E’ la volta dei Borghi Bros. Pupilli di Enrico Ruggeri, i fratelli Alessio e Carlo Alberto sono stati eliminati alla terza puntata di XFactor anche ”grazie” al voto del giudice che li rappresentava. La loro storia è singolare: scartati all’ultimo step della seconda edizione dalla giudice Maionchi, che non li riteneva ancora pronti per il talent show di Rai2, approdano alla quarta edizione del programma con una discreta esperienza come cover band. E sembrano prendere la loro esclusione con filosofia…
Già nella seconda edizione, per noi arrivare all’ultima selezione è stato un grande regalo. C’eravamo illusi di potercela fare ma non il “no” ci ha fatto venire voglia di iniziare un nostro percorso artistico. Quest’anno, entrare è stato un obiettivo raggiunto, poi, si sa, l’appetito vien mangiando. Il rammarico è che avremmo voluto esprimerci di più.
Il vostro leader Ruggeri ha preferito salvare gli Effetto Doppler per due ragioni: dare loro un po’ di visibilità poichè, a differenza vostra, non avevano già un percorso artistico avviato e permettere a Carlo Alberto di vivere al meglio la nascita della figlia…
A noi il discorso sulla scelta non è piaciuto tantissimo. Già nella musica non ci vuole una mano ad aiutarti, ma due. Rispetto al discorso su mia figlia (Carlo Alberto), io avevo parlato con la mia compagna e avevamo deciso di affrontare questa cosa insieme. E’ stato un grande sacrificio per me e volevo fare X Factor anche per mia figlia. Questa cosa mi ha ferito.
Cosa vorreste dire ai giudici che vi hanno eliminato (Mara e Anna)?
Purtroppo si sono fatte influenzare dalle etichette ancor prima di sentirci cantare; la scelta dei brani, che non esprimevano tutta la nostra energia, non ha poi contribuito a far cambiare loro idea. Non si sono aperte nei nostri confronti e hanno avuto un giudizio troppo superficiale.
Che cos’hanno gli Effetto Doppler che voi non avete?
Questa è una domanda veramente provocatoria! Siamo diventati proprio amici degli Effetto Doppler, sono persone stupende ma in loro, artisticamente, non vedo nulla di superiore a noi.
Come voto da cantanti, vi date 9. Non peccate un pò di presunzione?
Non ci ricordavamo di averlo detto! Beh, ci riteniamo dei buoni interpreti. Non puntiamo a virtuosismi. Purtroppo, con il brano Piazza Grande, non abbiamo potuto esprimerlo (non rappresenta proprio il nostro mondo), ma riteniamo di essere capaci di trasmettere grande energia. Non tutti sono in grado di farlo!
Anna Tatangelo trovava Carlo Alberto un po’ troppo altezzoso. Pensate che questo vi abbia danneggiato?
Purtroppo sì. Il bollino dei ”piacioni” non ci ha certo aiutati. Anche le clip su alcune situazioni all’interno del loft, per come sono state montate non ci hanno aiutato. Del resto era pur sempre uno show televisivo.
Vivete già di musica. In base alla vostra esperienza in questo mondo, ora, cambiereste qualcosa di questo programma?
Questo format dovrebbe prendere delle pietre grezze e trasformarle in diamanti. Quest’anno, cosa che nelle passate edizioni non era capitato, i giudici puntano solo su alcuni dei loro concorrenti e non su tutti per fare questo lavoro. Lo scopo del giudice non dovrebbe essere quello di vincere ma quello di riuscire a trasformare l’artista in un diamante.
Sul vostro sito, avete scritto che volete “creare musica che sfugga alle catalogazioni” e che non siete disposti a scendere a compromessi, ma poi puntate tutto su Sanremo (ci avevano provato) e X Factor?
Purtroppo i canali tradizionali nella musica di oggi sono saturi. Bisogna provare attraverso questi canali.
Affrontiamo il tema reality, il tema loft. Nevruz vi ha dato degli “sfigati”. Cosa gli rispondete?
Prima o poi i nodi verranno al pettine. Noi siamo usciti prima di lui ma bisogna vedere. Per noi Nevruz è un’artista ma è anche molto marketing. E’ una maschera e molti artisti-maschera in effetti funzionano. Lui, quando c’è una telecamera, è sempre pronto a mostrare il personaggio e non la persona. E’ stato addestrato per questo, non dallo staff di X Factor, ma da se stesso.
Per voi chi vincerà?
Davide. Lui ha il nostro consenso totale. Lui è già una pop star!
Ed ora, aumenterete il compenso delle vostre serate?
Lo speriamo vivamente. Ma più che altro speriamo di riuscire ad avere una platea più ampia. Il cachet è relativo per chi fa questo lavoro per passione. E’ una scelta di vita per noi fare musica e si spera di poterla fare in tutta Italia.
1. marcello walker ha scritto:
23 settembre 2010 alle 18:04