La sua classe unita ad un’eleganza da “miss” ha fatto sempre la differenza tra i tanti volti che popolano il piccolo schermo. Parliamo di Roberta Capua che, accantonata momentaneamente la tv, si gode le gioie della famiglia. Sposata da un anno con l’imprenditore Stefano Cassoli, che nel 2008 l’ha resa madre del piccolo Leonardo, l’ex signora della domenica di Canale5 non sembra avere particolari rimpianti per le scelte fatte e, in attesa di una giusta occasione per tornare dal suo pubblico, si racconta a 360 gradi sulle pagine di DM.
Allora Roberta, quando torni in tv? Il pubblico inizia a reclamare…
Mi fa molto piacere che la gente si ricordi di me e desideri il mio rientro in tv, ma per il momento non ho nessun progetto. La tv, come del resto il nostro Paese, sta vivendo un momento di crisi. Sono diminuite le produzioni, si lavora molto meno rispetto a prima, e a farlo sono sempre le stesse persone.
In passato ti sei misurata sia con il varietà che con la tv di servizio. In quali vesti ti piacerebbe tornare?
Il varietà e l’intrattenimento sono molto divertenti, però il talk è senz’altro il genere televisivo più nelle mie corde. Con In Famiglia e Unomattina ho avuto in passato grandi soddisfazioni. Certo, si tratta di trasmissioni molto impegnative dal punto di vista dei tempi; generalmente sono programmi quotidiani e in diretta. Io ho un bambino piccolo, vivo a Bologna, mi dovrei organizzare. Però nella vita tutto può succedere. Mai dire mai.
Avevi sperimentato in prima serata il people show La seconda volta…
La seconda volta era un pilot realizzato per Rete4, non andò neanche così male, poi però non si fece mai la serie. Poteva essere un’occasione.
Adesso a sperimentare sono soprattutto i canali del digitale terrestre, ti piacerebbe provare un’esperienza in queste nuove realtà?
Il digitale terrestre è molto interessante, offre programmi nuovi e divertenti. Si sperimenta un po’ di più rispetto alla tv generalista, da sempre piuttosto uguale a se stessa. Certo, ci sono budget e numeri diversi, ma si realizzano cose interessanti. Mi piacerebbe provare.
Hai da poco festeggiato 25 anni di carriera, nei quali hai avuto modo di lavorare al fianco di alcuni tra i più importanti volti della tv, a partire da Luciano Rispoli che ti scelse nel 1996 per Tappeto Volante…
Luciano è stato un grandissimo maestro, a mio avviso ingiustamente sottovalutato e sottoutilizzato. E’ una persona che conosce bene la tv. In passato è stato dirigente oltre che autore e conduttore. Ai tempi di Tappeto Volante ero molto giovane, e quindi ho assorbito molto da lui e dal suo modo di lavorare.
Nel 1998 è arrivato Michele Guardì che ti ha voluto… In Famiglia!
L’esperienza di In Famiglia ha rappresentato il mio primo approccio con la popolarità e i grandi numeri. Guardì è una colonna portante della tv, con lui ho imparato tanto da sia dal punto di vista televisivo che dal punto di vista disciplinare. La trasmissione richiedeva una sveglia all’alba nel week end, bisognava sacrificare tutti i fine settimana.
Le levatacce sono proseguite ad Unomattina insieme a Luca Giurato…
Ancora oggi la gente per strada mi ferma e mi chiede: Ma Luca ci è o ci fa?. Unomattina al suo fianco è stata una scuola pazzesca, un’esperienza divertente ma allo stesso tempo molto impegnativa. E’ un contenitore dove si parla e si impara di tutto. Ho appreso tante cose che probabilmente non avrei approfondito se non avessi avuto la necessità di farlo per lavoro.
E poi è arrivato Maurizio Costanzo con Buona Domenica…
Costanzo mi scelse come prima donna della domenica pomeriggio e devo dire che sono stati due anni straordinari e di successo. Sin dall’inizio mi ha sempre concesso grande spazio, rispettandomi e valorizzandomi al massimo. E questo non è poco, in una tv in cui spesso molti hanno difficoltà a rinunciare ai propri spazi in favore dei colleghi, ancor di più poi se si tratta di una donna.
Che ne pensi della figura femminile nella tv di oggi?
Sinceramente non mi piace. Oggi la prima regola per una donna in tv è essere sexy. Tutte vogliono essere sexy ad ogni costo, delle volte ricoprendo dei ruoli che nulla hanno a che vedere con la vera sensualità. E’ giusto sentirsi belle, femminili, ma a volte si esagera. C’è un continuo ammiccamento, che lascia anche un po’ il tempo che trova. Non capisco come le nuove generazioni non comprendano che la bellezza è un qualcosa di passeggero. Ci sarà sempre una più bella, più spregiudicata, con la coscia più lunga, pronta a prendere il tuo posto.
Che dovrebbero fare le ragazze di oggi?
Sarebbe importante farsi spazio e imporsi sì con la femminilità, ma anche cercando di metterci il più possibile la testa, il cervello. Far capire che si è anche altro e non solo un corpo. Io per dire, non mi sono mai sentita particolarmente sexy, o comunque a mio agio, in certi panni. Ho cercato di essere me stessa e di non tradire il mio modo di essere nella vita. Sarebbe stata una forzatura per me. Non posso pensare che tutte le giovani di oggi siano solo un corpo da mettere in mostra. Mi rifiuto di pensarlo.
A proposito di corpi in mostra, tu sei nata artisticamente a Miss Italia, e sei anche figlia di una Miss. Pensi che il concorso di bellezza abbia oggi ancora un senso o sia qualcosa di anacronistico?
Miss Italia comincia sicuramente ad accusare il tempo che passa. Ciò che mi lascia perplessa, e che trovo abbastanza contraddittorio, è il continuo tentativo di volerlo trasformare in qualcos’altro. Si cerca sempre di far trasparire l’intelligenza e la cultura delle concorrenti, ma un concorso di bellezza non è certo il posto più adatto. E’ impossibile in due serate e in pochi secondi far conoscere certi aspetti delle ragazze, per di più giovanissime, emozionate e alla loro prima esperienza in tv. Che senso ha chiedere loro che fanno nella vita? Ma cosa vuoi che faccia una ragazza a quell’età? Va a scuola, studia, ha il fidanzato. In questo modo le miss rischiano di apparire tutte uguali e banali, anche se non lo sono. Ad essere banali sono le domande che portano a banali risposte e a fare banali figure.
L’organizzazione del concorso che dovrebbe fare per adeguarsi ai tempi?
Sarebbe più onesto dire che è un concorso di bellezza dove vince la più bella e basta, senza volerlo travestire da qualcosa che non è, e che non potrà mai essere. Se si è fortunati, può esser scelta una miss che ha anche un po’ di cervello. Però rimane sempre un concorso di bellezza. Anche questa cosa di voler eliminare il bikini non la capisco, che senso ha?
Pare che Patrizia Mirigliani quest’anno voglia eliminare anche il costume intero e far sfilare le miss vestite.
Allora basta, chiudiamolo per sempre. Non avrebbe senso continuare e cercare di snaturarlo completamente.
1. Mattia ha scritto:
24 maggio 2012 alle 19:12