Se il debutto di The Voice of Italy era all’insegna dei Coldplay e della loro prorompente Viva la vida intonata dai coach Carrà-Pelù-Cocciante-Noemi, l’America risponde portando uno dei più straordinari successi dei Beatles, Come together (sotto il video), sul palco di The Voice Usa con suggestivi effetti visivi e quattro star internazionali a renderle omaggio: Adam Levine, Blake Shelton e le new entry Usher e Shakira. I timori di quanti vedevano nell’abbandono di Cee Lo Green e di Christina Aguilera il naufragio del talent di John De Mol, è stato scongiurato dai dati d’ascolto riscossi durante la premiere di lunedì: ben 13.3 milioni di telespettatori (circa un milione di spettatori in più rispetto al debutto dell’edizione autunnale).
Shakira e Usher sono riusciti a miscelarsi abilmente in un cocktail preparato ad arte e, ora, finalmente affermato come nuova promessa del mondo talent in America come nella maggior parte del mondo. L’intrigante meccanismo delle Blind Auditions, l’adrenalina delle Battle e la suspense del Live sono solo alcuni dei punti di forza del programma che, anche in Italia, è riuscito nella non facile impresa di imporsi dignitosamente sulla concorrenza puntando su un cast forte e una formula sicura.
Perché, sarà anche vero che l’Italia è sfornita in giura dell’Usher e la Shakira di turno, ma l’abilità tecnica di Riccardo Cocciante, la dissacrante verve ironica di Piero Pelù, la freschezza di Noemi e il protagonismo della Carrà sopperiscono (almeno per ora) all’assenza di nomi più giovanili e di una produzione ancora più costosa. L’alchimia e il talento dei coach emoziona e diverte, così come le esibizioni delle aspiranti “voci” aggradano e stimolano un tifo spassionato affinché quelle sedie si girino. Riuscirà The Voice a non perdere quella sua sana e politicamente corretta genuinità controcorrente con altri programmi piegati alla competizione spietata e al mero spettacolo?