[Intervista del 13 marzo 2012] Le sue ultime due esperienze sulla tv generalista sono state tutto fuorchè fortunate ma lei non ha il tempo di leccarsi le ferite. Rossella Brescia, infatti, si divide tra gli spettacoli teatrali ‘Carmen’ (prossima data il 20 marzo a Jesi) e ‘Cassandra’ (il 30 marzo a Tempo Pausania) e un nuovo impegno televisivo. Dal 5 marzo l’apprezzata conduttrice di Colorado fa da contraltare ironico alla nuova stagione di Takeshi’s Castle, in onda su Cartoon Network tutti i giorni alle 20.05. Con lei, alla scoperta dell’improbabile show cult della tv giapponese, i suoi compagni di radio Max Pagani e Barty Colucci (su Rds ogni mattina conducono Tutti pazzi per Rds). Proprio il suo nuovo ruolo da commentatrice irriverente ha dato il la alla nostra chiacchierata in cui Rossella parla del suo passato e presente professionale.
Com’è nata la tua collaborazione con Cartoon Network?
Credo che il mio impegno in radio e l’aver fatto altri programmi comici li abbia spinti a cercarmi. Con me forse volevano anche la squadra che poi è arrivata.
Takeshi’s Castle è diventato famoso in Italia grazie alla Gialappa’s Band…
Sì, ma infatti è un programma molto forte, che si presta a dei commenti esterni. Allo stesso tempo è un programma per le famiglie e per ragazzi perché fa ridere senza usare volgarità o parole offensive.
Hai avuto titubanze prima di iniziare la collaborazione con un canale che, per quanto importante, si rivolge ad una nicchia?
No, assolutamente. L’importante è fare una cosa che mi diverte e che sia carina. Non ho mai neanche riflettuto sul fatto che mi sarei rivolta ad una nicchia.
Come stai vivendo questo periodo d’assenza dalla tv generalista?
In realtà non ho tempo di pensare a tutto questo, sono molto occupata con gli spettacoli di danza Carmen e Cassandra. E’ vero che a Mediaset o in Rai mi piacerebbe tornare ma non mi sembra il caso di farlo tanto per. L’importante è trovare un’idea giusta altrimenti tanto vale fare altro.
Cosa ti piacerebbe fare in tv?
Su due piedi, non so. Di sicuro mi piacerebbe lavorare con delle interviste scanzonate, senza prendersi sul serio. In realtà sto pensando anche ad un progetto per i più piccoli nella danza, ci sono dei veri e propri “mostri”, bravissimi. Un programma basato sul talento, non sulla tenerezza.
Una specie di Io Canto sulla danza, un “Io Ballo”?
Non danza tipo Ballando con le stelle ma danza classica, moderna, hip hop portata all’eccellenza. E’ un’idea sulla quale sto lavorando, vedremo.
Strano che tu non abbia detto che ti piacerebbe fare un varietà...
Per la danza in televisione, a parte Amici, non vedo tante possibilità.
Perché secondo te spettacoli come quelli di Fiorello e di Panariello non prevedono la presenza di una prima ballerina a differenza dei varietà di un tempo?
Non lo so, però funzionano anche così quindi evidentemente hanno ragione loro. La danza in tv si è evoluta, il fatto che chiunque faccia i balletti non va bene nel senso che la danza è qualcosa che necessita di un grande studio.
Tu hai cominciato a ballare spinta dal desiderio di entrare nel mondo dello spettacolo o per amore della danza?
Io ho iniziato proprio per la danza. Tutto quello che è successo dopo è avvenuto col tempo. Per me l’importante era ballare e basta.
Quest’anno farai incursioni al serale di Amici?
Non penso, poi chissà. Se Maria mi invita, volentieri! E’ una trasmissione che ammiro molto. Per adesso, comunque, no.
A proposito, quest’anno pare che a ballare ci sarà Belen Rodriguez. Che ne pensi?
Lo sapevo che avresti chiesto questa cosa (ride, ndDM). Non l’ho mai vista ballare: se sa farlo ben venga, perché no?! Dovrebbe fare la ballerina professionista, è un titolo importante, dovrà dimostrare di saper ballare. Non ci si inventa ballerine. E’ come se io domani mi mettessi a cantare, sono intonata, ho canticchiato ma dovrei studiare. Evidentemente ha studiato se ricoprirà questo ruolo.
In realtà non risulta che lei abbia un curriculum da ballerina…
Magari ha delle doti nascoste. Ha tirato fuori la farfallina, tirerà fuori anche le doti nel ballo, è un pozzo di sorprese.
Tra l’altro ti ha sostituita a Colorado. Hai poi seguito la trasmissione?
Non l’ho guardato perché Colorado fa parte della mia vita e non ero pronta. Però ho mandato dei fiori a Belen. E’ stata anche una scelta condivisa il mio addio.
Baila o Uman sono le tue ultime partecipazioni televisive: qual era più brutto?
Uman direi.
Come hai vissuto la chiusura?
Non ci sono rimasta male perché ho avuto l’appoggio del direttore di Italia1, Luca Tiraboschi. Era visibile che l’insuccesso non fosse imputabile ad una mia pecca nella conduzione. Se fossi stata io il problema mi avrebbero sostituita.
Oltrettutto gli ascolti non erano neanche così negativi…
Sì ci sono stati programmi che dopo hanno fatto il 7, il 6% e hanno continuato ad andare in onda.
Parli di Chiambretti?
Chiambretti mi piace, non so perché faccia il 6. Lo trovo geniale e non si merita i suoi ascolti. In Uman era sbagliata la formula che nasceva da un programma su internet e quindi nel riproporlo in televisione sono sorti dei problemi. Comunque c’è tutto il mio appoggio perché c’è stata sperimentazione: non si propone più nulla di nuovo, ci sono tanti cloni e perciò bisogna supportare un tentativo di proporre qualcosa di diverso.
Forse non si è neanche creduto a sufficienza nel format, basta guardare la differenza tra la prima e la seconda puntata…
Io non ero autrice, non potevo fare diversamente. Mi sembrava un tantino antico anche a me riproporre dei giochi in studio perché alla fine bisogna dare un po’ di “sangue” in televisione se proponi un reality. Ecco mancava un po’ di quello. Io ho visto quello israeliano e faceva molto ridere, ma c’è da dire che in Italia difficilmente, per una questione anche di cultura, avrebbero accettato che i concorrenti fossero trattati molto male. Il problema è che così facendo non si sono resi conto che si snaturava l’idea del programma stesso.
Domanda gossippara: conduci un programma per un pubblico di giovanissimi, a quando un figlio?
Ma magari, io sono working progress. Ma non mi va neanche di dirlo perché se non arrivano diventa una barzelletta, e soprattutto non mi va dire una cosa così privata per fare un titolo.
1. Vincenzo ha scritto:
13 marzo 2012 alle 14:03