27
aprile

INTERVISTA AD ALESSANDRO GRIECO, DIRETTORE DI COMEDY CENTRAL: NON VOGLIAMO ESSERE FOX O CW. NOI SVILUPPIAMO UN’IDENTITA’ NAZIONALE

Alessandro Grieco

Nell’ambito del progetto di ricerca “Web 2.0 ed innovazione: il ruolo dei blog nell’entertainment televisivo oggi è la volta del contributo di Alessandro Grieco, direttore di Comedy Central. Innovativa, dinamica ma soprattutto ironica e divertente, questa è l’impronta che Grieco ha impresso alla rete che dirige, facendone un unicum nel panorama televisivo italiano. A dispetto di chi la vorrebbe votata alla serialità statunitense, Comedy Central si propone di essere il tempio della comicità e, come tiene a sottolineare l’head of programming acquisitions  and production, all’insegna del made in Italy. Ma per saperne di più ecco le sue dichiarazioni.

Come avviene il processo che va dall’ideazione al lancio di nuove produzioni televisive (fiction incluse) in Comedy Central?

Sostanzialmente il processo nasce da un’analisi di posizionamento editoriale del canale. Una volta avuto chiaro quello che serve, tenendo presente, quindi, i valori e le caratteristiche del posizionamento attuale, cominciamo a vagliare i nuovi format. Tenga presente che noi riceviamo circa 15 format al mese buoni. Cerchiamo di capire, poi, quelli che meglio interpretano le esigenze della rete; a quel punto la seconda valutazione fondamentale è relativa alla programmazione strisciata o settimanale (di prima serata solitamente). Dopo cominciamo a selezionare i formati e a lavorare sulla rosa di papabili, in modo che il formato che si adegua al canale e ai budget disponibili in quel momento venga prodotto. Il più delle volte viene realizzata una puntata zero, testata con dei focus group e/o delle ricerche; qualora ciò non fosse possibile ci fidiamo del nostro intuito.

Come giudica il livello di innovazione della televisione italiana? E nello specifico il livello di innovazione in Comedy Central?

Comedy Central effettua rispetto ai canali Sky un maggior numero di ore autoprodotte. Il motivo è che riteniamo che la comicità sia sostanzialmente locale. Questa è un’osservazione rilevante che si riscontra in tutti i campi; se lei guarda la programmazione cinematografica nel mondo vede che i titoli sono tutti uguali al 90%  esclusi quelli comici che fanno grandissimi ascolti in patria ma sono di esportazione limitata. Un esempio proviene dal mercato americano, che notoriamente esporta di più: comici come Chris Rock o Adam Sandler in Italia sono conosciuti sostanzialmente dagli appassionati. Per quanto riguardo la televisione in Italia, è sostanzialmente tradizionalistica per cui una volta scoperto un filone si tende a lavorare sempre su quel filone. La televisione generalista non tende ad innovare completamente con i formati ma ad apportare a dei format già conosciuti delle ulteriori innovazioni pezzettino per pezzettino più che radicali. Il motivo è  la paura che un programma completamente nuovo possa influire negativamente sui risultati d’ascolto. Riguardo a Sky vi è indubbiamente più attenzione all’innovazione ma non sempre questa è poi cosi radicale. Lo spettatore di Sky, a fronte di una miriade di canali diversi, tende comunque ad appassionarsi su cose che già conosce, su volti noti, e per questo motivo anche per programmi nuovi si pensa ad un cast composto da personaggi già conosciuti.

Consulta i blog di televisione? Perché?

Sì, sia italiani che stranieri. Li consulto per motivi principalmente connessi ad ottenere informazioni su nuove produzioni, soprattutto americane. Frequentemente consulto il blog di Antonio Genna, in Italia, e thefutoncritic e sitcomesonline, in America. Mi è altresì utile consultare Davide Maggio per conoscere la programmazione in generale e per capire come vengono spostati i formati comici; ad esempio sapere la collocazione della nuova stagione di Zelig mi permette di ragionare sulla contro programmazione.

Quali caratteristiche di un blog, Lei ritiene essenziali? Perché?

La caratteristica fondamentale è la verità della notizia; si perde di credibilità nel momento in cui, ed è un rischio frequente, si confonde pettegolezzo con una notizia vera.

Come si rapporta e ha intenzione di rapportarsi Comedy Central al web 2.0?

Dal nostro punto di vista capita che i nostri show abbiano degli spontanei riscontri nella rete. Mi piace raccontare il caso di Made in Sud, nostro programma dedicato alla comicità meridionale, che ha un gruppo su facebook creato in Veneto. Abbiamo intenzione di incrementare quest’attenzione ai social network attraverso una struttura neonata in azienda dedicata ai  nuovi media.

Perché quest’interessamento?

Da un certo punto di vista il web 2.0 è uno straordinario strumento di marketing, dall’altro permette agli utenti di essere più vicini ai programmi, ad esempio lo usiamo per permettere loro di partecipare alle registrazioni dei nostri show.

Quando consulta un blog oltre ai cosiddetti post si sofferma anche sui commenti?

Non sempre, è capitato, le critiche sono sempre stimoli di riflessione; tuttavia penso che ciò possa essere fuorviante. Io  leggo ciò che i blogger frequentemente mi scrivono alla casella info e credo che gli utenti dei blog non siano un esempio dei nostri telespettatori. Il nostro è un canale che permette ai telespettatori di svagarsi, riposare il cervello, invece i blogger sono attivi, più vicini al pubblico dei telefilm. Tant’è che quelli di Fox si beccano gli insulti per traduzioni o spostamenti; al contrario puntiamo sulla serialità americana solo quando vale la pena puntare, cioè su progetti specifici e non sul mondo delle serialità. Noi non siamo Fox nè tanto meno vogliamo diventare CBS  o CW, reti vicine al nostro gruppo, ma vogliamo sviluppare un’identità nazionale.

 Come si pone nei confronti del tam tam di anteprime ed indiscrezioni su programmi e personaggi originato e amplificato dalla blogosfera?

Assolutamente favorevole, penso possa essere un importante strumento per portare attenzione al canale. Sono un pò spaventato quando vengono diffuse prima delle chiusure di contratto, in questo caso  ci possono essere dei problemi.

La letteratura ci dice che il web 2.0 (blog compresi) può aiutare il processo innovativo nelle aziende. Pensa che questo valga anche per la televisione? Perché?

Come stimolo, per capire le nuove esigenze di una certa parte del pubblico anche se non credo si possa identificare, almeno in questo momento, l’utente attivo che scrive sui blog con il pubblico televisivo che è generalmente passivo.

Quali sono gli elementi che secondo Lei un blog dovrebbe avere per “aiutare” l’innovazione in televisione?

Secondo me dovrebbe riuscire ad essere un pò più obiettivo nell’analisi di scenario, cercare di supportare le affermazioni con dati e di non confondere mai le opinioni personali con i dati di fatto, questo darebbe altresì  maggior affidabilità.

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5 Commenti dei lettori »

1. Viavai2 ha scritto:

27 aprile 2010 alle 21:12

Una domanda da fare è:
è vero che comedy life sta per approdare sul digitale terrestre tramite Mediaset premium?
Se no potrà mai accadere che arrivi sul digitale terrestre?
Comedy life ha un contratto di esclusiva per SKY solo per il satellite o per ogni piattaforma?
Queste sono domande da fare.



2. Mattia Buonocore ha scritto:

27 aprile 2010 alle 22:19

@viavai2 in effetti sono molto pertinentu con il web 2.0 e l’innovazione.. E cmq si chiama central non life



3. Viavai2 ha scritto:

28 aprile 2010 alle 06:41

@Mattia buonocore
si central scusa a tutti.
Comunque una domanda sul digitale terrestre si poteva fare.
È la tecnologia del momento.



4. zia-assunta ha scritto:

28 aprile 2010 alle 09:37

la rete peggiore di Sky, la discarica di La7 e MTV almeno comprassero qualche telefilm decente.
Era meglio Paramaount comedy con solo telefilm e sit-com anche vintage.



5. Mattia Buonocore ha scritto:

28 aprile 2010 alle 13:02

@zia assunta a parte che su Sky c’è ben di peggio e poi, come ribadito nell’intervista, a comedy non interessa essere una rete di telefilm. Personalmente trovo Comedy una rete con una programmazione originale (vedi Salsa rosa) o cmq interessante (ben vengano alcuni show de La 7) che se ha dei limiti sono legati ad un budget che penso sia imparagonabile a quello di FOX.



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