mediaset e fuori dall’ammiraglia Rai), “salvata” da Simona Ventura con l’Isola dei Famosi, che l’ha vista anche naufraga. Intervistata da Di tutto la showgirl oltre alle ennesime stoccate a Mauro Mazza, che l’ha “bandita” da Rai1, e Mediaset, rea di averle chiuso un programma di successo come Grimilde, torna a rivendicare di essere stata la prima a parlare di calcio in tv. E proprio per questo, nelle passate settimane, ha sperato che il suo telefono squillasse, pronta a ricevere la proposta di condurre lei Quelli che il Calcio:
“Sono stata la prima a condurre in Italia programmi di quel genere, per dieci anni, riscuotendo grande successo. TMC (Telemontecarlo, ndDM) iniziò ad esistere grazie a Gala Gol. (…) Non vedo chi possa farlo meglio di me! Io insieme a Ricardo Pereira ho inventato un nuovo modo di far vivere il calcio in televisione. Da Vianello a Fazio tutti si sono ispirati a quel tipo di programma”.