Lorella Cuccarini
E’ da quasi vent’anni che Lorella Cuccarini affianca alla sua attività di conduttrice, quella di madrina di 30 Ore per la Vita. Un progetto benefico, nato sulle reti Mediaset, e ora sposato dalla tv pubblica con una settimana all’anno durante la quale si raccolgono fondi per progetti di assistenza, ricerca e prevenzione. La settimana scelta per il 2013 è quella partita ieri e vedrà la padrona di casa di Domenica In ‘vagare’ per i programmi Rai cercando di sensibilizzare il pubblico. Proprio questo dà il là alla nostra chiacchierata tra beneficenza e progetti televisivi, presenti e futuri.
Ho una curiosità. Perchè 30 ore per la vita, che riusciva a coniugare intrattenimento e fini nobili, non trova una vetrina televisiva come qualche tempo fa?
E’ un programma che è nato venti anni fa, come una risposta delle reti Mediaset a Telethon. Poi, ti adegui a quelli che sono gli spazi che ti si presentano. All’interno della Rai, adesso, probabilmente questa è la collocazione migliore. Poi non si sa mai. Tutto può accadere!
A te cosa è successo?
Sto vivendo un momento di grande serenità. Sto coniugando la passione per la televisione con l’impegno sociale. Credo di avere la maturità giusta per poter essere un personaggio che spazia dall’intrattenimento puro a quello di donna che si impegna in campagne nelle quali crede.
Domenica In sarà dedicata a 30 Ore?
Ci sarà una pagina all’interno di Domenica In. Quest’anno ci occuperemo di un progetto speciale: far ripartire il cantiere per una delle ‘Case di 30 ore per la vita’, quella di Roma a Saxa Rubra. E’ una casa che si è fermata per mancanza di fondi. Servirebbe per ospitare i genitori dei bambini che vengono a curarsi al Policlinico Gemelli. La testimonial sarà Monica Bellucci che ha fatto un filmato e sarà con noi in studio. E’ un progetto che sente particolarmente.
Secondo te ci sono colleghi che fanno beneficenza per averne un tornaconto?
Io mi rendo conto che forse, in termini di immagine, ho guadagnato molto più io di quanto abbia dato. Mi sento in debito. Però credo anche che non sia importante che un personaggio si spenda per se stesso o per gli altri: l’importante è che lo faccia. Siccome la causa è nobile, se dietro c’è dell’opportunismo… chissenefrega! L’importante è che si facciano cose. Se si può mettere la popolarità a disposizione degli altri, ben venga. Poi c’è anche sicuramente chi la beneficenza la fa privatamente, in maniera più personale, senza sbandierarla ai quattro venti.
E tu?
Io ho iniziato a fare ‘30 ore per la vita’ quando ero all’apice del successo e ho continuato a farlo nei momenti di difficoltà. Non ho mai pensato a “30 ore” come a qualcosa da sfruttare. E’ stato un impegno che mi ha aiutato ad avere una consapevolezza diversa della mia forza come personaggio; e poi a non perdere mai quel contatto con la realtà e i problemi del quotidiano.
Non ti sei scocciata di Domenica In?